Barcolana 2010

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partenza!

martedì 29 novembre 2011

Groupama oggi a Capetown

Città del Capo, Sudafrica - 28 novembre 2011 - Mancano poco più di 255 miglia al team francese di Groupama 4 per tagliare linea del traguardo di Città del Capo e salire sul terzo gradino del podio, ma la strada è ancora piena di insidie. Secondo le ultime previsioni potrebbe arrivare domani in mattinata. Procedono intanto i lavori per i tre team ritirati dalla prima tappa.


Con una notte ancora da passare in mare e 255 miglia ancora da coprire, è certo che l'equipaggio transalpino ha grande voglia di toccare terra. Alle 13 UTC (le 14 italiane) di oggi, quando si è entrati nel ventitreesimo giorno di regata, il team francese di Groupama 4 guidato dallo skipper Franck Cammas procedeva a bassa velocità, circa 8 nodi, rallentato dal vento leggero causato da un'alta pressione a oltre 255 miglia dal traguardo. Non è una sorpresa che l'equipaggio mostri segni di frustrazione per il fatto di essere ancora in mare quando gli avversari Telefónica e di CAMPER hanno entrambi portato a termine la loro fatica e sono già al lavoro nella capitale sudafricana per preparare barche e attrezzature per la Town In-Port Race e la partenza della seconda tappa, in programma rispettivamente per il 10 e 11 dicembre prossimi.


E, tuttavia, le ultime previsioni dicono che la battaglia contro la meteo non è ancora finita per Groupama, che dovrebbe impiegare ancora una decina di ore prima di uscire dalla zona di vento debole e poter abbandonare finalmente la navigazione di bolina. A salvarli dovrebbe arrivare un sistema di bassa pressione che durante la notte produrrà brezze meridionali anche piuttosto intense. Ciò significa che i francesi potranno fare finalmente rotta verso Città del Capo ad andatura portante. Il vento andrà via via aumentando, in pratica si tratta dello stesso fronte che ha reso così difficile l'arrivo di CAMPER nella mattinata di ieri, e che costringerà Groupama ad affrontare venti oltre 30 nodi e mare molto formato almeno fino a 50 miglia dalla linea del traguardo. L'arrivo del team francese, secondo le ultime previsioni, potrebbe quindi avvenire intorno alle 9.00 GMT (le dieci ora italiana) di domani, martedì 29 novembre.


"Stiamo combattendo con il vento leggero da questa mattina" ha detto lo skipper Franck Cammas nel corso di un collegamento con gli organizzatori "abbiamo ancora qualche ora di bonaccia prima di accelerare e metterci in rotta per Città del Capo. Stiamo aspettando questo vento. Non abbiamo cambiato il nostro modo di navigare da quando CAMPER è arrivato, stiamo portando la barca con lo stesso ritmo. Volgiamo arrivare a Città del Capo il prima possibile perché la sosta sarà breve, ma vogliamo anche arrivarci in un pezzo solo e con la barca in buone condizioni."


A proposito della prestazione di Groupama, Cammas ha affermato: "Non siamo troppo delusi, perché un terzo posto non è così male, altri sono in una situazione ben peggiore della nostra. Siamo delusi perché, specialmente alla fine della tappa, non siamo riusciti a recuperare sugli avversari. Il passaggio delle calme equatoriali non ci ha permesso di entrare negli stessi sistemi meteo. Eravamo dieci ore dietro a CAMPER, e ora sono diventati due giorni, è frustrante. Ma questa è la legge del mare, del tempo e della vela. Questa volta è successo a noi e succederà ancora, sono le regole del gioco."


Quanto alla barca: "Abbiamo imparato moltissimo sulla barca, purtroppo non siamo stati molto a contatto con gli altri e da questo punto di vista la regata è stata un po' strana. Perciò abbiamo voglia di ripartire per la seconda tappa, per vedere tutte le sei barche navigare insieme e combattere, incluse quelle che hanno avuto problemi tecnici."


Intanto, l'equipaggio di PUMA Mar Mostro sta passando il tempo sulla remota isola di Tristan da Cunha tra una partita di golf e quello che i pochi abitanti hanno organizzato per loro nell'attesa della nave che arriverà in loro soccorso, la Team Bremen, che ha lasciato il porto di Città del capo nelle prime ore del mattino. Si prevede che il cargo impieghi quattro giorni per coprire le 1.500 miglia che separano l'isola dal Sudafrica. La barca verrà poi caricata a bordo con una gru e alloggiata nell'invaso montato appositamente in coperta. A bordo della Team Bremen è salito il capo costruttore di PUMA Chris Hill, sono stati imbarcati l'invaso, un container con le attrezzature, materiale tecnico e anche cibo per il passaggio di ritorno dell'equipaggio. Nel migliore dei casi, la nave potrebbe arrivare a Città del capo il prossimo 6 dicembre. L'albero di scorta di PUMA Mar Mostro è invece in partenza dagli Stati Uniti oggi e dovrebbe arrivare in Sudafrica venerdì.


Gli altri due scafi che avevano subito avarie nelle prime fasi della regata, Azzam dell'Abu Dhabi Ocean Racing e il cinese Team Sanya, sono in viaggio sempre via nave alla volta di Città del Capo, dove dovrebbero arrivare mercoledì.



lunedì 28 novembre 2011

Volvo Ocean Race - 2011/2012

Città del Capo, Sudafrica - 27 novembre 2011 - CAMPER guidata dallo skipper australiano Chris Nicholson ha tagliato la linea del traguardo di Città del Capo, dopo una notte di navigazione in condizioni molto dure, con venti oltre i 30 nodi e onde enormi, alle 10.48.04 GMT (11.48.04 ora italiana) dopo 21 giorni, 21 ore, 48 minuti e 4 secondi dalla partenza da Alicante.


CAMPER with Emirates Team New Zealand, conquista così 25 punti nel tabellone generale che vanno ad aggiungersi ai quattro guadagnati con il terzo posto della regata prologo di Alicante, la Iberdrola In-Port Race, e sale sul secondo gradino del podio della tappa e della classifica overall, due punti dietro i vincitori di Team Telefónica che hanno tagliato la linea del traguardo ieri sera.


Appena giunto a terra lo skipper Chris Nicholson ha commentato: "Siamo tutti interi e stiamo bene. Tutti i team cercavano di avvicinarsi a terra, e ci stavamo riuscendo ma poi si è dimostrata la scelta sbagliata" ha detto il velista australiano a proposito della scelta iniziale di rimanere vicino alla costa africana. "Sono stati 20 giorni di rincorsa ai primi, da quel momento in poi e non siamo riusciti a recuperare il gap. Ci sarebbe piaciuto moltissimo combattere fianco a fianco con Telefonica e Puma. Le condizioni sono state abbastanza dure, come avete potuto vedere dai danni alle barche. Noi cercavamo di correre sempre al massimo. Ci siamo comportati bene, siamo secondi ed è un bel risultato. Quanto alle rotture alle barche, sappiamo che può succedere a chiunque in qualsiasi momento. Se fossi in loro (i tre team che hanno dovuto ritirarsi) penserei al fatto che la regata è ancora molto aperta."


Il co-skipper neozelandese Stu Bannatyne da parte sua ha espresso la felicità di essere a terra "È bellissimo essere finalmente a Città del capo. È stata una tappa molto lunga, ma siamo saliti sul podio e quindi siamo felici. La scorsa notte abbiamo navigato più tranquilli, dopo l'arrivo di Telefónica, perché c'erano fra 35 e 40 nodi e a quel punto non aveva molto più senso spingere troppo."


Nel corso della navigazione da Alicante a Città del Capo, CAMPER ha fatto registrare la migliore percorrenza sulle 24 con 554,16 miglia il 24 novembre, record che farà guadagnare loro l'ambito IWC Speed Record Challenge, per la prima tappa. Una frazione che ha visto CAMPER protagonista con alterne fortune, dopo aver guidato la flotta nelle fasi iniziali e fino all'uscita dallo stretto di Gibilterra, gli ispano/neozelandesi hanno pagato caramente la scelta tattica presa in Atlantico. Inizialmente il team ha scelto di seguire l'opzione dei francesi di Groupama 4, mantenendosi vicino alla costa africana. Il quarto giorno, tuttavia, Nicholson ha deciso di sacrificare le miglia guadagnate verso la boa (il traguardo) e ha portato la sua barca bianca e rossa su una rotta occidentale e più al largo, come avevano fatto PUMA Mar Mostro e il futuro vincitore di tappa Telefónica.


È stata una decisione costosa, che il team non è mai riuscito veramente a recuperare, tanto che al quinto giorno CAMPER lamentava un distacco di 105 miglia ed era in ultima posizione. Il distacco ha continuato ad aumentare mentre l'equipaggio cercava di portarsi più a ovest, al settimo giorno raggiungeva il massimo gap con 334 miglia. ma, proprio da quella notte la fortuna è cambiata per CAMPER. Recuperando ben 56 miglia, il team è riuscito a riportarsi sotto e nella scia dei leader. Continuando a riprendere terreno, CAMPER si è riportata in gara.


