Barcolana 2010

Barcolana 2010
partenza!

venerdì 27 aprile 2012

Meta per l'estate Punat a Veglia, Croazia

La cittadina di Punat è una meta da scoprire per gli amanti della navigazione tra le Isole croate; il paese è ubicato sulla costa orientale della baia "Puntarska draga", una delle baie più belle e più protette dell'Adriatico. Situato nella parte sud dell'isola di Krk, Punat dista soli 8 km dalla città di Krk e 35 km dall'omonimo ponte. L'Isola di Veglia (Krk) è situata a poche miglia a Est dell'Isola di Cherso.


Il fascino del litorale della città di Punat è dato dalle piccole case in pietra ubicate nelle strette viuzze del centro storico e dalla bianchezza naturale delle numerose spiagge di ghiaia site nelle vicinanze della Baia.
Arrivando con la barca, il punto più interessante è rappresentato dallo specchio d'acqua tra Punat e Stara Baška, qui si possono trovare splendide spiaggette solitarie formate da piccoli sassi con un mare limpido e cristallino. Nei ristoranti si serve pesce fresco, dello squisito agnello e formaggio con miele fatto in casa ed arricchito con salvia ed altre erbe medicinali.


Durante la sosta a Punat è quasi d'obbligo visitare il vicino isolotto Košljun che con il suo Monastero francescano custodisce la ricchezza dell'eredità culturale croata. Košljun si trova davanti al porto di Punat ed è facilmente raggiungibile grazie ai numerosi battelli disponibili.
Nelle vicinanze si trova Kornić, un tranquillo paesino che negli ultimi anni è cresciuto a vista d'occhio. Si tratta più che altro di un insieme di stradine da esplorare a piedi, visitando il piccolo museo, e soffermandosi a fare la spesa al supermarket o a bere una birra bar. Qui vicino si trova la chiesa di St. Dunat costruita nel tredicesimo secolo, immancabile in tutte le foto ricordo. Nel porticciolo si possono ormeggiare gommoni e piccole imbarcazioni, non è richiesta la prenotazione, mentre la spiaggia libera dista circa 500 metri, in leggera discesa, dal centro del paesino; si possono affittare ombrelloni, sdraio e l'attrezzatura per fare immersioni o fare corsi di immersione.


Per gli amanti delle immersioni sulla riviera di Crikvenica, spiaggia continentale ricca di graziosi ristoranti, si trova il relitto del Peltastis, motonave di 60 metri affondata nel 1968, adagiata su fondale fangoso a soli 50 metri dalla costa.


Il Marina Punat, posto all'interno della baia "Puntarska draga", è un ottimo punto di attracco per le imbarcazioni che vogliono navigare e visitare le baie e le isole del nord del Quarnaro. Immerso nella natura rigogliosa è il posto ideale dove lasciare la propria barca per scoprire a piedi le bellezze dell'isola di Krk (Veglia). Poco distanti dal marina si trovano bellissime spiagge alla portata di famiglie con bambini in cerca di un posto sicuro dove potersi rilassare ma anche dei visitatori più attivi che possono praticare sci nautico, surfing, paracadute ascensionale e altre attività circondati da acque cristalline.


Il Marina Punat, il primo marina croato, è dotato di 800 posti barca in acqua e 400 posti nel cantiere navale. Le strutture ed i servizi del marina sono di primo livello ed adatti alle necessità di tutti i diportisti. La posizione e i servizi lo rendono un luogo ideale per rilassarsi durante le vacanze tra le Isole Croate oltre per coloro i quali sono alla ricerca di un posto barca stagionale. L'ottimo clima consente di vivere il mare durante tutto l'anno compresa la stagione invernale, al riparo dai venti.

giovedì 26 aprile 2012

Verso gli alisei

Cabo Frio Brasile - 25 aprile 2012 - Gli americani di PUMA hanno preso la leadership in una giornata che viene considerata da tutti come clou per il futuro della sesta tappa. La flotta continua a navigare in parallelo, risalendo la costa brasiliana e si appresta ad affrontare una nuova zona di transizione del vento prima di poter finalmente imboccare "l'autostrada" degli alisei. Le prossime ore diranno chi ha preso la prima, e potenzialmente decisiva, scelta tattica della frazione verso Miami.

Gli americani di PUMA si sono portati in testa al gruppo al rilevamento delle 9, dopo una notte che ha pagati i dividendi alla scelta del team di Ken Read, tanto che al report di mezzogiorno Mar Mostro ha un vantaggio di quasi otto miglia sul suo immediato inseguitore, CAMPER with Emirates Team New Zealand. PUMA ha approfittato di una posizione mediana, fra i nordisti di CAMPER e Abu Dhabi, e i sudisti Telefónica e Groupama 4, e lo ha fatto in un momento cruciale della prima fase della sesta tappa.

Tom Addis, navigatore di PUMA descrive così la scelta fatta. "Abbiamo preso una specie di scorciatoia a Cabo Frio su Groupama e Telefónica, siamo stati un poco più in terra, vicino alla corrente. Non era male, la corrente, anzi il nostro report migliore è stato proprio quello. Si tratta di un compromesso fra vento e distanza, ma abbiamo ancora un ostacolo avanti. Mi pare che i rischi siano maggiori sottocosta, quindi preferisco essere più al largo. Tutto però potrebbe cambiare in fretta."

Vicina a superare la barriera delle 4.000 miglia alla meta, la flotta avanza in parallelo con una separazione laterale intorno alle 70 miglia fra Groupama 4, la barca più sopravento e a est e Abu Dhabi, lo scafo più sottovento e a ovest. La media delle velocità si è rialzata rispetto a ieri e secondo l'ultimo rilevamento le barche navigano fra i 14,2 nodi di CAMPER e Abu Dhabi e i 17,8 di Telefónica, che è la barca che ha coperto la distanza maggiore nelle ultime 24 ore con 331 miglia. Pablo Arrarte, timoniere del team spagnolo testimonia che l'equipaggio è soddisfatto. "Spingiamo al massimo, come sempre. Sarà una tappa complicata e noi faremo del nostro meglio. Abbiamo iniziato bene, stiamo andando dove vogliamo, abbiamo scelto questa tattica e la stiamo seguendo, vediamo se la meteo ci darà una mano."

Secondo Gonzalo Infante, responsabile meteo della Volvo Ocean Race, è possibile che il lavoro fatto nelle quattro prime giornate si definisca oggi. "È un momento molto critico, nel quale i team hanno la possibilità di capitalizzare la propria posizione." Davanti alla flotta infatti si estende una nuova zona di transizione che si frappone ai tanto agognati alisei anche secondo quanto dichiara il navigatore di PUMA Tom Addis: "La tappa finisce a Miami, molto vicino a dove si esauriscono anche gli alisei, perciò se i trades vanno da qui a Recife e fino alla linea del traguardo, il primo che riesce a entrarci ha un vantaggio non da poco. Si può prendere tanta strada e poi diventa difficile per gli altri recuperare. Ci sono punti dove le scelte non sono critiche, ma questo sì."

Una situazione che sulla carta sembra non favorire CAMPER e Abu Dhabi, che ora sono separati di quasi sei miglia e paiono perdere terreno nei confronti degli avversari. Le previsioni indicano che entrambi entreranno in una zona di vento leggero nelle prossime ore che li costringerà a soffrire fino a domani mattina. Anche i team concorrenti più al largo rallenteranno la loro marcia, però presumibilmente meno a lungo. In teoria l'opzione est è favorita e i primi a entrare nei venti portanti potrebbero essere PUMA, Telefónica e Groupama 4, ma non necessariamente in questo ordine.

