Barcolana 2010

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giovedì 29 dicembre 2011

Sidney Hobart al fotofinish vince Investec Loyal su Wild Oats



Hobart – Un finale al cardiopalma ha reso indimenticabile l’edizione 2011 della Rolex Sydney-Hobart. Investec Loyal, che nel corso della prima notte di regata era riuscito a sopravanzare Wild Oats XI grazie all’ottimo fiuto dell’afterguard, rimasto in fase con la brezza in calo sino alle prime luci dell’alba, ha difeso con i denti la propria leadership dal ritorno del Maxi di Bob Oatley ed ha conquistato il successo in tempo reale con un margine di soli tre minuti rispetto al diretto avversario.


I due equipaggi hanno tagliato la linea di arrivo attorno alle 19.15 ora locale, le 9.15 italiane. Investec Loyal, il Maxi di 100 piedi costruito nel 2005 dalla Coockson per Anthony Bell, ha fermato il cronomero dopo 2 giorni, 6 ore, 14 minuti e 18 secondi di navigazione, mentre Wild Oats XI ha concluso in 2 giorni, 6 ore, 17 minuti e 26 secondi.


A Wild Oats XI, vincitore delle ultime cinque edizioni della regata, non è bastato quindi aver rimesso la prua davanti a quella di Investec Loyal nel corso della seconda notte di regata, quando un deciso salto del vento da nordest a norovest ha premiato l’equipaggio di Mark Richards con un vantaggio di circa un miglio e mezzo.





A scrivere la parola fine in coda all’edizione 2011 di questa grande classica dell’altura australe è stato ancora una volta l’approccio alla Storm Bay e al Derwent River, ultime fasi della Sydney-Hobart che, già in passato, hanno infranto i sogni di gloria di diversi equipaggi giunti in zona con il successo in tasca.


Anche in questo caso, il miglior approccio tattico ha premiato Investec Loyal che, saltando da un refolo all’altro, si è messo definitivamente alle spalle Wild Oats XI, ribaltando in modo inatteso i favori del pronostico.


Mentre i due equipaggi si godono il meritato riposo, il resto della flotta continua la regata. Il prossimo scafo atteso sulla linea di arrivo dovrebbe essere un alro Maxi di 100 piedi, Lahana, l’ex Konica Minolta e Zana ora armato e capitanato da Peter Millard. Dopo di lui dovrebbe essere la volta di Loki e Hugo Boss.


Per quanto riguarda la classifica in tempo compensato, premiata con la Tattersall’s Cup, va sottolineato che il calo della brezza ha fatto lievitare le azioni dei Maxi. Proprio Lahana, attualmente a una trentina di miglia dal traguardo, sembrerebbe avere ottime chance di vittoria, anche se non si da certo per vinto il 50 piedi Living Doll e il TP52 Ragamuffin.

mercoledì 28 dicembre 2011

Nello stretto di Bass



Sydney 27 dic. 2011. - Alle 16:40 ora locale (05:40 UTC) i maxi in testa alla Rolex Sydney Hobart Yacht Race erano a metà dello Stretto di Bass, dopo aver trascorso la giornata navigando a un discreto passo con venti da sud-ovest che sono gradualmente calati dai 30 nodi della notte precedente.


Ian 'Fresh' Burns, co-navigatore su Wild Oats XI, il leader per i "line honours", ci ha detto che stanno puntando circa 20 gradi a sud del faro della Tasmania (che segnala l'ingresso di Storm Bay, a circa 250 miglia di distanza) con 10-15 nodi di vento da sud-ovest. Di conseguenza sono leggermente più a est rispetto al previsto. "Per il momento va tutto bene. Non siamo ancora rimasti abbonacciati e non abbiamo nemmeno rallentato. Questo è il vento più leggero che abbiamo avuto fino ad ora."


Tuttavia, Burns ha aggiunto che l'equipaggio si sta preparando per una notte molto impegnativa. "Sarà difficile poiché dobbiamo attraversare una zona d'aria molto leggera per raggiungere la costa della Tasmania." Se, come previsto, il vento girerà a sud-est saremo probabilmente costretti a spostarci verso ovest. Burns ha aggiunto che allora punteranno verso una stretta striscia di vento favorevole da nord al largo della Tasmania. Ma c'è un problema non indifferente. "In mezzo c'è una larga zona di bonaccia di circa 50-60 miglia; sarà determinante come l'affronteremo e come si muoverà rispetto a noi."