Al nono giorno il team si trovava infatti in terza posizione e al passaggio obbligato dell'isola di Fernando de Noronha il tredicesimo giorno aveva un distacco di 126 miglia dai leader di PUMA Mar Mostro. Nel tragico giorno del disalberamento degli americani, il diciassettesimo, CAMPER si era avvicinata fino a 110 miglia. Nel tentativo di farsi ancora più sotto, l'equipaggio spingeva la barca al massimo e la pressione psicologica ha provocato l'incidente che ha visto protagonista il giovane prodiere sudafricano Mike Pammenter. Sbattuto violentemente da un'onda sulle sartie mentre stava effettuando un cambio di vela, Pammenter si è rotto un dente e il labbro ma è stato prontamente curato dai suoi compagni. Certo un evento che ricorda quanto dura e impegnativa fisicamente può essere la regata. Fortunatamente, già il giorno dopo, il sudafricano era in coperta e pronto a collaborare con il resto del team per far camminare la barca il più velocemente possibile verso Città del Capo all'inseguimento del battistrada Telefónica ormai a sole 94 miglia davanti.


"Adesso dobbiamo pensare al nostro nuovo avversario" scrivevano da bordo di Telefónica. Ma, la ruota della fortuna ha girato ancora una volta contro CAMPER, che è riuscito ad agganciare il fronte freddo, con i suoi venti favorevoli, in ritardo rispetto agli spagnoli che ormai avevano preso il largo. CAMPER ha concluso la prima tappa con oltre 200 miglia e oltre sedici ore e mezza di ritardo, ma con un eccellente secondo posto e, soprattutto, senza riportare danni maggiori.


Ad oggi, rimane in mare ancora Groupama 4, che all'ultimo rilevamento era localizzato a poco più di 521 miglia da Città del Capo e il cui arrivo è previsto per le prime ore di martedì. Il loro terzo posto li farà salire sul terzo gradino del podio provvisorio con 22 punti (20 per la tappa e due nella In-port). Le tre barche che sono state costrette al ritiro per problemi tecnici manterranno i punti guadagnati nella In-port di Alicante: Abu Dhabi Ocean Racing 6 punti, PUMA Ocean Racing powered by BERG 5 punti e Team Sanya 3 punti.



Trofeo” Legni di Mare” S’cenza club



Trieste, Barcola - 25 novembre 2011 - Si è svolta stasera nella splendida cornice del "dernier étage" del Greif Hotel Maria Theresia di Trieste la premiazione del Trofeo Legni di  Mare 2011 organizzato dallo S'Cenza Club. Geniale trovata di Alberto Alunni Barbarossa spalleggiato nel coordinamento dal fratello Stefano da Roberto e Bruno Lodes e da tutto il comitato organizzatore Sandro Fioritto, Enrico Teiner, Enzo Distefano.
Bellissima la cena e la festa a coronamento della stagione di regate svoltesi nel golfo di trieste. La classifica è emersa dai piazzamenti delle singole barche, durante la stagione 2011, nelle varie regate di club. Non sottovalutiamo la semplice formula che caratterizza la classifica, un punteggio calcolato sulle singole posizioni ottenute alla fine di impegnative gare immersi in una realtà estranea ai canoni tradizionali delle nostrane regate open del golfo. Molto interessante quindi questa competizione nascosta tra le posizioni di classifiche che poche soddisfazioni potrebbero regalare alle nostre signore del golfo. 
Primo posto conquistato meritatamente proprio dallo scafo dei fratelli Alberto e Stefano Alunni Barbarossa Sharhazad, al secondo  si inserisce una vecchia conoscenza del nostro golfo il Nibbio di Piero Barcia, terzo sul podio il Sangermani Sirah dei fratelli Bruno e Roberto Lodes.
Gli organizzatori hanno ringraziato tutti anche chi come Nello Cielo con il suo Alnair II, con grande spirito sportivo, pur iscrivendosi non ha potuto partecipare, e sopratutto l'unica armatrice donna partecipante Antonia de Manzini con Nembo II.
Ha chiuso la serata lo scambio di un trofeo tra i due equipaggi del Sharhazad e  Sirah per la goliardica sfida, ormai triennale, che quest'anno si è conclusa con un 4 a 3 in favore del Sangermani dell'Adriaco.



mercoledì 23 novembre 2011

Oltre i 20 nodi le barche della volvo

Alicante, Spagna - 22 novembre 2011 - Sono state 24 ore ricche di dramma ed emozioni per la flotta della Volvo Ocean Race, che è ridotta a tre barche dopo il disalberamento di PUMA. Gli spagnoli di Telefonica continuano a guidare, con poco meno di cento miglia di vantaggio su CAMPER, che ieri ha anche vissuto momenti di tensione per l'incidente al giovane prodiere Mike Pammenter. I francesi di Groupama continuano a macinare miglia e a recuperare terreno. 


È stata, quella di ieri, una giornata che ha mostrato in maniera netta, con due eventi drammatici nello spazio di una sola ora, quanto difficile e dura possa essere la Volvo Ocean Race. PUMA Mar Mostro guidata dallo skipper americano Ken Read è la seconda barca a disalberare durante la prima tappa dopo Abu Dhabi Ocean Racing. Il team stelle e strisce è quindi stato costretto al ritiro e non guadagnerà alcun punto in classifica. Read e il suo equipaggio stanno valutando le diverse opzioni per arrivare a Città del capo il più in fretta possibile, riparare i danni e poter partecipare alla In-port race e alla seconda tappa. Secondo le ultime notizie, PUMA sta facendo rotta con armo di fortuna verso la sperduta isola vulcanica di Tristan da Cuhna, situata a 1.750 miglia dal Sudafrica e a 2.000 dal sud America.


Il CEO della Volvo Ocean Race Knut Frostad, con quattro giri del mondo a vela nel suo curriculum, ha detto che l'equipaggio di PUMA ora affronta la sfida più dura: "È una delle cose più difficili con cui un team deve fare i conti in mare, mentalmente è durissima. Questi velisti arriveranno a Città del Capo affamati, depressi dopo un periodo psicologicamente arduo e dovranno ricominciare subito, salire a bordo e far rotta per Abu Dhabi. È dura ma anche la regata lo è, e sono sicuro che ce la faranno."


Poco prima dell'incidente occorso agli americani, anche a bordo di CAMPER dello skipper australiano Chris Nicholson si vivevano momenti concitati quando il prodiere sudafricano Mike Pammenter si feriva. Durante un cambio di vela, un'onda enorme ha sbattuto il velista contro le sartie, fortunatamente Mike indossava il casco. Pammenter ha perso un dente e si è tagliato un labbro, ma è stato prontamente medicato dai suoi compagni. 


Malgrado questo problema, CAMPER ha perso solo due miglia sui leader spagnoli di Telefónica che sembrano rimanere concentrati al massimo per mantenere la testa e aggiudicarsi la tappa. La prua di Telefónica punta ancora verso sud-est per evitare il centro dell'anticiclone di Sant'Elena, che questo anno è posizionato più a sud che negli anni precedenti, e costringe i team a percorrere più strada per raggiungere i venti occidentali che li potrebbero portare velocemente a Città del Capo. Lo skipper Iker Martinez esamina lucidamente la situazione: "Ieri mi è sembrato ancor più evidente che la regata non è finita finché non si taglia la linea del traguardo. Non è stato per nulla piacevole lasciare i nostri rivali a 2.000 miglia dalla costa, senza albero, ma sono certo che gli organizzatori hanno la situazione sotto controllo. Ora noi dobbiamo pensare ai nostri nuovi avversari di CAMPER, come abbiamo visto può ancora succedere di tutto in duemila miglia, non è facile ma dobbiamo tener duro, rimanere concentrati e non fare errori." 


Secondo le posizioni di oggi alle ore 13 GMT, quando si entra nel diciassettesimo giorno di regata, gli spagnoli di Telefonica continuano nella loro corsa, purtroppo ora solitaria, in testa e sono a meno di 2.000 miglia dalla linea di Città del Capo. Distanziati di 96,4 miglia gli ispano/neozelandesi di CAMPER, che al momento del rilevamento facevano anche registrare la velocità più alta, con 21,4 nodi. Groupama 4, che ha passato gli ultimi due giorni navigando al lasco mure a sinistra, sta navigando pure bene con punte oltre i 24 nodi e si è avvicinata al duo di testa, che oggi dista meno di 280 miglia. A causa di questo ritardo i francesi, però, potrebbero non riuscire ad agganciare la stessa aria dei battistrada per coprire il tratto finale del percorso.


Se i leader riusciranno a "svicolare" il pericolo della alta pressione, si prevede che il loro arrivo in Sudafrica possa avvenire, secondo gli ultimi calcoli, fra sabato 26 e domenica 27 novembre, ovvero tre settimane dopo il via da Alicante. 