È d'accordo con questa possibilità anche il navigatore di Groupama Jean-Luc Nélias, che in un collegamento con la base di Alicante ha descritto il sistema meteo come: "Un sistema che dobbiamo per forza attraversare. È un po' come i Doldrum. Il primo che entra rallenta e il primo che riesce a uscire riparte e guadagna strada sul secondo, il secondo sul terzo e così via. Però una volta che si è entrati tutto è così rischioso e complicato che non è detto che il primo dentro sia anche il primo fuori..." E, come previsto i modelli meteo non sono di grande aiuto ai navigatori e agli skipper. "I modelli che vediamo sono diversi, uno dice che sarà un disastro per CAMPER e Abu Dhabi, un altro più o meno il contrario. Credo che le barche più a est siano favorite perché avranno un angolo migliore in un aliseo leggero."

Si prevede che i team possano impiegare circa due settimane per portare a termine la sesta tappa, lunga oltre 4.800 miglia, e giungere a Miami intorno al 7 maggio.

Quando si sta per entrare nel terzo giorno di regata e raggiungere la barriera delle 4.000 miglia alla meta, la testa della flotta è occupata da PUMA che ha un vantaggio di 7.9 miglia su CAMPER e di 13,5 su Abu Dhabi. La coppia formata da Telefonica e Groupama ha accorciato le distanze rispetto a ieri e si trova rispettivamente a 21,4 e 42,5 miglia dal leader.


lunedì 23 aprile 2012

VI tappa - Partita!

Brasile - 22 aprile 2012 - È stata una vera festa, un arrivederci carico di tutto il calore, il colore e i suoni del Brasile quella che i migliaia di fan hanno tributato ai cinque team della Volvo Ocean Race, partiti oggi da Itajaì alla volta di Miami per la sesta tappa. Oltre 4.800 miglia che porteranno i 55 velisti a navigare in zone diverse, attraversare di nuovo l'equatore, affrontare correnti e possibili trappole, fra temporali, correnti e isole. Gli americani di PUMA guidano verso il mare aperto e la prima notte di navigazione seguiti da Team Telefonica, CAMPER, Abu Dhabi e Groupama.

Gli americani di PUMA hanno lasciato Itajaì come l'avevano raggiunta al termine della quinta tappa, in testa e seguiti a breve distanza dagli spagnoli di Telefonica. Il team guidato dallo skipper Ken Read non ha perso l'occasione di mostrare le proprie velleità agli avversari guidando la flotta verso il mare aperto e le oltre 4.800 miglia che lo separano da Miami. Dopo il percorso costiero, sviluppato su sei lati e corso con una buona brezza fra l'entusiasmo del pubblico locale a bordo delle numerose barche spettatori, PUMA ha virato l'ultima boa seguito da Team Telefónica, CAMPER with Emirates Team New Zealand, Abu Dhabi Ocean Racing e Groupama 4.

Sull'onda positiva della vittoria nella quinta tappa, lo skipper di PUMA Ken Read ha detto che il suo team era più che pronto a tornare in regata. "Penso potremo navigare bene, forse è la prima tappa in cui possiamo dirlo. Sembra che avremo un po' di poppa, un po' di bella navigazione negli alisei e delle belle onde regolari. Siamo tutti pronti."

La flotta nel corso della prima notte incontrerà probabilmente condizioni più dolci di quelle trovate nelle partenze precedenti con un flusso di vento da sud-est intorno ai 15 nodi, perfetto per un'andatura al lasco. Una situazione che potrebbe sulla carta vedere favoriti i francesi di Groupama, che in passato hanno dimostrato di gradire in modo particolare questa andatura. "Potremo divertirci molto in questa tappa" ha detto lo skipper Franck Cammas "C'è un sacco di lasco, di condizioni favorevoli per noi. Vanno bene per l'equipaggio e per la barca dove credo sappiamo portarla bene."

E tuttavia, con CAMPER ancora alla ricerca della sua prima vittoria di tappa, nessuno può dormire sonni tranquilli. Il co-skipper Stu Bannatyne, alla sua sesta Volvo Ocean Race, ha dichiarato che lui e i suoi compagni non potrebbero essere più pronti. "Sarà una tappa dura, e non sarà facile battere gli altri. Sembra che la tappa sarà divisa in tre parti con l'inizio e la fine separati da una parte centrale negli alisei. Pensiamo di poterci mettere 14 giorni, cioè la metà di quanto abbiamo impiegato per finire la scorsa tappa. Non vediamo l'ora di batterci."

Joca Signorini, l'unico brasiliano della regata, imbarcato su Team Telefonica ha detto che lasciare la sua terra non è stato semplice: "È stata dura, è stata una bellissima settimana per tutti, speciale per me con tutto quel pubblico che è venuto a seguire la regata, una bella cosa per la vela e per il Brasile." Quanto alla tappa Signorini ha detto che: "È importante passare indenni dalla prima parte e poi si vedrà." Il suo skipper Iker Martinez ha detto che "Sarà interessante dal primo all'ultimo minuto."

La partenza di oggi ha visto anche il ritorno alla navigazione offshore di Abu Dhabi Ocean Racing, che era giunto via nave a Itajaì solo lo scorso giovedì e i cui uomini dello shore team avevano dovuto lavorare senza sosta per riparare il danno strutturale alla prua. "Per quello che ne sappiamo è tutto sotto controllo, speriamo non ci siano cose che non sappiamo." Ha detto lo skipper Ian Walker prima dello start.
I cinque team sono alla ricerca dei 30 punti che andranno al primo classificato di tappa, preziosi come non mai, visto che ormai la classifica generale, dopo i risultati di ieri è più corta e le sorprese potrebbero essere notevoli.

Bellissima e molto calorosa la festa che i fan brasiliani hanno voluto tributare a terra agli equipaggi. E nell'Earth Day anche i velisti della Volvo Ocean Race hanno voluto ricordare il rispetto per il pianeta, apponendo dei grandi striscioni sulle loro barche con la scritta "Keep the Oceans Clean" manteniamo puliti gli oceani, il nome della campagna che segue tutto il giro del mondo a vela e che intende sensibilizzare sulla salvaguardia dei mari, soprattutto le giovani generazioni che oggi erano rappresentate da oltre 60 ragazzi e ragazze brasiliani che indossavano una maglietta con il logo del Giorno per la Terra.

Un'altra tappa complessa
Dall'America del sud a quella del nord, dal Brasile agli Stati Uniti, da Itajaì a Miami. La sesta tappa della Volvo Ocean Race è partita questo pomeriggio e si annuncia, ancora una volta come una frazione complessa e impegnativa, soprattutto per i navigatori che dovranno far fronte a una serie di scelte strategiche da "mal di testa".

"Nei primi tre o quattro giorno si potrà perdere o guadagnare molto, si potrebbero persino decidere le posizioni del resto della tappa." Questa è la previsione del meteorologo della regata Gonzalo Infante, secondo cui il ritorno della flotta nell'emisfero settentrionale potrebbe essere fatto in condizioni di vento moderato e con andature portanti, ma con il rischio di incontrare sistemi locali anche violenti.