Da quando ieri Wild Oats XI ha lasciato Sydney Harbour, il maxi è tallonato dal rivale Investec Loyal di Anthony Bell. Oggi Loyal è slittato a 18 miglia da Wild Oats XI (in termini di distanza dall'arrivo), ma solo perché si è diretto più a est; le rotte dei due yacht hanno ora un distacco in direzione ovest-est di circa 20 miglia.


"Sarà dura," aggiunge Burns. "Conosciamo bene i ragazzi di Loyal - Stan Honey e Michael Coxon - e sappiamo che se il vento calerà faranno di tutto per batterci; quando sei davanti e il vento diminuisce, le barche dietro hanno molte possibilità di sorpassarti su entrambi i lati. Sicuramente l'equipaggio di Loyal ha passato la serata a pianificare i loro attacchi contro di noi, ma noi faremo tutto il possibile per continuare con un buon passo. I ragazzi stanno cercando di riposarsi ora, mentre la barca naviga bene, per essere in gran forma stanotte e affrontare i nostri avversari."


La prossima notte sarà complessa. Con i maxi, una differenza di un paio di nodi di vento può essere determinante. Burns prevede di arrivare a Hobart domani sera prima del tramonto, ma se stanotte non andranno bene sarà giovedì mattina, nel qual caso la settima Rolex Sydney Hobart di Wild Oats XI potrebbe essere la più lenta.


Preparandosi per lo Stretto di Bass


Nel frattempo, il grosso della flotta dai 52 piedi in giù ha trascorso il pomeriggio lungo la costa del New South Wales. Stanotte inizierà la traversata dello Stretto di Bass con i forti venti da sud-ovest previsti.


"In questo momento navighiamo al lasco stretto con il n. 2 e randa piena in circa 16-18 nodi di vento e puntiamo a Gabo Island, a circa 40 miglia da qui," ha raccontato Dirk Johnson, navigatore su Carina, lo yacht di Rives Potts costruito nel 1969. "Ci sono parecchie barche intorno a noi, siamo tutti su rotte parallele in attesa che entri la brezza da sud-ovest."


Stando a Johnson, la navigazione ieri sera è stata un po' mossa, ma non ci sono stati più di 29 nodi di vento. "Le onde erano più grandi di quanto siamo abituati a vedere, ma i ragazzi sono stati bravissimi, abbiamo tenuto duro ed è stata una buona notte."


Johnson sarà felice di raggiungere la corrente favorevole al largo, ma sa che il vento diminuirà e che il resto della regata sarà un'incognita: "La situazione cambia drasticamente a seconda di dove attraversi lo stretto poiché le condizioni sono molto diverse. Direi che siamo pronti a tutto."


Sebbene all'inizio della regata i maxi fossero in testa nella classifica IRC, hanno rallentato il passo e le barche più piccole hanno ridotto il distacco in tempo compensato. Carina - che solo quattro mesi e mezzo fa ha vinto nella sua classe la Rolex Fastnet Race dall'altra parte del mondo - è ora terza; il Farr 43 Wild Rose del 1985 di Roger Hickman è di nuovo in testa, tallonato dal Reichel Pugh 62 Loki di Stephen Ainsworth. I Beneteau 40 Lunchtime Legend, Balance, Two True e Victoire, che si trovano a nord di Eden, sono tutti nei primi dieci in classifica.


Jessica Watson


I fan della 18enne velista solitaria australiana Jessica Watson saranno felici di sapere che Ella Bache è il primo Sydney 38 in IRC (e quarto nella sua classe). Il suo equipaggio di otto teenager, che include il velista solitario inglese Mike Perham, si è allenato per tre mesi in vista della Rolex Sydney Hobart, e tre settimane fa ha fatto un "giro" di prova sulla barca rosa da Sydney a Hobart e ritorno.


"Siamo contenti poiché le previsioni danno condizioni simili a quelle del nostro test di allenamento," ha dichiarato la Watson poco prima della partenza. "Per ora abbiamo trovato più o meno quelle stesse condizioni."


L'equipaggio vuole essere il più giovane a competere nella Rolex Sydney Hobart. Tuttavia la Watson ha ammesso di avere delle ambizioni più alte. "Abbiamo lavorato a lungo e con grande impegno per questo progetto e speriamo di ottenere un buon risultato, soprattutto nella nostra divisione."


Nel pomeriggio ci sono stati altri quattro ritiri; 81 barche sono ancora in regata. Il GP42 Duende si è ritirato poiché uno membro dell'equipaggio, Tom Wormald, si è lussato una spalla ed è stato riportato a terra. Il TP52 Ffreefire 52 di Hong Kong di Sam Chan, condotto dallo skipper Anthony Day, è ritornato a Sydney per problemi alla randa. Infine, il Beneteau First 44.7 Alacrity di Matthew Percy ha subito dei danni al rigging e si è fermato a Eden, mentre il Davidson 34 Illusion di Jonathan Stone sta rientrando a Sydney con danni allo scafo.