Intanto da Città del Capo arrivano buone notizie da Team Sanya: il gruppo di sei esperti costruttori del cantiere neozelandese Salthouse è al lavoro a pieno ritmo per la costruzione della parte prodiera dello scafo, sotto la guida attenta dello skipper Mike Sanderson. "Il modello in legno su cui costruiremo il nuovo pezzo è quasi finito, dobbiamo solo carteggiare e poi cominceremo con la struttura vera e propria." Preoccupato che il vento forte tipico di Città del Capo potesse creare problemi, Sanderson ha pensato a una soluzione utilizzando i container che servono per spostare il race village nelle varie tappe. "In pratica useremo una gru per costruire un capannone temporaneo, con i container come parete e un tetto di tessuto. Il nuovo pezzo di barca sarà qui dentro e una volta arrivata la barca la porteremo dentro e cominceremo a tagliare la parte danneggiata, poi potremo sostituirla con quella nuova" ha spiegato lo skipper kiwi.


Per le ultime posizioni è possibile collegarsi alla cartografia online alla pagina: 
www.volvooceanrace.com/en/racetracker/rdc.html


Classifica provvisoria 22 novembre, alle ore 13 GMT 
1. Team Telefónica (Iker Martínez), a 1.939,9 miglia da Città del Capo 
2. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), +96,4
3. Groupama sailing team (Franck Cammas), +277,2
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read) ritirato dalla tappa 1
5. Team Sanya (Mike Sanderson), ritirato dalla tappa 1 
6. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), ritirato dalla tappa 1


Voci dall'oceano:
Ken Read, skipper di PUMA: "Erano circa le 14 GMT quando è successo il disastro, stavamo andando al lasco con 23 nodi d'aria, una mano di terzaroli, il fiocco e la trinchetta. L'albero è caduto di lato, improvvisamente. Naturalmente la prima cosa che abbiamo fatto è stato controllare che tutti stessero bene, nessuno si è fatto nulla. Poi l'equipaggio si è comportato in maniera eroica. Casey (Smith), sapendo benissimo che non lo avrei mai lasciato andare in acqua si è tuffato senza permesso per liberare la randa. Tony (Mutter) ha una certa esperienza di disalberamenti in mezzo all'oceano, ha coordinato l'azione. Tutto sommato è successo quello che ci si aspetta da questo gruppo, una capacità marinaresca incredibile che ha fatto in modo che non ci fossero ulteriori danni alla barca e che nessuno si facesse male. Alla fine della storia, la nostra tappa è finita. Siamo ancora a 2.300 miglia da Città del Capo, navighiamo con un armo di fortuna. Stiamo verificando le varie opzioni. Dire che siamo delusi sarebbe un eufemismo, il più grande del secolo. La barca stava andando benissimo, il team era quello che mi aspettavo, incredibile. È una battuta d'arresto per il nostro progetto? Nemmeno un po'! Vivremo per lottare ancora, ve lo prometto!"


Hamish Hooper, MCM di CAMPER: "Questi giorni sono la prova della realtà di quello che stiamo facendo e di come possa essere difficile, le condizioni sono peggiorate e le velocità aumentate. A un certo punto c'è stata una chiamata al cambio vela quindi l'equipaggio era tutto in coperta, la barca è stata messa all'orza per un momento per rallentare e Mike (Pammenter) è stato colpito da un muro d'acqua che lo ha portato via e lo ha fatto sbattere violentemente sulle sartie, l'impatto maggiore sul viso. Me ne sono reso conto quando ho visto Mike venire sottocoperta in una scia di sangue. Tony Rae e Stu Bannatyne, che sono gli infermieri di bordo, si sono attivati subito e in modo molto professionale, hanno seguito perfettamente la procedura, sono stati informati i dottori, le famiglie e lo staff della Volvo, e abbiamo spedito e ricevuto foto per consigli. Mike ha un dente davanti completamente rotto e le labbra tagliate, non è bello come al solito, poco ma sicuro. Meno male che aveva il casco, che non è una cosa tanto normale, perché la ferita avrebbe potuto essere peggio. Proprio in quel momento abbiamo sentito Will (Oxley) urlare che aveva ricevuto la notizia di PUMA. Pensavo fosse uno scherzo di cattivo gusto, ma non c'è scherzo brutto così. In un'ora due eventi drammatici ci hanno fatto capire in pieno quanto pericolosa e tirata può essere questa regata."


Phil Harmer, timoniere/trimmer di Groupama 4: "Ero fuori guardia e mi sono svegliato alla notizia che PUMA aveva disalberato, che è una notizia davvero pessima per i ragazzi. Siamo tutti amici nella flotta e a nessuno piace vedere succedere una cosa così. Possono accadere un sacco di cose quando si disalbera, la buona notizia è che non si è fatto male nessuno."
Franck Cammas, skipper di Groupama 4: "Il morale a bordo è buono ma c'è un po' di frustrazione perché siamo indietro e non abbiamo le stesse condizioni degli altri. La meteo è stata favorevole ai leader, che accumulano vantaggio. Per il momento siamo sul podio, e entriamo sempre più in sintonia con la barca, è stata una navigazione molto istruttiva, abbiamo imparato molto e pensiamo di essere più forti per il prosieguo della regata. Spero solo che nei prossimi giorni saremo più pericolosi. C'è un fronte da prendere, ma ci arriveremo più tardi degli altri. È un fronte che dovrebbe portarci a Città del Capo, verso est, e poi ci sarà un'alta pressione che si svilupperà dietro il fronte. Dovremo cercare di navigare al limite della bassa oppure sarà troppo tardi. In quel caso dovremo decidere in fretta di attraversare la depressione e aggirare lpalta da sud per poi risalire a nord, verso Città del Capo. La nostra ETA migliore nella notte fra il 27 e il 28, se dovremo scendere allora saranno 24 ore in più. Dopo l'incidente di PUMA non abbiamo cambiato il nostro modo di navigare, ma certamente questo è uno sport meccanico, potrebbe succedere a chiunque e controlleremo bene il sartiame, cosa che non avevamo previsto, quando saremo in Sudafrica."


Diego Fructuoso MCM di Team Telefónica: "Vi scrivo da bordo di Telefónica con la terribile notizia che i nostri rivali di PUMA hanno disalberato. È una disgrazia per un team che ha lottato tanto e che ci stava rendendo la vita difficile. Non si meritavano tanta sfortuna. Proprio prima che ci arrivasse la notizia, tutti e due stavamo camminando veloci, sopra i 23 nodi. Con il mare che c'è vuol dire andare molto veloci. Cape (il navigatore) mi ha detto che nelle ultime 24 ore abbiamo fatto 470 miglia, dà un'idea di come andiamo... ho chiesto a Neal (McDonald) e a Cape cosa stanno vivendo e loro mi hanno risposto che non si può spiegare. E loro lo hanno vissuto. A parte questo, vi posso dire che fa sempre più freddo, la temperatura dell'acqua è di 17 gradi e si abbassa. Si vede sulle facce di chi entra dopo il turno di guardia. Un saluto e un abbraccio ai nostri amici di Puma!"

lunedì 21 novembre 2011

Vor anche Puma Mar Mostro si ritira

Ufficializzato il ritiro di Puma dalla prima tappa della Volvo Ocean Race ed è il terzo dall'inizio della competizione dopo Abu Dhabi e team Sanya che va ad alimentare i dubbi che sorgono sulla fragilità di questo tipo di barche. Riportiamo quanto ha detto Ken Read  «there aren't a lot of smiles right now».



Puma disalbera

Alicante, Spagna - lunedì 21 novembre 2011 - PUMA Ocean Racing powered by BERG ha annunciato di aver disalberato nel corso della prima tappa della Volvo Ocean Race 2011-12, che ha preso il via 17 giorni fa da Alicante, Spain. Nessuno a bordo è ferito. L'incidente è avvenuto alle 15 GMT circa (le 16 ora italiana) nell'Atlantico meridionale, a circa 2.150 miglia da Città del Capo, Sudafrica.


Lo skipper Ken Read ha dichiarato: "Stavamo navigando mura a sinistra, al lasco con circa 22/23 nodi di vento con rotta est-nordest, onde di circa 8/10 piedi (poco più di tre metri) quando l'albero si è rotto. Non avevamo avuto alcun segnale del problema. Non c'è stato panico a bordo, e tutti sono sani e salvi. Grazie alle doti marinaresche dell'equipaggio abbiamo recuperato tutti e tre i pezzi dell'albero e le vele. Non ci siamo ritirati e stiamo valutando le diverse opzioni. Non stiamo usando il motore, prendiamo tempo per valutare i prossimi passi da farsi. Potremmo dirigerci verso l'isola di Tristan da Cunha, che dista circa 700 miglia, ed è sulla rotta per Città del Capo. Potremmo arrivare in cinque giorni. In questo momento il mio obiettivo principale è la salvaguardia degli uomini e poi considereremo tutte le opzioni per tornare in regata."


Il servizio di soccorso brasiliano è stato allertato ed è in stand-by, nel caso fosse necessaria assistenza. Il centro operativo della Volvo Ocean Race è in contatto costante con il team per stabilire l'esatta entità del danno e per garantire che l'equipaggio riceva il massimo supporto per gestire la situazione.