Le prime 500 miglia, su un totale di oltre 4.800, del percorso vedranno i cinque team impegnati nell'attraversamento dell'ampio golfo meridionale del Brasile fino a Capo Frio, dove spesso si sviluppano delle aree depressionarie che possono far rinforzare il vento fino a 30 nodi. "Sono delle basse che possono essere anche violente, accompagnate da temporali e molta attività elettrica dovuta alle nuvole. Sono dei sistemi brutti da passare ma la flotta non avrà alcuna altra scelta."

Secondo Infante le 1.000 miglia successive, da Capo Frio a Recife saranno un momento cruciale per il prosieguo della tappa con una doppia opzione: andare al largo per entrare negli alisei e godere di angoli migliori oppure restare sottocosta, fare meno strada e approfittare della corrente equatoriale che può raggiungere i tre nodi e della brezza di terra. Sarà una decisione che determinerà di conseguenza le 2.000 miglia che seguono, fino alle isole Sottovento.

"Le ultime 1.300 miglia, attraverso la zona dei Carabi e fino all'arrivo a Miami, potrebbero diventare una corsa di velocità" dice Infante "Anche se in prossimità della Florida potrebbero esserci dei fenomeni depressionari locali che potrebbero cambiare le cose. Sono anche in questo caso depressioni violente, che contrastano gli alisei e che spesso si sviluppano nel Golfo del Messico in prossimità di Capo Hatteras. L'orografia della Florida rende la zona prona alle tempeste con i venti di terra che convergono dai due lati della penisola verso il centro. Perciò la parte finale è tanto difficile da prevedere."


sabato 21 aprile 2012

VIII TROFEO POLISPORTIVA SAN MARCO



VIII TROFEO POLISPORTIVA SAN MARCO
(Challenge triennale non consecutivo)
Open a Imbarcazioni Categorie LOA 
Domenica 29 Aprile 2012
Bando di Regata

1 - Organizzazione Polisportiva San Marco.Villaggio del Pescatore 46 34013 Duino Aurisina. Tel/Fax 040 208432. E-Mail:info@polisportivasanmarco.it Web: http://www.polisportivasanmarco.it/
2 – Località Data e Orario di partenza Baia di Panzano Domenica 29 Aprile,  Partenza ore 14.00
3 – Programma e Percorso La manifestazione si articolerà su una prova a Triangolo da percorrere due volte.
4 – Regolamenti La Regata verrà disputata applicando: Il Regolamento di Regata ISAF 2009-2012. Il Regolamento OPEN. Le disposizioni di legge per la navigazione  da diporto. Il presente Bando. Le Istruzioni di Regata e loro eventuali aggiunte e modifiche. Per quanto riguarda la pubblicità, la Regata è classificata di categoria “C” (ISAF RR20)
5 – Ammissione e Documenti L'ammissione è libera ai cabinati. I concorrenti italiani dovranno avere la Tessera FIV valida per l'anno in corso, vidimata per la parte relativa alle prescrizioni sanitarie; gli stranieri, un documento equivalente.
6 - Categorie Gli yachts saranno suddivisi in base alla loro  lunghezza fuori tutto, compresi tangone, buttafuori, bompresso, nelle seguenti classi:

Alfa oltre 11.51 metri
Bravo da metri 10.51 a 11.50
Charlie da metri 09.51 a 10.50
Delta da metri 08.51 a 09.50
Echo da metri 07.51 a 08.50
Foxtrot fino a 07.50 metri

Se non si avranno almeno tre imbarcazioni  iscritte per  classe, queste saranno inserite nella categoria più prossima alla loro lunghezza fuori tutto.
7 - Iscrizioni Inizieranno lunedì 15 aprile in orario di 
segreteria e dovranno essere perfezionate entro le ore 12.00 di sabato 28 aprile 2012 compilando in tutte le sue parti  (fornendo LOA, P e K per stabilire il Rating ai fini della Classifica in Tempo Compensato, valida per il Trofeo), sottoscrivendo l’apposito Modulo, e versando la relativa quota di 30,00 Euro.
8 - Istruzioni di Regata Saranno a disposizione  dei concorrenti al momento dell'iscrizione.
9 – Classifiche Verranno compilate classifiche per ogni  Categoria, e quella Overall  in Tempo Compensato.
10 - Premi Verranno assegnati premi ai primi tre classificati in  Tempo Reale  di ogni categoria. Il Trofeo Polisportiva San Marco verrà assegnato al primo classificato in Tempo Compensato. A fine regata verrà offerto una pasta asciutta a tutti i partecipanti.  
11 - Responsabilità La Polisportiva San Marco  e gli organi tecnici  declinano ogni responsabilità per qualsiasi danno a persone o cose  derivanti dalla partecipazione alla Regata. Il Comandante dell’imbarcazione sarà responsabile della propria decisione di partire  o continuare la Regata in caso di condizioni meteomarine avverse, e dovrà essere in possesso di idonea assicurazione RC a copertura di eventuali danni a terzi.

venerdì 20 aprile 2012

Tutto è pronto a Itajaì


La flotta della Volvo Ocean Race ritorna in azione con la regata di prova.

La prova non assegna punti ma che costituisce la prima occasione per i team di fare conoscenza con il campo di regata brasiliano.

Questa sera si svolgerà anche la cerimonia ufficiale di premiazione della quinta tappa. Domani, poi, avrà luogo la Pro-Am race a partire dalle 17 (le 12 ora locale), la prova a cui partecipano equipaggi misti formati da cinque/sette velisti e vari invitati a cui si offre l’occasione unica di vivere in prima persona l’emozione di navigare e regatare a bordo di un Volvo Open 70.

Le prove che assegnano punti ritornano invece sabato con la DHL In-Port Race Itajaí alle 19 (le 14 ora locale) in cui è prevista la partecipazione di cinque barche, assente Team Sanya che si è ritirato dalla quinta tappa e sta raggiungendo gli USA via nave. La regata assegnerà sei punti al vincitore e a scalare 5, 4, 3, 2 agli altri che, vista la classifica piuttosto corta avranno grande importanza.

A bordo di un cargo è anche arrivato oggi, ma a Itajaì, Abu Dhabi che ora dovrà affrontare una vera e propria corsa contro il tempo per riuscire ad effettuare la sostituzione di una parte della zona prodiera (da entrambi i lati) dello scafo danneggiato dalla caduta da un’onda durante la navigazione nel pacifico meridionale e ritornare in acqua in tempo per il weekend. Un gruppo di tecnici, composto da ben 18 persone, avrà infatti il non semplice compito di portare a termine il lavoro in sole 48 ore, mentre normalmente occorrerebbero diversi giorni.

Domenica, infine, alle ore 19 italiane, la flotta taglierà la linea di partenza della sesta tappa, 4.800 miglia da Itajaì a Miami, negli USA. In palio 30 punti per il vincitore e 25, 20, 15, 10 per le altre posizioni.

La sesta regata in-port della Volvo Ocean Race 2011-12 e la partenza potranno entrambe essere seguite in diretta sul sito internet dell’evento www.volvooceanrace.com a partire dalle 18.45.