Come seguire l'evento
Per maggiori informazioni sulla Rolex Sydney Hobart visitate il sito www.rolexsydneyhobart.com

martedì 27 dicembre 2011

Tutte arrivate, le barche sulla nave per il dispositivo anti-pirateria



Oceano Indiano - 27 dicembre 2011 - Con l'arrivo di Abu Dhabi questa mattina si è conclusa la prima fase della seconda tappa della Volvo Ocean Race. Tutte e cinque le barche sono nel porto sicuro, dove stanno concludendo le operazioni di carico sulla nave che, per evitare ogni rischio di attacchi di pirateria, le trasporterà fino alla costa di Sharjah, da dove partirà la seconda parte, per una regata sprint fino ad Abu Dhabi.


Dopo che nel corso della notte e di questa mattina si sono succeduti gli arrivi dei cinque team partecipanti alla Volvo Ocean Race, nel porto sicuro dell'oceano indiano sono iniziate le operazioni di carico degli scafi sulla nave che li trasporterà negli Emirati Arabi. L'ultimo equipaggio a concludere è stato Abu Dhabi Ocean Racing, che ha tagliato la linea del traguardo questa mattina in quinta posizione. Lo avevano preceduto, nell'ordine, gli spagnoli di Team Telefónica, gli ispano/neozelandesi di CAMPER with Emirates Team New Zealand, gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG e i francesi di Groupama sailing team.


Dopo l'arrivo di Team Telefónica e CAMPER with Emirates Team New Zealand nel tardo pomeriggio di ieri, in prima e seconda posizione rispettivamente a soli 117 secondi di distanza, un distacco veramente incredibile dopo oltre 15 giorni di navigazione, si sono dovute attendere quasi sei ore prima che la terza barca PUMA Ocean Racing powered by BERG guidata dallo skipper statunitense Ken Read giungesse sul traguardo.


Poco oltre le 2 del mattino è stato il turno dei francesi di Groupama sailing team, e stamattina verso le 10 quello di Azzam dell'Abu Dhabi Ocean Racing a chiudere la flotta in quinta posizione.
"Sono deluso per non aver finito con un risultato migliore, ma d'altro lato dopo il disastro dell'incidente nella prima, sento uno strano senso di sollievo per aver completato la prima parte della seconda tappa" ha detto, una volta arrivato lo skipper britannico di Abu Dhabi, Ian Walker. "Un quinto posto non aiuta molto a risalire in classifica, dove ci piacerebbe essere, e so che è una sensazione condivisa da tutti a bordo. Una cosa che non riesco a togliermi dalla testa è che i ragazzi hanno navigato molto bene, e che il loro sforzo non è stato ricompensato."


Con la vittoria ottenuta ieri, Team Telefónica entrerà nel nuovo anno al vertice della classifica generale, grazie ai 24 punti ottenuti e con un vantaggio di 7 punti sui più immediati inseguitori di CAMPER, con cui gli spagnoli si sono dati battaglia fino a pochissimi metri dall'arrivo dopo più di 4.000 miglia di navigazione.


Sul terzo gradino del podio PUMA Ocean Racing, il cui skipper Ken Read è apparso piuttosto deluso: "Abbiamo iniziato questa tappa fiduciosi, è un peccato perché ci sono stati un paio di punti dove abbiamo fatto la cosa giusta, abbiamo navigato bene e ci siamo posizionati nel luogo giusto."


A Read ha fatto eco il francese Franck Cammas, quarto: "È frustrante, perché fino a cinque giorni fa pensavamo di poter vincere. La zona delle calme equatoriali è stata brutta e siamo entrati in aree di poco vento. Sappiamo che queste non sono le condizioni migliori per la nostra barca, ma di sicuro non abbiamo gestito bene la situazione. Forse dipende dal fatto che abbiamo cercato di recuperare con un'opzione che era troppo rischiosa. Penso sia stato un errore, dovremo essere più pazienti in futuro e non lottare sempre per il primo posto."


Nell'ambito delle varie misure messe in atto dagli organizzatori della regata per evitare il rischio di attacchi da parte dei pirati, la seconda tappa della Volvo Ocean Race è infatti stata suddivisa in due parti, e la località del porto sicuro mantenuta segreta.