Le cause del disalberamento non sono note al momento. Lo shore team di PUMA Ocean Racing è al lavoro per stilare un piano di recupero in modo che la barca possa riprendere la regata il prima possibile e lavorerà in collaborazione con gli organizzatori della Volvo Ocean Race per determinare la causa del disalberamento. Maggiori informazioni verranno fornite appena disponibili.

sabato 19 novembre 2011

Volvo Ocean Race - Gli spagnoli di nuovo primi

Alicante, Spagna - 18 novembre 2011 - Continua il duello miglio su miglio, fra i due leader PUMA e Telefonica, un vero e proprio match race fra i due, che continua da molti e molti giorni. Secondo le ultime posizioni, gli spagnoli hanno ripassato gli americani e sono 12 miglia più vicini al traguardo di Città del Capo. Ma, le prossime ore e le scelte meteo, potrebbero ancora cambiare la situazione. CAMPER e Groupama rincorrono e sperano nella riscossa.


Continua, in testa alla flotta l'incredibile match race oceanico fra Telefónica guidato dall'olimpionico spagnolo Iker Martínez che oggi ha ripreso la testa della flotta (secondo posizione teorica calcolata sulla distanza al traguardo) e PUMA Mar Mostro con lo skipper americano Ken Read, anche oggi separati da una manciata di miglia. Una bella spinta psicologica per Telefónica, segnalato 12 miglia più prossimo alla linea del traguardo e a una velocità di oltre 17 nodi, ossia quattro in più dei rivali americani. Tuttavia, quella che attende i due leader è una situazione complessa e difficile da interpretare, una strada irta di ostacoli, che potrebbe anche costituire l'arma migliore per la riscossa degli inseguitori.


Facile prevedere che sarà una corretta interpretazione della meteo quella che potrà portare gli uni o gli altri al rimpianto o alla gioia. L'incertezza e gli ostacoli dipendono da due cellule dell'anticiclone di Sant'Elena, che si è appunto diviso in due parti, a causa della presenza di un fronte freddo che si estende fino alla punta meridionale del Brasile, quella che gli esperti anglosassoni chiamano la Southern Atlantic Convergence Zone (SACZ). La cellula occidentale si va espandendo, mentre quella orientale si disperde e si può prevedere che, per domenica, le due siano fuse in una grande area di alta pressione. La transizione da uno scenario all'altro, tuttavia potrebbe durare anche tre giorni, con alisei deboli e una zona di vento molto leggero al centro.


Se ora Telefónica e PUMA viaggiano con venti di aliseo orientale, fra qualche ora, potrebbero rallentare l'andatura in prossimità della SACZ, dovendo fare molta attenzione a non entrare nella zona di arie debolissime ad ovest dell'area di convergenza.
Inoltre, da nord a sud, il vento cambierà anche di direzione così che i due battistrada cercheranno di posizionarsi leggermente più a est per rimanere nelle brezze favorevoli il più a lungo possibile. Per le prossime ore, è prevedibile che continuino a procedere verso sud-sudest con velocità che potrebbero scendere anche sotto i 10 nodi. Navigando verso sud, potrebbero incappare nei venti leggeri e si tratta quindi di una strategia di compromesso fra il breve e il lungo termine, che potrebbe anche favorire un recupero di CAMPER e Groupama 4, con un riavvicinamento al duo di testa.


Il team francese guidato da Franck Cammas, che ha un ritardo consistente valutabile intorno alle 24 ore, questa mattina ha doppiato l'isola di Fernando de Noronha. Secondo le previsioni, però potrebbe arrivare nell'area di convergenza quando questa si sarà praticamente dissolta, concedendo quindi un passaggio più semplice nei venti occidentali, che li potrebbero spingere velocemente verso Città del Capo. Ed è proprio in questa porzione del percorso che potrebbe essere assegnato il premio per la migliore percorrenza sulle 24 ore del timekeeper ufficiale IWC.
Un'opportunità che anche i neozelandesi di CAMPER, in ritardo di poco più di150 miglia, non vogliono farsi sfuggire, come confermato dallo skipper Chris Nicholson in un collegamento con la centrale operativa della regata: "Ci sono ancora tante miglia da fare, è un dato che dobbiamo tenere in considerazione. Se ci sarà un cambio di vento o un sistema meteo importante, allora sì potremmo avere la chance di rientrare in gioco. Adesso, tutto ciò che desideriamo è un'opportunità!"


Al rilevamento delle ore 14 GMT, quando ai primi mancavano meno di 3.000 miglia all'arrivo e tutte le barche navigavano a velocità comprese fra i 13 e i 18 nodi, la leadership è tornata nelle mani degli spagnoli di Telefonica con un vantaggio di 12,2 miglia su PUMA mentre CAMPER è sempre in terza posizione a 152,5 miglia di distacco e chiude Groupama 4 a 360,5 miglia.


Per le ultime posizioni è possibile collegarsi alla cartografia online alla pagina: 
www.volvooceanrace.com/en/racetracker/rdc.html


Classifica provvisoria 18 novembre, alle ore 14 GMT 
1. Team Telefónica (Iker Martínez), a 2.945,9 miglia da Città del Capo 
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read) + 12,2
3. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), +152,5
4. Groupama sailing team (Franck Cammas), +360,5
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), ritirato dalla tappa 1
5. Team Sanya (Mike Sanderson), ritirato dalla tappa 1


Voci dall'oceano:
Andrew Cape, navigatore di Telefónica: "Siamo nell'atlantico meridionale, è una cosa completamente diversa, un gioco diverso. Dobbiamo trovare il modo di evitare le trappole. Per ora la meteo per noi è buona, abbiamo migliorato un po' la nostra ETA (Expected Time of Arrival ossia la previsione di arrivo). Ci sono anche delle opportunità da cogliere per provare a passare PUMA e arrivare primi. È questo il gioco, l'obiettivo, ed è questo che dobbiamo fare e faremo!"
Iker Martinez, skipper di Telefónica: "Dobbiamo andare a sud ancora per una dozzina di ore, entrare meglio nel sistema e poi fare la nostra mossa. Siamo abbastanza vicini a PUMA, c'è davvero poco fra noi e loro. È fantastico essere così attaccati, rende bellissima la regata. Non è ancora chiaro cosa farà il vento e stiamo discutendo della strategia, decideremo presto."


Chris Nicholson skipper di CAMPER: "È un vero duello quello fra PUMA e Telefónica. Quando arrivano le posizioni, noi perdiamo qualche miglio, ne guadagniamo qualcuno. Malgrado non siamo nella stessa zona, ora siamo nello stesso sistema meteo. Le barche hanno prestazioni molto simili. La nostra tattica d'ora in poi è di cercare un'opportunità ma e cercare di non forzare su qualcosa di poco chiaro."


Brad Marsh, prodiere su Groupama 4: "Ciao a tutti, oggi abbiamo passato lo zero e siamo finalmente entrati nell'emisfero giusto... non è che ci fosse tipo una linea nell'acqua, o un muretto. Comunque, ho avuto il grande onore di incontrare re Nettuno e la sua deliziosa moglie, la cerimonia è andata come previsto: umiliazione pubblica di fronte al resto dell'equipaggio e punizioni per quello che ho fatto di male... Non posso rivelarvi proprio tutti i dettagli ma vi posso dire che mi hanno fatto indossare un Mankini (il costume reso famoso dal film Borat), poi ho dovuto andare a carponi fino a prua facendo il rumore di un treno. Dopo aver mangiato e bevuto una quantità di robe disgustose, il re ha deciso che avevo bisogno di un bel taglio di capelli prima di poter tornare al mondo reale, quindi adesso ho un taglio tipo ultimo dei mohicani al contrario! Meno male che poi il re ha deciso che aveva altri impegni... fortunatamente non abbiamo fatto male ad alcun animale e spero che la mia fidanzata Robin accetti la mia nuova acconciatura, prima che ricrescano i capelli."

venerdì 18 novembre 2011

VOR L'anticiclone di S.Elena attende la flotta

Oceano Atlantico – Lasciatisi alle spalle il cancello di Fernando de Norohna, al largo delle coste brasiliane, i leader della prima tappa della Volvo Ocean Race, Puma e Telefonica, sono ormai in pieno atlantico del sud e fanno rotta verso il traguardo di Città del Capo. Davanti a loro, tuttavia, il famoso anticiclone di Sant’Elena potrebbe scombussolare le carte e la classifica. Camper guadagna sul duo di testa mentre Groupama 4 sembra finalmente uscito dalla situazione di empasse delle ultime ore e dista settanta miglia dall’equatore.


Non erano ancora passate le 5 GMT di questa mattina quando, a distanza di soli cinquantacinque minuti, i due leader Puma Mar Mostro e Telefónica hanno oltrepassato l’isola brasiliana di Fernando de Noronha, passaggio obbligato sulla rotta della prima tappa della Volvo Ocean Race. Alle loro spalle Camper (Chris Nicholson) è a poche decine di miglia dall’isola vulcanica brasiliana dove si prevede che Groupama 4 (Franck Cammas) possa arrivare domani verso mezzogiorno. Il duo di testa naviga ora in condizioni eccellenti, con andatura più larga e velocità vicine ai quindici nodi, il che fa presagire che il loro vantaggio possa aumentare.