Programma delle regate a Itajaí (ora italiana):
19 aprile: regata di prova ufficiale – 19:00h (17:00h UTC)
20 aprile: Pro-Am – 17:00h (15:00h UTC)
21 aprile: DHL In-Port Race Itajaí – 19:00h (17:00h UTC)
22 aprile: Partenza tappa 6 – 19:00h (17:00h UTC)

Classifica provvisoria Volvo Ocean Race 2011-12:
1. Team Telefónica, 147 punti
2. Groupama sailing team, 127
3. CAMPER con Emirates Team New Zealand, 119
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 113
5. Abu Dhabi Ocean Racing, 55
6. Team Sanya, 25

mercoledì 18 aprile 2012

Aspettando la America's Cup a Venezia

Compagnia della Vela Venezia

Una serata di sorrisi e lacrime, applausi e tanti ricordi che hanno fatto rivivere con palpitante emozione l'impresa del Moro di Venezia. Questo è stata la conferenza "Il Sogno del Moro", che la Compagnia della Vela di Venezia ha organizzato come terzo appuntamento del ciclo "Aspettando la Coppa America. Barche, storie, protagonisti" in vista dell'approdo delle America's Cup World Series programmate in laguna dal 12 al 20 maggio.


Sul palco del Centro Sportivo d'Eccellenza dell'Isola di S. Giorgio, gremito in tutti gli ordini di posti da soci e veneziani che non hanno voluto mancare ad un evento così memorabile come quello del ventennale della vittoria della Louis Vuitton Cup da parte del Moro e della Compagnia, sono sfilati lo skipper Paul Cayard, Fernando Sena, all'epoca responsabile del Cantiere Tencara dove gli scafi vennero costruiti, e Carlo Borlenghi, fotografo ufficiale del team. Nelle prime file i collaboratori di Raul Gardini e i figli Eleonora e Ivan.


Dopo i saluti di rito da parte del Presidente e Sindaco Giorgio Orsoni, del Vice Presidente Piero Pellegrini e Alberto Sonino, delegato del Sindaco all'organizzazione delle America's Cup World Series, Giulio Guazzini ha dato il via a una sfilata d'eccezione: i membri dell'equipaggio del Moro hanno fatto a sorpresa il loro ingresso in sala, seguiti da un'ovazione da stadio.


«Per la prima volta dopo San Diego» ha detto un Cayard visibilmente emozionato «ci troviamo in così tanti del Moro insieme. Ed è entusiasmante che succeda a Venezia, in una serata magica».


Si è guardato al passato, a quanto fosse avanzata la sfida lanciata da Raul Gardini, imprenditore visionario che portò il mondo della nautica a una svolta organizzando e gestendo l'equipaggio come una vera impresa e non solo una squadra, sperimentando l'uso di nuovi materiali e tecnologie per la costruzione degli scafi, spingendo mediaticamente la sua impresa, che divenne subito patrimonio dei veneziani e degli italiani.


Dal passato lo sguardo si è spostato al prossimo futuro e all'arrivo a Venezia dei catamarani AC45 con le loro ali rigide. Davanti al dubbio se il campo in bacino S. Marco possa essere più spettacolare che tecnico, Paul Cayard, dall'alto della sua trentennale esperienza in Coppa America, non ha dubbi: «Le ACWS di Venezia saranno per la vela, quello che è il circuito di Montecarlo per la Formula 1».


Mai paragone è stato più azzeccato.


Ufficio stampa: Francesca Pitacco
Compagnia della Vela

lunedì 16 aprile 2012

ACWS - NAPOLI Day 5


Replay completo della quinta ed ultima giornata dell'America's Cup World Series di Napoli con la splendida vittoria di Luna Rossa Piranha nella regata di flotta. 

AMERICA'S CUP WORLD SERIES - NAPOLI



E’ Luna Rossa Piranha l’AC45 vincitore del Fleet Racing Championship valido ai fini dell’AC World Series di Napoli. L’equipaggio composto da Chris Draper (timoniere), Francesco Bruni (tattico-wing trimmer), Pierluigi de Felice (trimmer), Nick Hutton (trimmer) e Dave Carr (freestyler) ha conquistato un successo inatteso grazie alla scelta di varcare la linea di partenza della regata di flotta conclusiva dalla parte della boa. Un incipit diverso da quello degli altri team che, accalcati in Barca Comitato, non si sono accorti dell’immediato allungo dell’AC45 italiano.

Al comando sin dal via, Luna Rossa Piranha ha giocato di fino sui salti della brezza debole e instabile che ha caratterizzato la giornata e ha esteso la propria leadership, bordo dopo bordo. Primo con grande margine, l’AC45 griffato Prada ha raccolto i cinquanta punti in palio – al vincitore, le regate di flotta “standard” ne assegnano dieci – e ha scalato la classifica generale, mettendo in fila Oracle Racing Spithill, giunto secondo nella prova che ha chiuso la tappa partenopea delle AC World Series, ed Emirates Team New Zealand.

Il successo, festeggiato a lungo dai due equipaggi italiani, è stato commentato dallo skipper di Luna Rossa Challenge 2013 e di Luna Rossa Swordfish, Max Sirena: “Sono davvero contento di questa vittoria. I ragazzi sono stati molto bravi. Abbiamo faticato tanto nelle ultime tre settimane e siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto nel primo appuntamento con gli AC45, a bordo dei quali altri team regatano da ormai oltre un anno”.

Visibilmente emozionato, Francesco Bruni, tattico e wing trimmer di Luna Rossa Piranha, ha spiegato: “Finalmente siamo riusciti a partire come volevamo e già alla prima boa eravamo in testa. In quel momento abbiamo capito che la vittoria era alla nostra portata. Ci siamo guardati in faccia, consapevoli di dover mantenere alta a soglia di attenzione: il vento saltava e sarebbe bastato davvero un niente per perdere la testa della regata. Se devo essere sincero, per noi del team il primo posto in classifica generale non è giunto del tutto inatteso. Durante la settimana siamo cresciuti progressivamente: Chris Draper è stato molto bravo nel portare la barca sempre veloce e in quasi tutte le condizioni abbiamo manovrato in modo pulito”.

Prima dell’inizio della regata di flotta, il Comitato di Regata ha fatto osservare un minuto di silenzio per ricordare Piermario Morosini, il calciatore del Livorno deceduto ieri pomeriggio nel corso del match che contrapponeva la sua squadra al Pescara.

La giornata è stata ricca di soddisfazioni anche per Artemis Racing che, prima di chiudere la prova finale al terzo posto, si era aggiudicato il successo nel Match Racing Championship grazie alle vittorie ottenute nei duelli contro gli equipaggi italiani. Prima di superare Luna Rossa Piranha nella finale, il team di Terry Hutchinson aveva avuto la meglio su Luna Rossa Swordfish del timoniere Paul Campbell James.

Gli AC500 Speed Trials, invece, sono stati vinti da Oracle Racing Bundock con un margine di appena due centesimi di secondo su Artemis Racing.

In virtù dei risultati maturati nel corso dell’AC World Series di Napoli, la classifica generale della manifestazione ha un nuovo leader: Oracle Racing Spithill. L’equipaggio del timoniere vincitore dell’ultima America’s Cup ha ora un punto di vantaggio su Emirates Team New Zaland.

Salutato il caloroso pubblico partenopeo, anche oggi radunatosi in massa per vivere le ultime emozioni di questa coinvolgente tappa dell’AC World Series, i team si apprestano a concedersi qualche giorno di riposo prima di iniziare la preparazione in vista della prossima frazione del circuito, in programma a Venezia il mese prossimo. Ricordiamo che l’edizione 2011-2012 delle AC World Series si concluderà a Newport, in Rhode Island, il primo luglio prossimo.

