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martedì 15 novembre 2011

VOR Calme equatoriali chi la spunterà?

E' duello tra Telefonica e Puma attraverso i Doldrums



Alicante, Spagna - 14 novembre 2011 - Nono giorno di regata e i giochi sono più aperti che mai, mentre la flotta di prepara al momento più importante della prima tappa, l'attraversamento dei Doldrums, le temute calme equatoriali. In un vero e proprio, e molto appassionante, match-race in oceano Telefonica e PUMA continuano nel loro duello al vertice, mentre Camper insegue e Groupama cerca di recuperare lo svantaggio accumulato nelle ultime 24 ore. Stanotte le prime risposte.


È probabile che il pensiero fisso di tutti i velisti impegnati nella prima tappa della Volvo Ocean Race oggi fosse uno e uno solo: i temuti Doldrums, la zona delle calme equatoriali dove tutto può ancora succedere.


Ormai tutti e quattro i VO70 fanno rotta verso sud, in condizioni più clementi e con brezze più sostenute, che li fanno procedere a velocità fra i 17 e i 20 nodi. Ma forse già questa notte la storia potrebbe cambiare radicalmente e la flotta si potrebbe trovare a fare i conti con la zona dei Doldrums, la famosa area di alta pressione che si estende a nord dell'equatore, caratterizzata da venti leggerissimi e nota per i temporali improvvisi. Il metereologo della Volvo Ocean Race Gonzalo Infante ha detto che i primi potrebbero entrare nella zona verso la mezzanotte e che la flotta potrebbe ricompattarsi.


"Con venti più leggeri, i primi saranno più lenti e verosimilmente verranno raggiunti dal resto della flotta. A seconda di dove passeranno potrebbero essere necessarie circa 24 ore, ma una volta passato l'ostacolo il flusso di Aliseo li poterà velocemente verso il Brasile. L'effetto elastico si invertirà e le distanze potrebbero aumentare di nuovo. Secondo Infante, Telefonica e PUMA sono le due barche meglio posizionate per oltrepassare i Doldrums, mentre Groupama dovrà attraversare una zona di calma più ampia, a est. In ogni caso, come confermato dal CEO e veterano della regata Knut Frostad, le calme equatoriali sono una situazione molto mobile e dinamica, che può cambiare radicalmente in breve tempo.


Secondo il rilevamento delle 13 GMT, gli spagnoli di Telefonica sono riusciti nel sorpasso degli americani di PUMA, e guidano con un esiguo vantaggio, inferiore al miglio nella discesa verso sud, la zona delle calme equatoriali, che dista circa 250 miglia e poi l'isola di Fernando de Norohna. In terza posizione i neozelandesi di CAMPER with Emirates Team New Zealand, che hanno velocità leggermente inferiori, il cui distacco si aggira sulle 150 miglia e che si trovano a circa 60 miglia più a est rispetto al duo di testa. Più consistente il gap dei francesi di Groupama sailing team, che dopo essere riusciti a doppiare l'arcipelago di Capo Verde, hanno finalmente potuto godere di vento più fresco e di un'andatura più veloce, ma che tuttavia sono staccati di 327 miglia.


Secondo le ultime previsioni, le prime barche potrebbero virare martedì l'isola Fernando de Noronha, passaggio obbligato della prima tappa, per affrontare poi le ulteriori 4.000 miglia fino alla linea del traguardo di Città del Capo.


Intanto, a terra, continua il lavoro dei due team che hanno dovuto ritirarsi dalla prima tappa: Team Sanya è giunto a Gibilterra su uno speciale camion e Abu Dhabi Ocean Racing è arrivato a Lisbona e sta per essere caricato a bordo di un cargo, entrambi gli scafi, infatti, partiranno nelle prossime ore via nave verso il Sudafrica.




Classifica provvisoria 14 novembre, alle ore 13:00 GMT 
1. Team Telefónica (Iker Martínez), 4.204,5 miglia da Città del Capo 
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read),+0,7 
3. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), +152,1
4. Groupama sailing team (Franck Cammas), +327,5
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), ritirato dalla tappa 1
5. Team Sanya (Mike Sanderson), ritirato dalla tappa 1


Voci dall'oceano:
Knut Frostad, CEO della Volvo Ocean Race e quattro volte partecipante alla regata: "La grande differenza con le precedenti edizioni e questa è che queste barche non hanno bisogno di molto vento, non si fermano praticamente mai. In due nodi di vento ne fanno quattro di velocità perché un VO70 si crea il vento apparente. E non si ferma. La cosa speciale delle calme equatoriali è che ci sono molti movimenti d'aria in verticale, l'aria si muove più in verticale che in orizzontale, e ci sono moltissime nuvole e molta pioggia. In passato le barche erano pesanti e non si muovevano nella brezza leggera. Oggi basta un refolo. Però, nei Doldrums può accadere di tutto, dipende dal giorno e ci vuole fortuna. Ti possono dare delle buone carte da giocare, oppure nessuna. Prima di arrivarci i team fanno molta strategia per posizionarsi ma una volta arrivati non ci sono scelte. Bisogna arrangiarsi con quello che si ha. È una zona dove è difficile fare previsioni, i modelli meteo non servono perché non c'è vento di gradiente, ma solo effetti locali. Potrà avvenire che i Doldrums si allarghino proprio dove li attraverseranno PUMA, Telefónica e CAMPER, e forse non dove deciderà di passare Groupama. O l'esatto contrario. È successo spesso in passato. È un passaggio cruciale della regata, e fa paura agli equipaggi perché non hanno assolutamente il controllo della situazione. Non c'è bollettino meteo o sistema di navigazione che tenga, bisogna andare avanti con quello che si ha. È sempre un momento di alta tensione."