Al rilevamento delle 13 GMT (le 14.00 in Italia) gli americani di Puma Mar Mostro erano alla metà teorica del percorso, a 3.255 miglia dal traguardo, ancora una volta tallonati, a sole 11,8 miglia, dagli spagnoli di Telefonica. Secondo le posizioni che giungono ogni tre ore, i neozelandesi di Camper avevano recuperato circa tredici miglia rispetto al precendente punto e anche Groupama 4 aveva rosicchiato qualcosa sugli avversari, pur avendo ancora 422,8 miglia di ritardo. Inoltre, per la prima volta da alcuni giorni, le posizioni indicano delle velocità quasi identiche dei quattro scafi, con 14,9 nodi per Puma, 15,2 per Telefónica e 15,6 per Camper e Groupama.


I due battistrada hanno impiegato esattamente dodici giorni per coprire circa 4.000 miglia e la prima metà del percorso che separa Alicante da Città del Capo. Tradizionalmente, il secondo tratto si considera il più veloce e quello dove spesso si sono infranti i record di percorrenza sulle ventiquattro ore. I prossimi due o tre giorni tuttavia, potrebbero essere complessi per i leader dal punto di vista strategico. A causa del periodo dell’anno – è primavera inoltrata nell’emisfero meridionale – il noto anticiclone di San’Elena è posizionato più a sud, il che creerà non pochi mal di testa ai navigatori che dovranno decidere quale tattica adottare nella seconda e decisiva parte della prima tappa della Volvo Ocean Race 2011/2012.


“L’approccio all’anticiclone di Sant’Elena da parte dei team sarà cruciale per il successo nella tappa. Se riescono ad evitare l’ostacolo potrebbero presto trovarsi in condizioni favorevoli per far rotta su Città del Capo. In caso contrario, potrebbero essere obbligati a navigare di bolina verso il traguardo, un’andatura lenta e scomoda” – ha detto il metereologo della Volvo Ocean Race, Gonzalo Infante – “Le ultime previsioni mostrano un sistema molto ampio di altra pressione che blocca la strada verso il Sudafrica. I team dovranno navigare vicino al centro della alta, il che potrebbe significare un rimescolamento delle carte e della classifica.”


Una situazione confermata anche da Tom Addis, navigatore di Puma, in un collegamento con la centrale operativa di Alicante ha detto: “Possiamo avere un approccio abbastanza convenzionale, cioè andare a sud, adesso non stiamo navigando verso la boa. Il piano generale è di cercare di posizionarsi per evitare l’alta di Sant’Elena, cercare di entrare nei venti da ovest per arrivare alla fine. La situazione è un po’ complicata a causa di un vecchio fronte, che ha lasciato una scia di aria fredda e contraria sul nostro cammino. Sarà difficile scegliere venerdì, sabato e domenica, ma poi quando lo avremo superato potremo continuare con il nostro piano.”


Solo nelle prossime ore si potrà dire, quindi, se la flotta della Volvo Ocean Race riuscirà a sfuggire alla minaccia del sistema antidepressionario e far velocemente strada verso la tanto agognata linea del traguardo di Città del Capo.



mercoledì 16 novembre 2011

VOR verso Fernando de Norohna

Alicante, Spagna - 16 novembre 2011 - Tagliando la linea dell'equatore, i due leader della prima tappa della Volvo Ocean Race PUMA e Telefonica hanno lasciato oggi, rispettivamente alle 12 e 13 circa, l'emisfero settentrionale e ora puntano verso Fernando de Norohna e il traguardo di Città del Capo. Qualche problema in più per gli inseguitori su CAMPER e Groupama, alle prese con venti leggeri. 


Mentre il duo di testa composto dagli americani di PUMA Mar Mostro e dagli spagnoli di Telefónica è riuscito a portare a termine un passaggio relativamente semplice e veloce della zona delle calme equatoriali e, oggi intorno alle 12 e 13 (ora Italiana) ha tagliato la linea dell'equatore entrando così nell'emisfero meridionale, sia CAMPER con lo skipper Chris Nicholson e i francesi di Groupama 4 guidati da Franck Cammas, hanno vissuto e stanno vivendo ore difficili nell'area dei Doldrums.


I leader hanno approfittato di un buon flusso d'aliseo di sud-est che ha permesso loro di mantenere velocità medie intorno agli 11/12 nodi, senza mai essere fermati dalla bonaccia, ma anzi avendo sempre non meno di 8/15 nodi di vento. Opposta la situazione per CAMPER e Groupama 4 che hanno continuato a perdere miglia rispetto alla testa della flotta, ben 82 per i francesi nelle ultime 24 ore. A conferma delle condizioni spesso dure e imprevedibili dell'area dei Doldrums, Chris Nicholson skipper di CAMPER ha raccontato di aver incontrato durante la notte: "Una cellula temporalesca enorme, larga circa 60 miglia." Secondo gli esperti, la meteo non sarà dalla parte degli inseguitori, che dovranno soffrire ancora in una situazione sfavorevole durante le prossime ore.


Nell'emisfero sud, invece, i due leader possono ora navigare verso il passaggio dell'isola di Fernando de Noronha, che è un cancello obbligatorio ma non assegna punti, con un buon vento che dovrebbe girare progressivamente da SSE a ESE. Navigatori e tattici dovranno quindi monitorare con attenzione il giro di vento, per interpretarlo al meglio dal punto di vista strategico. Il passaggio dell'isola brasiliana da parte del duo di testa potrebbe avvenire nelle prime ore di giovedì. Poi li attenderà l'altro "scoglio" dell'Anticiclone di Sant'Elena.


All'undicesimo giorno di navigazione, la classifica provvisoria della tappa resta invariata, benché le distanze fra le barche abbiano continuato ad oscillare. Secondo le ultime rilevazioni delle ore 13.12 UTC (le 14.12 ora italiana) PUMA è sempre in prima posizione con un vantaggio di 15,6 miglia su Telefonica, secondo, 157 su Camper e ben 355,5 su Groupama 4. 


Come tradizione, oggi sulle barche che hanno passato l'equatore si sono svolte le cerimonie di iniziazione per i velisti al loro primo passaggio, da parte del "re Nettuno e della sua consorte, la regina Merluzzo" che impongono ogni sorta di punizione e scherno ai nuovi venuti, pena la cattiva sorte. Amory Ross e Rome Kirby su PUMA sono stati le prime "vittime". Le altre "matricole" dell'equatore sono l'MCM di Team Telefonica Diego Fructuoso, Adam Minoprio e Hamish Hooper su CAMPER e Brad Marsh e Erwan Israel su Groupama.


Le ultime notizie dai due team che hanno, loro malgrado, dovuto ritirarsi dalla prima tappa informano che lo skipper di Team Sanya Mike Sanderson e già arrivato a Città de Capo per coordinare il lavoro della squadra di costruttori che appronteranno la nuova porzione di scafo, che sostituirà quella gravemente delaminata nelle prime ore di navigazione. Azzam, la barca dell'Abu Dhabi Ocean Racing, ha invece lasciato oggi il Portogallo via cargo alla volta del Sudafrica. 


Per le ultime posizioni è possibile collegarsi alla cartografia online alla pagina:
www.volvooceanrace.com/en/racetracker/rdc.html


Classifica provvisoria 16 novembre, alle ore 13:12 GMT 
1. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read) a 3.556,7 miglia da Città del Capo 
2. Team Telefónica (Iker Martínez), + 15,6 
3. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), +157
4. Groupama sailing team (Franck Cammas), +355,5
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), ritirato dalla tappa 1
5. Team Sanya (Mike Sanderson), ritirato dalla tappa 1


Voci dall'oceano:
Diego Fructuoso MCM di Team Telefónica: "Ciao a tutti, è martedì notte e non manca tanto al passaggio di Fernando de Noronha. Se tutto va bene domani potremmo esserci e poi andare verso Città del Capo!! Prima però dobbiamo passare l'equatore, per me è la prima volta e come sapete riceverò la visita di re Nettuno. Il passaggio dei Doldrums non è facile, non so come sia stato le altre volte ma noi qui abbiamo avuto temporali, tanto vento, poco vento, salti di vento... Iker dice che in questa zona bisogna stare molto attenti e lavorare bene, perché in uno di questi temporali si può perdere la tappa. Siamo secondi, molto vicino a Puma. Una battaglia che non finisce mai. Fa un caldo pazzesco, se vai sotto è come entrare in una sauna, ne approfittiamo per far asciugare la roba, ma si suda in continuazione e non riesco quasi a usare il computer. Ieri Patan ha fatto la doccia sotto un temporale, che invidia."