Fleet Racing Championship – Classifica finale dopo sette prove
1. Luna Rossa – Piranha (Chris Draper), pt. 92
2. Oracle Racing – Spithill (James Spithill), pt. 77
3. Emirates Team New Zealand (Dean Barker), pt. 60
4. Energy Team (Yann Guichard), pt. 54
5. Team Korea (Nathan Outteridge), pt. 49
6. Artemis Racing (Terry Hutchinson), pt. 40
7. Luna Rossa – Swordfish (Paul Campbell-James), pt. 41
8. Oracle Racing – Bundock (Darren Bundock), pt. 37
9. China Team (Fred Le Peutrec), pt. 15

Match Racing Championship – Classifica finale
SF1 – Artemis Racing batte Luna Rossa Swordfish
SF2 – Luna Rossa Piranha batte Oracle Racing Bundock
FINALE – Artemis Racing batte Luna Rossa Piranha

domenica 15 aprile 2012

Volvo ocean race news



ITAJAÌ
Chris Nicholson skipper di CAMPER with Emirates Team New Zealand dice che le barche dell’ultima generazione sono difficili da costruire e da portare ma che ciò è parte integrante della Volvo Ocean Race per tenere vivo l’interesse dei fan e una componente del lavoro dei velisti professionisti che ci navigano. “Non si possono produrre barche più veloci, per le tappe oceaniche e le in-port, e non si possono raggiungere certe prestazioni senza delle rotture. Immagino ci siano opinioni diverse in merito, ma tutti coloro che navigano su queste barche sanno esattamente di cosa sono capaci. Potremmo fare il giro del mondo su barche d’acciaio, facendo massimo 12 nodi, non rompendo mai nulla e il risultato sarebbe che nessuno si interesserebbe alla regata. Mi piace la combinazione che abbiamo, è una sfida ed è il motivo per cui il giro attrae i migliori velisti del mondo. le nostre sono barche eccezionali ma difficili, e così deve essere a questo livello del nostro sport.”

Iker Martínez skipper di Team Telefónica ritiene che le rotture a bordo delle barche che circumnavigano il globo siano virtualmente inevitabili e un fattore che gli skipper e gli equipaggi devono tenere in considerazione quando elaborano le loro strategie. “Le barche si danneggiano perché sono molto veloci. Possono facilmente raggiungere i 40 nodi e per non rompere a quelle velocità la barca deve essere molto solida, quindi non l’ideale per vincere una regata. Il modo migliore per vincere un giro del mondo è avere una barca veloce e potersi fermare quando necessario. E questo è quello che abbiamo, dobbiamo saperlo e tenerne conto, tutto qui.”

Mike Sanderson di Team Sanya, che è l’unico skipper in questa edizione ad aver già vinto una Volvo Ocean Race, ritiene che le rotture siano una cosa da mettere in contro, date le incredibili prestazioni dei Volvo Open 70 dell’ultima generazione. “Quando si naviga veloci si prendono molti colpi. Basta un attimo per capire a cosa sono sottoposti questi scafi. A volte ci si prova solo, a volte si prova a rallentare e non ci si riesce, sono incredibili.” Sanderson dice che le rotture sono sempre state parte della Volvo Ocean Race e cita a supporto la sua esperienza nell’edizione del 2005/06 che vinse su ABN AMRO ONE. “Era la prima volta che si usavano le nuove barche e abbiamo avuto moltissimi problemi, specialmente con le chiglie. Usavamo dei messi nuovi, che non erano stati provati prima e ci sono stati dei danni. Ma anche delle prestazioni spettacolari mai viste prima su dei monoscafi.”

Ian Walker skipper di Abu Dhabi Ocean Racing da parte sua ha sottolineato come anche nelle edizioni precedenti gli incidenti siano stati molteplici. “Nella scorsa edizione abbiamo avuto solo una tappa molto dura, quella verso la Cina, non ci dobbiamo dimenticare che tre barche hanno avuto danni in quell’occasione e che le altre hanno dovuto fermarsi.” Tuttavia Walker concorda nel dire che questa volta, se solo PUMA è riuscito a completare la tappa senza fermarsi significa che qualcosa di sbagliato c’è. “Noi, non solo noi ma tutti i team, sembra che non riusciamo a passare indenni nelle condizioni dure. Prima della partenza della quinta tappa le cose non andavano male. Non avevamo avuto troppe rotture. Se riguardi la tappa, però, è evidente che non si può andare avanti così.” Walker non accusa i parametri di progettazione o la qualità di costruzione delle barche per le rotture. “Non penso si possa dare la colpa al regolamento e queste sono barche molto ben costruite. Credo piuttosto che le spingiamo talmente tanto e che siano talmente rigide e leggere che inevitabilmente i materiali siano sottoposti a delle rotture.”

Franck Cammas skipper di Groupama sailing team ritiene che ogni nuova generazione di Volvo Open 70 dia la possibilità ai team di renderli più stabili, imparando dalle esperienze precedenti. Cammas crede anche che tutti siano coscienti del fatto che prendere delle scorciatoie per risparmiare sia una falsa economia. “Sappiamo tutti e lo sanno gli esperti che la mancanza di affidabilità in fondo significa una perdita di tempo e di soldi. L’affidabilità è il fattore più importante e ogni regola vi è sottoposta.” Secondo lo skipper francese non è vero che l’attuale flotta sia meno resistente che nelle edizioni precedenti, ma che le barche sono certamente sfruttate di più a causa del livello della competizione di questo giro. “Le persone non devono pnsare che le barche siano meno resistenti, perché non è vero. E’ sicuro che il livello di questa Volvo Ocean Race ci porta a spingere le barche al massimo, molto più che nel passato. Sono più veloci perché sono progettate meglio. Le regole si possono sempre cambiare, a volte serve e potremmo avere delle barche più resistenti, ma non dobbiamo preoccuparci troppo perché fa parte del nostro sport. La Formula1 non sarebbe la stessa se non ci fossero incidenti e lo stesso è per la Volvo, se non cercassimo di raggiungere il massimo non ci sarebbero danni.”

Ken Read, skipper di PUMA Ocean Racing powered by BERG e vincitore della quinta tappa, ha dichiarato che le barche odierne sono davvero troppo veloci per le condizioni come quelle che si sono incontrate nel pacifico meridionale, dove i timonieri hanno passato la maggior parte del tempo a cercare di rallentare per evitare di danneggiarle. “Credo quello sia il punto dove è il fattore umano a prendere la precedenza e ci si dice “Senti, c’è un limite entro il quale si devono portare queste barche prima che le cose finiscano in catastrofe”. Andare a 40 nodi è la cosa più stupida che si possa fare, perché si perde il controllo. Però, a volte, non si ha scelta, si prendono una o due onde e… bisogna fare di tutto per non decollare. Sono le onde, è il mare che fanno succedere gli incidenti. Le onde di più di tre metri sono normali, poi ce ne sono da quindici metri che agiscono come vere rampe di lancio e sono quelle che fanno più male.” Malgrado PUMA sia stata la sola barca ad arrivare al traguardo senza problemi Ken Read concorda nel dire che molto dipende dal destino. “C’è una grande dose di fortuna. E’ come un incidente automobilistico, se fossi partito da casa dieci secondi prima la mia macchina non si sarebbe trovata in quel posto e non sarebbe successo nulla. Insomma, se non ti fossi trovato in quella particolare onda, la barca non sarebbe uscita dall’acqua e non sarebbe caduta e non si sarebbe rotta.” Anche lo skipper statunitense attribuisce molte delle rotture al livello agonistico della regata. “Per vincere devi sempre andare al limite. Il fatto è che questa regata è diventata così tirata che ci costringe a tirare in condizioni nelle quali normalmente non lo si farebbe. Rallentare significa togliere quel 10 percento, cioè passare da una totale mancanza di controllo a essere quasi fuori controllo. Dipende dalla naturale propensione alla competizione degli uomini, ma ci deve essere anche un istinto di sopravvivenza che ti dice ora non puoi spingere troppo, perché rischi di perdere la regata.”