Diego Fructuoso, MCM su Team Telefonica: "È stato un altro bellissimo giorno per navigare, un po' meno vento di ieri e onde più piccole, ma stiamo andando a sud veloci, e il tempo è migliorato. Quasi tutti hanno deciso di mettere via gli stivali e di usare le scarpe e, visto che c'è meno acqua in giro, abbiamo aperto per far passare l'aria. Mi sono anche cambiato la maglietta, per la prima volta da quando siamo partiti da Alicante. La termica è stata sostituita da una tshirt leggera. Però c'è un problema, ho cominciato ad avere delle irritazioni a causa del caldo. Nulla di serio, un po' di crema e va tutto a posto e poi anche qualcun altro ha lo stesso problema, quindi deve essere una cosa normale. La lotta con Puma va avanti. Siamo davanti a Groupama, che ci aveva fatto preoccupare non poco qualche giorno fa. Fino a Fernando de Noronha dobbiamo cercare di navigare con cautela e passare per primi. Ci avviciniamo ai Doldrums, che saranno molto importanti. Ogni tre ore tutti controlliamo le posizioni e le informazioni..."


Yann Riou, MCM su Groupama 4: "Sono le quattro GMT, dormo profondamente. Sento agitazione intorno a me e una frase "Preparatevi alla strambata!" dieci secondi per svegliarmi, e realizzare dove sono, chi sono e cosa ci faccio qui. Ah, sì, faccio la Volvo Ocean Race su Groupama 4, e io sono quello che fa le immagini... c'è un bel po' di rumore e di movimento, segno che abbiamo di nuovo un po' di vento. E allora strambiamo. Se non mi muovo in fretta mi prendo qualche decina di chili di roba in testa. Comincio a spostare il computer che avevo messo sulla cuccetta proprio sotto un'apertura dell'aerazione... dopo venti secondi, 3 o 4 litri d'acqua entrano dalla suddetta apertura. Accidenti, è vero, bisogna chiuderle quando c'è acqua in coperta. Si vira, guardo fuori, ci sono una ventina di nodi. Capisco che stiamo accelerando vicino all'isola di Santo Atao, la più occidentale di Capo Verde. Movimento, umidità e velocità, era un po' di tempo che non ne avevamo. Mica male per essere lunedì!


Ken Read, skipper di PUMA: "Passare l'equatore crea sempre un po' di nervosismo. È un rischio, quando pensi di aver scelto il punto giusto dove passare, può andare tutto storto, Tom Addis ha fatto bene il suo lavoro e penso abbiamo trovato una rotta buona. Credo che Telefonica abbia un angolo un po' migliore, venendo da destra. Nei giorni scorsi ci hanno mangiato tutto il vantaggio e non mi sorprenderei se arrivassero primi ai Doldrums, sembra che cerchiamo tutti lo stesso passaggio. Sembra che i Doldrums non siano ampi come la scorsa volta, nell'altra regata siamo stati fermi per giorni, questa volta forse ne usciamo indenni. Ci sono storie pazzesche sui Doldrums, gente che impazzisce un po', si butta in mare, mangia le razioni dei giorni seguenti. Si contano i giorni che mancano all'arrivo a Città del Capo, abbiamo benzina e cibo abbastanza, ma non di più. A bordo va tutto bene, fa caldo, e farà più caldo, ve lo dico io! Fernando de Norohna non è lontana 875.7 miglia e sembra ogni ora più vicina."


Hamish Hooper, MCM su Camper: "Oggi la giornata è cominciata come tutte le altre, nulla da segnalare... sveglia alle 5, preparata colazione per il cambio turno delle 6, e poi al lavoro con le mie cose. Pulizia della cucina, asciugatura della sentina, fare acqua, tirare fuori il cibo di oggi, ecc. ecc. Il che mi fa venire in mente che oggi è la giornata internazionale della pulizia del frigorifero. Per noi non è molto importante visto che non ce l'abbiamo, un frigorifero! Ma voi che ne avete uno, per favore, pulitelo. Comunque, dopo una mattinata molto impegnata, mi sono accorto che qualcosa stava cambiando. Stavo sudando, ma non poco, tantissimo... allora ho cominciato a chiedermi se stavo bene, se avessi la febbre, ma niente di ciò, quindi mi son dato una pacca sulla spalla da solo per farmi i complimenti. Poi, col passare delle ore ho notato che anche gli altri sudavano, odori strani e pungenti si levavano da calze e magliette indossate per nove giorni. È perché stiamo andando verso l'equatore, e sembra che farà un caldo cane e umido.... La cosa bella è che siamo negli alisei, aria calda, acqua piatta e blu, filando più veloci del vento. Un bello spettacolo. E, malgrado siamo dietro ai leader, l'umore è piuttosto buono e poi ci sono ancora 4.600 miglia prima di Città del Capo."


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