Chris Nicholson, skipper di CAMPER: "Ci sono ancora tante miglia da fare e vogliamo disperatamente rientrare nella battaglia con gli altri. È ancora difficile comparare la nostra velocità con quella delle altre barche, purtroppo siamo rimasti qui soli nel mezzo della flotta. Nel poco tempo che abbiamo navigato vicini ci sembrava di essere veloci, anche un pizzico di più di bolina. Per noi l'obiettivo numero uno è avere più pazienza, recuperare nei prossimi 15 giorni. Non dobbiamo prendere troppi rischi, solo essere fedeli al nostro piano. Tutte le volte che abbiamo cercato di forzare per guadagnare, non ha funzionato.
La barca si è comportata molto bene fino a ora, abbiamo avuto qualche piccolo problema con l'impianto elettrico ma nulla di importante... Possiamo ancora vincere la tappa, ci sono ancora 4.000 miglia, dobbiamo spingere al massimo."
Roberto "Chuny" Bermúdez, timoniere di CAMPER: "L'anticiclone di Sant'Elena è situato molto a sud e per poter navigare con vento portante dovremo scendere molto, facendo più strada e compiendo un arco più ampio per prendere la bassa. Ad ampio raggio, stiamo calcolando la rotta sulla meteo, come se stessimo navigando da soli."


Yann Riou, MCM di Groupama 4: "Ciao a tutti, è mezzanotte e Groupama 4 è in pieno Pot au Noir (i Doldrums in francese), un caos, temporali, strambate, vento, niente vento. Per quelli a cui piace manovrare, una pacchia. D'altra parte quelli che contavano su questa opportunità per recuperare il ritardo sui nostri avversari, sembra che non sia così semplice." E sei ore dopo: "Non va meglio! Per noi almeno, abbiamo aria da nord, che non lascia intravedere un'uscita vicina. Secondo i file grib (della meteo) c'è una grande area senza vento davanti. I file non sono molto affidabili in questa zona, non ci fidiamo ma comunque la situazione non è incoraggiante. Andiamo avanti, è già qualcosa."


Amory Ross, MCM di PUMA: "Rome (Kirby) e io dovremo affrontare quello che ci aspetta al nostro primo passaggio dell'equatore. Non sappiamo cosa sia, ma certo dopo avremo bisogno di una bella doccia e di vestiti puliti. Fortunatamente su una barca con 11 uomini avere un buon profumo ed essere eleganti non è una delle priorità, quindi qualsiasi cosa ci chiederà re Nettuno, credo che siamo entrambi pronti a pagare! In ogni caso mi piace questa tradizione. Non sarà cosi forte aver navigato nella linea di mezzo del pianeta, soprattutto perché lo rifarò altre tre volte durante la regata, ma per me è un risultato importante, qualcosa che mi ricorderò per sempre. Pensavamo di arrivare prima. I Doldrums sono stati buoni con noi e abbiamo sempre camminato, poi a un certo punto ieri si è chiusa la porta. Siamo stati fermi per un'ora o due, dei bei temporali. Anche Telefonica è andato bene, ma dalle posizioni di stamattina pare che Camper e Groupama abbiano avuto una nottata lenta. Il nostro obiettivo ora è uno solo: andare a sud e prendere l'aria da ovest che ci porti fino a Città del Capo."



martedì 15 novembre 2011

VOR Calme equatoriali chi la spunterà?

E' duello tra Telefonica e Puma attraverso i Doldrums



Alicante, Spagna - 14 novembre 2011 - Nono giorno di regata e i giochi sono più aperti che mai, mentre la flotta di prepara al momento più importante della prima tappa, l'attraversamento dei Doldrums, le temute calme equatoriali. In un vero e proprio, e molto appassionante, match-race in oceano Telefonica e PUMA continuano nel loro duello al vertice, mentre Camper insegue e Groupama cerca di recuperare lo svantaggio accumulato nelle ultime 24 ore. Stanotte le prime risposte.


È probabile che il pensiero fisso di tutti i velisti impegnati nella prima tappa della Volvo Ocean Race oggi fosse uno e uno solo: i temuti Doldrums, la zona delle calme equatoriali dove tutto può ancora succedere.


Ormai tutti e quattro i VO70 fanno rotta verso sud, in condizioni più clementi e con brezze più sostenute, che li fanno procedere a velocità fra i 17 e i 20 nodi. Ma forse già questa notte la storia potrebbe cambiare radicalmente e la flotta si potrebbe trovare a fare i conti con la zona dei Doldrums, la famosa area di alta pressione che si estende a nord dell'equatore, caratterizzata da venti leggerissimi e nota per i temporali improvvisi. Il metereologo della Volvo Ocean Race Gonzalo Infante ha detto che i primi potrebbero entrare nella zona verso la mezzanotte e che la flotta potrebbe ricompattarsi.


"Con venti più leggeri, i primi saranno più lenti e verosimilmente verranno raggiunti dal resto della flotta. A seconda di dove passeranno potrebbero essere necessarie circa 24 ore, ma una volta passato l'ostacolo il flusso di Aliseo li poterà velocemente verso il Brasile. L'effetto elastico si invertirà e le distanze potrebbero aumentare di nuovo. Secondo Infante, Telefonica e PUMA sono le due barche meglio posizionate per oltrepassare i Doldrums, mentre Groupama dovrà attraversare una zona di calma più ampia, a est. In ogni caso, come confermato dal CEO e veterano della regata Knut Frostad, le calme equatoriali sono una situazione molto mobile e dinamica, che può cambiare radicalmente in breve tempo.


Secondo il rilevamento delle 13 GMT, gli spagnoli di Telefonica sono riusciti nel sorpasso degli americani di PUMA, e guidano con un esiguo vantaggio, inferiore al miglio nella discesa verso sud, la zona delle calme equatoriali, che dista circa 250 miglia e poi l'isola di Fernando de Norohna. In terza posizione i neozelandesi di CAMPER with Emirates Team New Zealand, che hanno velocità leggermente inferiori, il cui distacco si aggira sulle 150 miglia e che si trovano a circa 60 miglia più a est rispetto al duo di testa. Più consistente il gap dei francesi di Groupama sailing team, che dopo essere riusciti a doppiare l'arcipelago di Capo Verde, hanno finalmente potuto godere di vento più fresco e di un'andatura più veloce, ma che tuttavia sono staccati di 327 miglia.


Secondo le ultime previsioni, le prime barche potrebbero virare martedì l'isola Fernando de Noronha, passaggio obbligato della prima tappa, per affrontare poi le ulteriori 4.000 miglia fino alla linea del traguardo di Città del Capo.


Intanto, a terra, continua il lavoro dei due team che hanno dovuto ritirarsi dalla prima tappa: Team Sanya è giunto a Gibilterra su uno speciale camion e Abu Dhabi Ocean Racing è arrivato a Lisbona e sta per essere caricato a bordo di un cargo, entrambi gli scafi, infatti, partiranno nelle prossime ore via nave verso il Sudafrica.




Classifica provvisoria 14 novembre, alle ore 13:00 GMT 
1. Team Telefónica (Iker Martínez), 4.204,5 miglia da Città del Capo 
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read),+0,7 
3. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), +152,1
4. Groupama sailing team (Franck Cammas), +327,5
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), ritirato dalla tappa 1
5. Team Sanya (Mike Sanderson), ritirato dalla tappa 1


Voci dall'oceano:
Knut Frostad, CEO della Volvo Ocean Race e quattro volte partecipante alla regata: "La grande differenza con le precedenti edizioni e questa è che queste barche non hanno bisogno di molto vento, non si fermano praticamente mai. In due nodi di vento ne fanno quattro di velocità perché un VO70 si crea il vento apparente. E non si ferma. La cosa speciale delle calme equatoriali è che ci sono molti movimenti d'aria in verticale, l'aria si muove più in verticale che in orizzontale, e ci sono moltissime nuvole e molta pioggia. In passato le barche erano pesanti e non si muovevano nella brezza leggera. Oggi basta un refolo. Però, nei Doldrums può accadere di tutto, dipende dal giorno e ci vuole fortuna. Ti possono dare delle buone carte da giocare, oppure nessuna. Prima di arrivarci i team fanno molta strategia per posizionarsi ma una volta arrivati non ci sono scelte. Bisogna arrangiarsi con quello che si ha. È una zona dove è difficile fare previsioni, i modelli meteo non servono perché non c'è vento di gradiente, ma solo effetti locali. Potrà avvenire che i Doldrums si allarghino proprio dove li attraverseranno PUMA, Telefónica e CAMPER, e forse non dove deciderà di passare Groupama. O l'esatto contrario. È successo spesso in passato. È un passaggio cruciale della regata, e fa paura agli equipaggi perché non hanno assolutamente il controllo della situazione. Non c'è bollettino meteo o sistema di navigazione che tenga, bisogna andare avanti con quello che si ha. È sempre un momento di alta tensione."


Diego Fructuoso, MCM su Team Telefonica: "È stato un altro bellissimo giorno per navigare, un po' meno vento di ieri e onde più piccole, ma stiamo andando a sud veloci, e il tempo è migliorato. Quasi tutti hanno deciso di mettere via gli stivali e di usare le scarpe e, visto che c'è meno acqua in giro, abbiamo aperto per far passare l'aria. Mi sono anche cambiato la maglietta, per la prima volta da quando siamo partiti da Alicante. La termica è stata sostituita da una tshirt leggera. Però c'è un problema, ho cominciato ad avere delle irritazioni a causa del caldo. Nulla di serio, un po' di crema e va tutto a posto e poi anche qualcun altro ha lo stesso problema, quindi deve essere una cosa normale. La lotta con Puma va avanti. Siamo davanti a Groupama, che ci aveva fatto preoccupare non poco qualche giorno fa. Fino a Fernando de Noronha dobbiamo cercare di navigare con cautela e passare per primi. Ci avviciniamo ai Doldrums, che saranno molto importanti. Ogni tre ore tutti controlliamo le posizioni e le informazioni..."