domenica 8 aprile 2012

Napoli iniziano le World Series dell' America's Cup


Napoli, 7 aprile 2012 - Tutto pronto in piazza del Plebiscito per la cerimonia inaugurale delle WS AC ideata da Marco Balich, presidente di Filmmaster Events che firma l'intera organizzazione scenografica della cerimonia celebrativa delle World Series America's Cup di Napoli di domani sera, domenica di Pasqua, in piazza del Plebiscito. Nelle prime file del parterre, riservate alle Istituzioni, autorità, stampa e vip, non si registrano, nonostante le previsioni meteo, defezioni e anche il pubblico, che potrà accedere gratuitamente, sembra non voler mancare.

La cerimonia, della durata di 40 minuti alla quale prenderanno parte gli equipaggi e l'intero team di ognuna delle sette nazioni partecipanti alle AC WS di Napoli, e che sarà preceduto da un video messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avrà quattro momenti particolari che segneranno l'intero programma. Sul palco sarà il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, a dare il saluto ufficiale della città a partecipanti agonisti e non, mentre sempre sul palco la bandiera italiana sarà portata dall'atleta che per eccellenza rappresenta i colori italiani e che ha grande attinenza con l'acqua: Alessandra Sensini.

Questa in sintesi la cerimonia, realizzata dalla Filmmaster Events, guidata dal Presidente Marco Balich, che tra l'altro si è aggiudicata la produzione delle cerimonie dei Campionati Europei di Calcio UEFA 2012 e le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici di Rio 2016:

Il mare di Napoli sarà il protagonista assoluto dello spettacolo velico dell'Edizione 2012 dell'America's Cup World Series. Video proiezioni in 3D, coreografie artistiche e animali acquatici "volanti" inonderanno Piazza del Plebiscito trasformandola in un acquario gigantesco virtuale e coinvolgendo gli spettatori presenti. In ode al mare e alla cultura della vela, il brano poetico "O Mare" del drammaturgo napoletano Eduardo de Filippo sarà interpretato dall'artista Peppe Servillo. Il mare prima di tutto e dipinto in una miriade di sfaccettature.

Anche i momenti protocollari della Cerimonia si trasformeranno in puro spettacolo, offrendo al pubblico quel ritmo e quell'emozione propria delle massime Cerimonie sportive internazionali olimpiche. A portare la bandiera tricolore sul palco, una sportiva per eccellenza, la campionessa di windsurf Alessandra Sensini vincitrice di 4 medaglie olimpiche. La bandiera italiana sarà issata accompagnata dall'inno nazionale della Banda della Marina.

Saranno poi le giovanissime promesse della vela italiana a portare in sfilata la bandiera delle AC WS, precedendo l'ingresso dei team ufficiali.

Con l'arrivo sul palco del The Old Mug, il trofeo sportivo più antico del mondo e per cui si compete in mare dal 1851, si avvicina sempre di più la grande emozione dell'America's Cup. Una coppa ambitissima dai più grandi velisti al mondo. A conclusione della cerimonia, la sfilata in piazza del Plebiscito dei grandi campioni che si sfideranno nelle acque di Napoli: l'australiano James Spithill di Oracle il più giovane vincitore nella storia della coppa America e attuale defender, l'americano Darren Bundock di Oracle, il francese Loick Peyron di Energy, e ancora il team di Luna Rossa Challenge 2013, Emirates Team New Zealand, Artemis racing, China team, Team Korea.

Sulle note di Caruso di Lucio Dalla, un omaggio al cantautore italiano scomparso di recente e al mare di Napoli, si ufficializza con uno spettacolo di fuochi d'artificio la partenza dell'America's Cup World Series.
A seguire al Public Event Village, dalle 22 alle ore 23 alla Cassa Armonica si svolgerà il concerto di Enrico Rava e poi, come ogni sera, si potrà ballare sulle note dei Dj e Vocalist di radio Ibiza.


sabato 7 aprile 2012

Puma vince la sua prima tappa


Itajaì, Brasile - 6 aprile 2012 - In un autentico finale mozzafiato il team americano PUMA Ocean Racing powered by BERG guidato dallo skipper Ken Read ha tagliato la linea del traguardo alle 19.09.51 GMT (le 21.09.51 italiane) di oggi, venerdì 6 aprile 2012 dopo 19 giorni, 18 ore, 9 minuti e 50 secondi e oltre 7.500 miglia di navigazione, battendo per soli 12 minuti e 38 secondi gli spagnoli di Team Telefónica, aggiudicandosi la quinta tappa della Volvo Ocean Race da Auckland a Itajaì. Per il team americano si tratta della prima vittoria di tappa nella Volvo Ocean Race 2011/12 che gli vale 30 punti nella classifica generale, sempre guidata dagli spagnoli. Intanto nel pomeriggio i francesi di Groupama sono ripartiti con un armo di fortuna dal porto uruguayano di Punta del Este e CAMPER prevede di lasciare questa notte Puerto Montt, in Cile. Entrambi i team riprenderanno la regata verso il Brasile.

PUMA ha resistito con forza fino alle miglia finali ai continui attacchi di Telefónica ed è andato a guadagnarsi una vittoria storica nella quinta tappa, la più dura e impegnativa a ragione considerata come la frazione regina del giro del mondo a vela. Il team a stelle e strisce ha tagliato la linea di Itajaì con un margine di soli 12 minuti e 38 secondi sugli spagnoli guidati da Iker Martinez, comunque protagonisti di uno dei più grandi recuperi nella storia dell'evento. Dopo oltre 7.500 miglia di navigazione in condizioni quasi al limite nel Pacifico meridionale e oltre il mitico Capo Horn, PUMA ha tagliato la linea del traguardo di Itajaì sotto un cielo azzurro e un sole splendente ottenendo la sua prima vittoria nella Volvo Ocean Race 2011/12. È stato un finale assolutamente mozzafiato, una battaglia per la prima posizione, in una tappa che ha visto cinque delle sei barche costrette a fermarsi per riparare i danni subiti.

PUMA Ocean Racing powered by BERG ottiene 30 punti per la vittoria, che lo porta a 113 punti nella classifica generale, ovvero 34 alle spalle dei leader, malgrado sia stato costretto al ritiro nella prima tappa a causa di un disalberamento in pieno atlantico del sud.
Sui visi degli undici velisti a bordo erano chiari soddisfazione e sollievo, dopo oltre 20 giorni di dura navigazione e di stress. Non appena arrivato a terra lo skipper Ken Read ha dichiarato: "Non ho mai visto un benvenuto simile. Non so chi siano tutte queste persone ma sembra che ci conoscano, quindi non vedo l'ora di conoscere loro. Non ho mai fatto una tappa oceanica così dura in vita mia. Abbiamo finito il cibo un giorno e mezzo fa quindi non abbiamo più potuto mangiare. È stata davvero dura." Lo skipper originario del Rhode Island ha anche speso qualche parola per i suoi avversari meno fortunati. "Il nostro pensiero va ai team che hanno avuto dei danni. Sappiamo cosa vuole dire ed è ancora peggio quando succede in un posto come il pacifico meridionale."
PUMA è stato protagonista di una crescita costante, dopo il duro colpo subito nella prima tappa, tanto che nelle ultime quattro regate, siano esse tappe oceaniche o In-port race, non ha mai ottenuto piazzamenti peggiori del secondo posto.