Yann Riou, MCM su Groupama 4: "Sono le quattro GMT, dormo profondamente. Sento agitazione intorno a me e una frase "Preparatevi alla strambata!" dieci secondi per svegliarmi, e realizzare dove sono, chi sono e cosa ci faccio qui. Ah, sì, faccio la Volvo Ocean Race su Groupama 4, e io sono quello che fa le immagini... c'è un bel po' di rumore e di movimento, segno che abbiamo di nuovo un po' di vento. E allora strambiamo. Se non mi muovo in fretta mi prendo qualche decina di chili di roba in testa. Comincio a spostare il computer che avevo messo sulla cuccetta proprio sotto un'apertura dell'aerazione... dopo venti secondi, 3 o 4 litri d'acqua entrano dalla suddetta apertura. Accidenti, è vero, bisogna chiuderle quando c'è acqua in coperta. Si vira, guardo fuori, ci sono una ventina di nodi. Capisco che stiamo accelerando vicino all'isola di Santo Atao, la più occidentale di Capo Verde. Movimento, umidità e velocità, era un po' di tempo che non ne avevamo. Mica male per essere lunedì!


Ken Read, skipper di PUMA: "Passare l'equatore crea sempre un po' di nervosismo. È un rischio, quando pensi di aver scelto il punto giusto dove passare, può andare tutto storto, Tom Addis ha fatto bene il suo lavoro e penso abbiamo trovato una rotta buona. Credo che Telefonica abbia un angolo un po' migliore, venendo da destra. Nei giorni scorsi ci hanno mangiato tutto il vantaggio e non mi sorprenderei se arrivassero primi ai Doldrums, sembra che cerchiamo tutti lo stesso passaggio. Sembra che i Doldrums non siano ampi come la scorsa volta, nell'altra regata siamo stati fermi per giorni, questa volta forse ne usciamo indenni. Ci sono storie pazzesche sui Doldrums, gente che impazzisce un po', si butta in mare, mangia le razioni dei giorni seguenti. Si contano i giorni che mancano all'arrivo a Città del Capo, abbiamo benzina e cibo abbastanza, ma non di più. A bordo va tutto bene, fa caldo, e farà più caldo, ve lo dico io! Fernando de Norohna non è lontana 875.7 miglia e sembra ogni ora più vicina."


Hamish Hooper, MCM su Camper: "Oggi la giornata è cominciata come tutte le altre, nulla da segnalare... sveglia alle 5, preparata colazione per il cambio turno delle 6, e poi al lavoro con le mie cose. Pulizia della cucina, asciugatura della sentina, fare acqua, tirare fuori il cibo di oggi, ecc. ecc. Il che mi fa venire in mente che oggi è la giornata internazionale della pulizia del frigorifero. Per noi non è molto importante visto che non ce l'abbiamo, un frigorifero! Ma voi che ne avete uno, per favore, pulitelo. Comunque, dopo una mattinata molto impegnata, mi sono accorto che qualcosa stava cambiando. Stavo sudando, ma non poco, tantissimo... allora ho cominciato a chiedermi se stavo bene, se avessi la febbre, ma niente di ciò, quindi mi son dato una pacca sulla spalla da solo per farmi i complimenti. Poi, col passare delle ore ho notato che anche gli altri sudavano, odori strani e pungenti si levavano da calze e magliette indossate per nove giorni. È perché stiamo andando verso l'equatore, e sembra che farà un caldo cane e umido.... La cosa bella è che siamo negli alisei, aria calda, acqua piatta e blu, filando più veloci del vento. Un bello spettacolo. E, malgrado siamo dietro ai leader, l'umore è piuttosto buono e poi ci sono ancora 4.600 miglia prima di Città del Capo."


venerdì 11 novembre 2011

Ian Walker decide il ritiro

Alicante, Spagna - 11 novembre 2011 - Abu Dhabi Ocean Racing ha annunciato il ritiro dalla prima tappa della Volvo Ocean Race alle 09.16 UTC/GMT (le 10.16 italiane) di oggi venerdì 11 novembre, dopo che la barca era tornata in regata giovedì, a seguito del disalberamento avvenuto nella prima notte di navigazione.


La decisione di Abu Dhabi Ocean Racing, riduce quindi a quattro il numero dei partecipanti alla tappa da Alicante a Città del Capo, per un totale di oltre 6.500 miglia, dopo che Team Sanya si era ritirato domenica a causa di un grave danno strutturale allo scafo.


Un portavoce dell'Abu Dhabi Ocean Racing ha dichiarato: "Malgrado gli enormi sforzi fatti dallo shore team per rimontare l'albero rotto la scorsa settimana in condizioni di forte vento e mare molto mosso, il team ritiene che la data di arrivo stimata a Città del Capo, sarebbe controproducente in vista della preparazione alla seconda tappa, soprattutto a causa dei venti molto deboli presenti ora in Mediterraneo. L'albero e l'attrezzatura di Azzam non hanno avuto problemi, e la decisione dipende puramente dalla tempistica" ha aggiunto.


Abu Dhabi Ocean Racing si dirige quindi verso Lisbona, in Portogallo, dove si prevede possa arrivare sabato sera, la barca verrà poi spedita via mare a Città del Capo con un arrivo probabile il 28 novembre. La decisione garantisce al team di poter disporre di tempo sufficiente per assicurare che la barca e l'equipaggio siano pronti al 100% per la regata In-port di Città del Capo, in programma per il 10 dicembre.


"L'Abu Dhabi Ocean Racing è determinato nella volontà di ritornare in regata a Città del Capo." Ha sottolineato il portavoce.


Il gruppo tecnico a terra di Abu Dhabi ha lavorato 24 ore su 24 per sostituire l'albero rotto in tre pezzi sabato notte, circa sei ore dopo la partenza della tappa, quando la barca è caduta nel cavo di un'onda molto alta mentre era in navigazione verso lo stretto di Gibilterra.


Lo skipper Ian Walker ha spiegato che: "Dal disalberamento poco dopo la partenza della tappa sabato il nostro team e (il produttore dell'albero) Future Masts hanno lavorato senza sosta per montare l'albero di scorta e capire le cause della rottura dell'armo originale. Abbiamo bisogno di tempo per apportare delle modifiche al sartiame a Città del Capo e l'unico modo per arrivare velocemente è via nave. Questa è stata una delle decisioni più difficili da prendere della mia vita, ma devo considerare non solo la sicurezza dell'equipaggio ma anche il progetto a lungo termine."


L'olimpionico britannico ha proseguito dicendo: "Questa è solo la prima tappa di una regata molto lunga e con questa decisione, e molto duro lavoro, potremo essere pronti per la seconda. Sono particolarmente triste perché questa è la mia tappa favorita e tutto il team non vedeva l'ora di prendervi parte. Auguro a tutti gli altri equipaggi buon vento, li aspetteremo a Città del Capo per accoglierli."


Mentre in mattinata Abu Dhabi Ocean Racing ha annunciato il ritiro dalla prima tappa, continua la guerra di nervi in Atlantico, con Groupama ancora in testa e il terzetto degli inseguitori che ha finalmente trovato venti più intensi e favorevoli.


Una decisione difficile per lo skipper britannico Ian Walker che, mettendo da parte il suo animo competitivo, con riluttanza ha dovuto decidere di ritirarsi dalla prima tappa della Volvo Ocean Race, mentre le quattro barche rimaste in regata si preparano a nuove sfide in Atlantico.


I punti in palio in questa prima tappa, quindi verranno divisi fra i francesi di Groupama 4, la cui decisione tattica di prendere una rotta solitaria lungo le coste africane sembra essere stata vincente, e i tre rivali più a ovest, gli spagnoli di Team Telefónica, gli statunitensi di PUMA Ocean Racing powered by BERG, e gli ispano/neozelandesi di CAMPER with Emirates Team New Zealand, che in un primo tempo avevano seguito i transalpini sotto costa ma poi hanno deciso di andare anch'essi a ovest.


Al rilevamento delle 14 Groupama 4, ha un consistente vantaggio di 237 miglia su Telefónica ma solo nelle prossime ore si potrà dire se questo "tesoretto" è destinato a scomparire nell'eventualità i francesi non riescano a evitare un'ampia zona di calma nella parte orientale dei Doldrums (le temibili calme equatoriali) del cosiddetto Triangolo Africano.


Secondo le posizioni del primo pomeriggio tutte e quattro le barche navigavano a circa 14 nodi di velocità, ma il gruppetto occidentale era in attesa dell'ingresso di un vento che permetterà loro di virare verso sud e di raggiungere velocità più sostenute, intorno ai 20/25 nodi e rosicchiare miglia sui leader.


Classifica provvisoria 11 novembre, alle ore 14:00 
1. Groupama sailing team (Franck Cammas), 5.215, miglia da Città del Capo 
2. Team Telefónica (Iker Martínez), +237,2
3. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read), +245,6
4. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), +334,9
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), ritirato dalla tappa 1
5. Team Sanya (Mike Sanderson), ritirato dalla tappa 1




Voci dall'oceano:
Ian Walker, skipper di Abu Dhabi Ocean Racing: "Ci è voluto del tempo per prendere questa decisione. Quando siamo partiti da Alicante, siamo usciti per vedere se l'albero nuovo era regolato bene e per capire come si era rotto il precedente. Sono state ore difficili ma tutto sommato oggi abbiamo preso la decisione che è necessario del tempo a Città del Capo per fare delle modifiche. Se avessimo continuato a navigare, anche se in sicurezza e l'albero si fosse comportato bene, non avremmo avuto tempo per navigare al 100% nella seconda tappa, che è il nostro obiettivo numero uno. Abbiamo discusso diverse possibilità. Avremmo potuto continuare e sperare che andasse tutto bene, avremmo potuto essere cauti con tempo brutto, o avremmo potuto trovare un altro modo per far arrivare la barca a Città del Capo. Abbiamo controllato la meteo praticamente ogni ora, e sono convinto che abbiamo preso la decisione giusta." Walker ha detto che i dettagli tecnici sono ancora al vaglio ma che il team spera di poter fare dei lavori mentre la barca è in viaggio per Città del Capo. "Dobbiamo passare da un sistema di sartie continuo a discontinuo probabilmente, il che comporta delle modifiche alle crocette che possono essere fatte mentre la barca è sulla nave e l'albero smontato. Poi in Sudafrica potremo produrre i pezzi in carbonio. Una volta arrivati a Lisbona avremo 36 ore per smontare l'albero, caricare tutto e mettere la barca sull'invaso che stiamo facendo costruire, per caricarla su un cago che parte lunedì pomeriggio. Non c'è molto tempo ma credo si possa fare e si riesca ad arrivare a Città de Capo per la fine del mese. Contiamo di poter usare la nave che parte lunedì e se sarà puntuale. Future Masts avrà un bel lavoro da fare per sviluppare il nuovo progetto, costruire tutti i pezzi nuovi e venire cuocere le parti in carbonio. Secondo le nostre stime dovremmo poter riuscire a tornare in acqua per navigare e provare prima della In-port race."


Yann Riou, MCM su Groupama 4: "Ciao, più o meno la stessa notte che quella passata su Groupama 4, ma con una luna ancora più piena, tempo ancora migliore, più vento e più vantaggio sui nostri avversari. Non male, ma... si lavora molto al tavolo da carteggio, carte d'analisi, mappe da satellite, carte meteo, di navigazione e analisi delle diverse opzioni di rotta per noi. E, tutte le volte, arriviamo alla stessa conclusione: sappiamo che sarà un altro giorno complicato con poco vento, ma questo cambio sarà cruciale per i prossimi. D'altra parte i nostri avversari entreranno nel sistema che stavano aspettando. Probabile che la classifica cambi oggi. Vedremo quando e come. Comunque tutto va bene a bordo, e il morale è molto alto."


Da bordo di PUMA: "La bussola è sempre per 240, da quando siamo partiti sembra che non abbiamo fatto altro che andare a ovest, con Città del Capo al traverso. Purtroppo è la realtà, sembra che non riusciamo a toglierci da questo posto. Se fosse semplice mettere la prua verso sud, vi posso giurare che lo faremmo subito. Però abbiamo dovuto sorpassare una serie di buchi associati a questo fronte, e la cosa si è dimostrata più complicata e lunga del previsto. E, allora continuiamo così con Telefonica vicino e Camper dietro e Groupama che cammina come un matto vicino all'Africa. Fra qualche giorno (speriamo prima di arrivare ai Carabi!) potremo finalmente mettere la prua di questa dannata barca verso il Brasile e recuperare un po' di miglia. chiaro che a nessuno piace aspettare e quindi c'è un po' di nervosismo. Però, dopo una notte di riposo ci sentiamo meglio, una cosa che aiuta. E benché sia frustrante, notti come queste, con la luna piena, un'aria tiepida, una decina di nodi e il cielo limpido ci ricordano che siamo fortunati. Prima o poi arriveremo in Sudafrica, speriamo prima degli altri!"


Hamish Hooper, MCM di CAMPER: "Mi sembrava di essere un bambino sul sedile posteriore della macchina, che fa sempre le stesse domande: Viriamo verso sud? Quando viriamo verso sud? E la risposta di Will e Andy era sempre: no, non ancora. Quando? Non lo sappiamo! La risposta all'unisono dei due. Perché no? Cosa ti importa tanto quando viriamo andiamo dritti all'equatore, dice Andi con un sorriso. Mmmmh, non male. E allora sto zitto. Poi abbiamo virato, mollato un po' le vele e siamo partiti. In mia difesa devo dire che tutti pensavano la stessa cosa. Abbiamo continuato ad andare ad ovest e siamo parecchie miglia dietro agli altri, in rapporto alla boa. Vedere dei numeri così non fa piacere, rende tutti nervosi, soprattutto al tavolo da carteggio. Malgrado il nervosismo però, credo che tutti pensiamo che con questo bordo a sud lasceremo questa stradina piena di buche per imboccare una bella autostrada vuota e... senza polizia!"


Diego Fructuoso MCM Team Telefónica: "Ciao a tutti, è giovedì notte, al tramonto Puma ci ha attaccato di nuovo e per controllarlo abbiamo dovuto fare tantissime virate. Vi posso assicurare che virare con questa barca è abbastanza complicato, bisogna portare dall'altra parte tutta la roba. Ivi incluse le borse del cibo, gli attrezzi da veleria, i pezzi di ricambio ecc. molto complicato. Poi, la notte, sembrava quasi che avessimo scelto delle strade diverse attraverso i temporali, lo abbiamo perso di vista per la prima volta in cinque giorni. Sicuramente staremo attenti alle informazioni che ci arrivano dal race control sulle posizioni degli avversari. Ora continuiamo così, fra pioggia e vento. Va tutto bene. Domani è anche il compleanno di Pablo Arrarte detto "Patán", ci saranno delle sorprese per lui, del cioccolato e tutti noi che gli cantiamo buon compleanno!"



giovedì 10 novembre 2011

ISAF Rolex World Sailor of the Year

Puerto Rico – Niente da fare per "Rufo" Lorenzo Bressani alla ISAF Rolex World Sailor of the Year. A margine della conferenza annuale, nel corso di un’elegante serata di gala, la Federvela Internazionale e la Rolex hanno rinnovato la loro partnership assegnando i titoli di Rolex World Sailor of the Year a Anna Tunnicliffe e al binomio iberico composto da Iker Martinez e Xavier Fernandez, raggiunti dalla notizia a bordo di Team Telefonica, il VOR 70 impegnato nella prima tappa della Volvo Ocean Race di cui è skipper lo stesso Martinez.


Da molti considerati i favoriti della vigilia, Martinez-Fernandez hanno conquistato il riconoscimento undici anni dopo la prima delle tre nomination ricevute. In mezzo, una carriera ricca di soddisfazioni, tanto in campo olimpico, quanto in quello oceanico. Già da qualche stagione, infatti, i due velisti spagnoli si sono dedicati a progetti importanti, conquistando il secondo posto nella Barcelona World Race 2010-2011 a bordo di Mapfre.


Ricordiamo che tra i nominati in campo maschile figurava, per il secondo anno di seguito, Lorenzo Bressani, selezionato in virtù dei successi ottenuti nel Mondiale Melges 32 di San Francisco – tattico di B-LinSailing di Luca Lalli – e nel Mondiale Melges 24 di Corpus Christi, dove era alla tattica del tre volte iridato Uka Uka Racing.


In campo femminile, invece, si è registrato il bis della campionessa mondiale di match race femminile, Anna Tunnicliffe, già premiata nel 2009. La velista statunitense ci ha tenuto a dividere la gioia della vittoria con le ragazze del suo team “…senza le quali non avrei potuto fare nulla. Il nostro è davvero un gioco di squadra”.



Immagine shock della falla di Sanya

Decisamente impressionante la delaminazione che ha causato l'apertura della falla sul lato destro della prua della barca del team Sanya, spiace che dalla foto non appare evidente la quantità d'acqua imbarcata. Sfido chiunque a mantenere il sangue freddo alla vista dell'apertura sullo scafo di una via d'acqua di tali dimensioni sopratutto pensando alle terribili condizioni meteo, notte, vento rabbioso a 35 nodi e mare formato con onde ripide di 3/4 metri. Per fortuna è andato tutto bene la paratia è stata sigillata, le pompe di sentina hanno fatto il loro dovere ed il cedimento è rimasto sotto controllo. Congratulazioni a Mike Sanderson ed al suo equipaggio, grandi professionisti del mare.