Comunque soddisfatto, lo skipper basco di Telefónica Iker Martinez: "Già il fatto di essere qui è fantastico, non ci sembrava possibile. Ogni tappa ha dimostrato che non solo è necessario avere un buon equipaggio ma anche il migliore shore team e noi ce l'abbiamo, come si è visto. Siamo molto stanchi e anche la barca lo è. Avrà bisogno di molti lavori e lo shore team avrà molto lavoro da fare." Grazie alla seconda posizione nella quinta tappa Team Telefónica consolida la sua leadership nella classifica generale provvisoria con 147 punti.

Una tappa storica e durissima
La quinta tappa ha mantenuto tutte le promesse, è stata la frazione più dura, più impegnativa fin dalla prima notte dopo la partenza da Auckland quando la flotta ha subito incontrato condizioni terribili, con onde enormi e vento oltre i 40 nodi. Poche ore dopo, con Team Sanya come leader, Abu Dhabi è stato costretto a rientrare nella capitale neozelandese per riparare la paratia di prua e mentre Ian Walker lottava per ripartire, le altre cinque barche si dirigevano verso una forte depressione tropicale posizionata a nord-est della Nuova Zelanda. Il co skipper di CAMPER Stuart Bannatyne, al suo sesto giro del mondo la descriveva così: "Senza ombra di dubbio, la prima notte più dura che io abbia mai visto."

Dopo una discesa veloce verso i Quaranta Ruggenti, la flotta poteva contare su un breve periodo di relativa calma, all'attraversamento di un sistema di alta pressione con venti più leggeri. Abu Dhabi, avendo portato a termine i lavori a tempo di record, poteva riprendere il mare, salvo doversi riparare da una tempesta con 60 nodi di vento, prima di tornare in regata.

A bordo di PUMA erano gli uomini e il loro stato di salute a far riconsiderare la situazione Ken Read, con Casey Smith e Thomas Johanson feriti lo skipepr americano prendeva in considerazione l'idea di uno stop alle Chatham Islands per sbarcarli, ma dopo lunghe consultazioni con l'équipe medica a terra, la spalla slogata di Johanson veniva "rimessa a posto" dal compagno Jono Swain, mentre Smith doveva passare qualche giorno in cuccetta sotto l'effetto di sedativi. Ma per fortuna alla fine entrambi potevano riprendere il loro lavoro a bordo.

Ancora una volta proprio quando era in testa, Team Sanya veniva colpito dalla sfortuna, rompeva un timone e dopo un attento esame della situazione Mike Sanderson era costretto a gettare la spugna e a rimettere la prua verso la Nuova Zelanda. Una volta arrivato a Tauranga, dopo cinque giorni Team Sanya prendere la decisione di spedire la barca via nave fino agli Stati Uniti, per rientrare in regata a Miami.

Intanto la leadership passava di mano, con gli ispano/neozelandsi di CAMPER in vantaggio di 50 miglia su Groupama e PUMA e le condizioni si facevano sempre più estreme, costringendo gli equipaggi a passare in modalità sopravvivenza, più che regata, lungo le 800 miglia del limite della zona di esclusione dei ghiacci, definita dagli organizzatori per evitare il pericolo iceberg. Il tempo duro continuava anche per il sesto giorno, con le cinque barche tutte sopra le 500 miglia di percorrenza sulle 24 ore.

Dopo due ingavonate spaventose, lo skipper di CAMPER commentava: "se riusciamo ad uscire da questa cosa indenni, arriveremo a terra e penseremo che è stata l'esperienza migliore della nostra vita. Ma adesso, mi sembra proprio una situazione stressante." Parole profetiche, quelle di Nicholson che poco prima di passare il muro delle 5.000 miglia all'arrivo, era costretto a tirare il freno, per riparare una delaminazione alla paratia di prua, occorsa a causa di una violenta caduta nel cavo di un'onda. Il giorno seguente, quando il materiale per i lavori stava cominciando a scarseggiare e dopo essersi consultato con il team di progettazione, lo skipper australiano decideva di dirigersi verso Puerto Montt, in Cile e distante 2.500 miglia per effettuare le riparazioni con l'aiuto dello shore team.

Le condizioni continuavano a peggiorare nei giorni seguenti, il trio di testa doveva affrontare temperature gelide, onde enormi e venti fino a 50 nodi. Team Telefónica, in terza posizione, doveva pure rallentare per evitare di peggiorare un danno alla prua. Mentre Abu Dhabi finalmente riusciva a entrare in un buon flusso di vento, dopo essere rimasto intrappolato in una bolla di alta pressione 1.400 miglia alle spalle dei leader, Telefónica annunciava l'intenzione di fermarsi dopo aver doppiato Capo Horn.

I due battistrada, Groupama e PUMA passavano il più mitico e temuto capo del giro del mondo a una sola ora e mezza di distanza, prima di puntare verso nord e il Brasile. Abu Dhabi faceva registrare una velocità di punta di 40 nodi, prima di dover rallentare sensibilmente a causa della scoperta di un'ampia zona delaminata sulla parte prodiera dello scafo. Navigando con cautela, l'equipaggio di Ian Walker compiva una vera e propria operazione eroica in alto mare, con il prodiere Justin Slattery calato sul lato della barca a fissare gli oltre 30 bulloni passati nello scafo per rinforzarlo e unire le pelli interna e esterna.

Telefónica si fermava quindi nel parco nazionale di Capo Horn, dove l'aspettava il suo team tecnico per una riparazione che durava 17 ore. A causa di un problema alla schiena, il prodiere Antonio Cuervas-Mons, soprannominato Ñeti era costretto a scendere a terra. Gli spagnoli rientravano in gara il primo di aprile, con un ritardo di 412 miglia dai primi, una distanza apparentemente impossibile da recuperare. Tuttavia, mentre il duo di testa formato da Groupama e PUMA era impegnato in un match-race oceanico ravvicinato, Telefónica cominciava un rientro spettacolare, favorito anche da migliori condizioni meteo, e riusciva e riprendere terreno in maniera costante. Il diciassettesimo giorno di regata vedeva gli spagnoli farsi sotto, a un centinaio di miglia da Groupama e PUMA, che continuavano ad alternarsi al vertice quando mancavano meno di 800 miglia a Itajaì, di bolina e con un mare confuso e fastidioso.

Ma, proprio il giorno successivo, la sfortuna colpiva i francesi. L'albero di Groupama si spezzava appena sopra la prima crocetta, quando il team francese guidava per sole due miglia. L'equipaggio riusciva velocemente a recuperare la parte superiore dell'albero e le vele e faceva rotta verso Punta del Este, in Uruguay, distante poco meno di 60 miglia per approntare un armo di fortuna. Montato con l'aiuto dello shore team il moncone, Groupama poteva ripartire proprio mentre a poche miglia dal traguardo si svolgeva una delle battaglie più serrate per la vittoria dell'intera regata fra PUMA e Telefónica. Fra decine di barche spettatori, in uno scenario magnifico, cielo azzurro e sole caldo, i due team davano il tutto per tutto, marcandosi strettissimi a poche decine di metri di distanza in una brezza che andava progressivamente calando. Fino alla prima, storica e meritata vittoria di tappa di PUMA.

Intanto nel pomeriggio i francesi di Groupama sono ripartiti con un armo di fortuna dal porto uruguayano di Punta del Este e CAMPER prevede di lasciare questa notte Puerto Montt, in Cile. Entrambi i team riprenderanno la regata verso il Brasile.
Abu Dhabi invece è stato caricato sulla nave che partirà domani per portarlo a Itajaì.

giovedì 5 aprile 2012

Nuove regole dopo gli incidenti alla Volvo?




Itajaì, Brasile - 5 aprile 2012 - Il CEO della Volvo Ocean Race Knut Frostad ha emesso un comunicato ieri nel quale esprime la sua preoccupazione per il ripetersi di problemi tecnici alla flotta in questa edizione della regata.

Frostad, che ha partecipato quattro volte al giro del mondo come velista, ha affermato che non è accettabile avere così tanti incidenti tecnici e ha confermato che gli organizzatori continueranno a fare tutto ciò che è loro possibile per riportare in regata quanto prima gli equipaggi costretti a sospendere la navigazione o al ritiro.

Il testo del comunicato, che è stato diffuso dopo la notizia del disalberamento di Groupama che lascia solo due barche ancora in gara nella quinta tappa, da Auckland in Nuova Zelanda a Itajaì in Brasile:


"È troppo presto per trarre delle conclusioni esatte sulle cause di quanto accaduto ma siamo ovviamente molto preoccupati di vedere così tanti incidenti tecnici alle barche in questa tappa e nella regata in generale."

"È importante che non si salti a conclusioni sui motivi che hanno portato a questi incidenti. Alcuni sono chiaramente non in relazione gli uni con gli altri. Tuttavia, prenderemo in considerazione i problemi in fase di definizione delle regole e della tecnologia per il futuro."

"Abbiamo già lavorato molto, discusso con i team, i progettisti e tutti coloro che sono coinvolti nell'evento riguardo le barche e le regole che utilizzeremo in futuro, e pensiamo di poter annunciare una decisione prima della fine di questa edizione della regata. Per il momento, la nostra attenzione è focalizzata sulla sicurezza dei velisti. Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare Groupama e gli altri team che sono stati costretti a sospendere o a ritirarsi, perché possano rientrare in regata il prima possibile."








mercoledì 4 aprile 2012

Groupama in testa disalbera

Punta del Este 4 aprile 2012 - Groupama sailing team ha sospeso la regata nella quinta tappa della Volvo Ocean Race dopo aver rotto l'albero sopra la prima crocetta.

L'equipaggio è sano e salvo e la barca si trova a circa 60 miglia a sud di Punta del Este, in Uruguay. "Abbiamo disalberato, l'equipaggio sta bene. Stiamo lavorando per tenere sotto controllo la situazione, non è semplice." Ha detto lo skipper Franck Cammas in un contatto con la direzione di gara. "Abbiamo sospeso la regata e stiamo verificando il da farsi. Siamo a 59 miglia da Punta del Este."

Groupama al momento della comunicazione dell'incidente, alle 15.40 GMT (le 17.40 ora italiana) era in testa della quinta tappa da Auckland a Itajaì, in Brasile, e aveva un piccolo vantaggio sugli americani di PUMA.

domenica 1 aprile 2012

Campionato Nazionale d'Area Minialtura - Velaclub Palermo

Gran battaglia nel Campionato Nazionale d'Area Minialtura organizzata dal VelaClub Palermo nello splendido Golfo di Mondello. 
La giornata è praticamente estiva, le acque cristalline e si parte puntuali alle 11.30. Il vento è leggero, la flotta si dirige verso terra per sfruttare l'accelerazione della montagna poi comincia una lenta rotazione a sinistra. Il Comitato previene le mosse del vento e fa immediatamente piazzare la boa di cambio percorso. La regata non ne risente ma tutto è lento. Il vento non accenna a rinforzare e così diventa una lotta tra specialisti delle bave. Francesco Costa regolerà tutti, aggiudicandosi la prova davanti Maurizio D'Amico, al timone di Menef8, ed il catanese Cesare Dell'Aria, uno dei favoriti, in quanto vincitore del recente Campionato Invernale su Wolverine.
A metà giornata, il vento si stende da Nord, a Capo Gallo i surfisti viaggiano con 25 nodi di vento. Ma il Presidente del Comitato Alberico Albano, si ostina a far mantenere il campo di Regata nel Golfo di Mondello, commettendo un clamoroso errore. Nonostante i consigli dei Giudici locali, fa partire la seconda prova con aria rarefatta, tutto questo mentre i surf sfrecciano a tutta velocità sullo sfondo. Poi si arriva al ridicolo: barche di poppa sullo stesso lato con direzione opposta. A meno di mezzo miglio non sono più solo i surf a sfrecciare, ma sono andati ad allenarsi a Capo Gallo, Optimist, Laser e 420. Questa assurda seconda prova va comunque ai messinesi di Panza e Presenza guidati al timone dal forte marsalese Domenico Campo. Quindi Wolverine e Menef8. Brera Hotels, CusCus e l'altro equipaggio catanese di South Kensington erano stati messi fuori gioco da una partenza anticipata.
Le lamentele dei concorrenti cominciano a montare, così come quelle degli organizzatori. Finalmente si sposta tutto a Capo Gallo. I surfisti rientrano e lasciano lo spazio ai Minialtura. Il vento continua a essere steso e va da 18 a 27 nodi. Un autentico paradiso. Siamo in una delle più belle riserve d'Italia, il vento è forte e l'onda è minima. Cosa si vuole di più? Forse si vuole essere protagonisti. Questo vale per gli atleti, ma certamente non lo deve fare il Presidente del Comitato. Mentre la flotta cerca di raggiungere Capo Gallo, rimanendo impantanata nella bonaccia di centro Golfo, il Comitato inizia la procedura di partenza con sola mezza flotta presente. Apriti cielo: le urla di protesta non tardano ad arrivare. Per fortuna, il contro starter si accorge che la boa di partenza ara e chiede al Comitato il tempo di riposizionarla. Tutto finisce, per fortuna, in gloria. La flotta parte e viaggia compatta, le barche alzano lo spinnaker e le planate non finiscono mai, per la gioia dei tanti fotografi presenti, così come sono tante anche le straorzate. Vincerà questa ultima e bellissima prova della giornata Brera Hotels che non sbaglia nulla e sfrutta con maestria tutta la potenza del vento. Subito dietro Menef8 e Wolverine. South Kensington chiude al quinto posto, ma gli atleti catanesi fanno vedere ottime cose per un equipaggio che sale per la prima volta su un Platu 25.
Si rientra a terra e l'attento stazzatore Stefano Thermes controlla il peso dell'equipaggio di Brera Hotels. Sono 4 chilogrammi sopra sul limite concesso dalla classe che è di 400. Vengono così squalificati per le tre prove.
In classifica generale si assesta così al primo posto Maurizio D'Amico su Menef8. Subito dietro Wolverine e Panza e Presenza distaccati tra di loro di un solo punto. Ma dalla prossima prova di domani, si potrà scartare il peggior risultato e risalirà sicuramente Stefano Pipitone su South Kensington.

Francesco Macaluso
VelaClub Palermo