Non appena i leader di Telefónica sono arrivati quindi, sono iniziati i lavori delle delicate operazioni di carico, un evento che non era mai accaduto prima. Le cinque barche, del peso di circa 15 tonnellate, saranno issate con una gru a un'altezza di oltre 12 metri, con gli alberi da oltre 31 metri montati sulla nave che li condurrà fino alla costa settentrionale degli Emirati Arabi. Nessuno dei velisti o dei componenti del team tecnico di terra viaggerà sulla nave.


Telefónica e CAMPER sono stati i primi due scafi imbarcati, seguiti a breve da PUMA, mentre Groupama 4 e Abu Dhabi saranno caricati nelle prossime ore. Il nostromo della nave ha dichiarato: "Le cose fino ad ora sono andate esattamente secondo i piani, e spero che tutte le barche saranno caricate senza problemi entro la serata." La nave potrebbe quindi lasciare il porto sicuro domani, per arrivare a destinazione i primi giorni di gennaio.


Una volta scaricate le barche, la regata ricomincerà con la seconda tranche, la regata sprint verso Abu Dhabi, che è anche la prima località mediorientale ad ospitare una tappa della Volvo Ocean Race nella storia.


Mentre nel porto sicuro si concludono le operazioni di carico, quindi, il sesto team della flotta Team Sanya, è ancora a Madagascar, dove è stato costretto a riparare dopo aver subito un danno a una sartia e dove sta effettuando i lavori per poter riprendere la regata nelle migliori condizioni per la terza tappa, che arriverà proprio nella località cinese di Sanya.


Ordine di arrivo primo tratto della seconda tappa
1. Team Telefónica (Iker Martínez), FIN - 15d, 4h, 57m, 19s
2. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), FIN - 15d, 4h, 59m, 16s
3. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read), FIN - 15d, 10h, 33m, 09s
4. Groupama sailing team (Franck Cammas), FIN - 15d, 13h, 04m, 19s
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), FIN - 15d, 19h, 56m, 37s
6. Team Sanya (Mike Sanderson) - suspended racing


Classifica generale provvisoria Volvo Ocean Race 2011/2012
1. Team Telefónica (Iker Martínez), 1+30+6+24 = 61 punti
2. CAMPER with Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), 4+25+5+20= 54
3. Groupama sailing team (Franck Cammas), 2+20+2+12= 36
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read), 5+0+4+16= 25
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), 6+0+3+8= 17
?6. Team Sanya (Mike Sanderson), 3+0+1+SUS= 4

Sidney Hobart probabili 40 nodi nella notte



Rolex Sydney Hobart Yacht Race
40 NODI DI VENTO PREVISTI PER LA PRIMA NOTTE
Sydney 26 dic. 2011. - Come solito per questa tradizione del cosiddetto "Boxing Day" (così gli anglosassoni chiamano il 26 dicembre), oggi la baia Sydney Harbour era stracolma di spettatori, sopraggiunti via mare e via terra per la partenza della Rolex Sydney Hobart Yacht Race alle 13:00 locali.


Tutti gli 88 yacht iscritti alla regata si sono presentati sulla linea di partenza. All'inizio della mattinata sembrava che quattro equipaggi provenienti Melbourne non sarebbero riusciti ad arrivare in tempo, per via dei violenti temporali che ieri sera hanno causato vari ritardi dei voli diretti a Sydney. Alcuni non ce l'hanno fatta, altri sono arrivati, ma senza cerate.


"Ieri sera i temporali erano davvero violenti, con venti di 120km/h, alberi sradicati e grandine di 25mm di diametro," ha raccontato Robert Date, skipper del Reichel Pugh 52 Scarlet Runner. "Speriamo di non avere quelle condizioni stanotte, ma ho paura di sì."


A condurre la flotta all'uscita dalla baia di Sydney c'era il 100 piedi Wild Oats XI, tallonato da Investec Loyal di Anthony Bell. In realtà la partenza non è andata liscia come sperato per lo yacht di Bob Oatley, multiplo vincitore dei cosiddetti "line honours" (vittoria in tempo reale). Durante la fase di pre-partenza l'organo di trasmissione del winch della randa si è bloccato, e per la partenza l'equipaggio ha dovuto spostare la scotta randa sul winch primario di riserva, mentre Jon Hildebrand e Ian Smith cercavano di riparare il guasto sottocoperta.


Dopo una breve bolina fino agli Heads, all'uscita di Sydney Harbour, le barche hanno doppiato la boa di disimpegno e issato gli spinnaker con un vento da nord di 18 nodi. Il mare a quel punto era molto mosso a causa dei residui del ciclone tropicale Fina e in ogni cavo d'onda le barche scomparivano fino alle prime crocette.


Nel pomeriggio la flotta diretta a sud si è goduta una bella navigazione al lasco lungo la costa e Wild Oats XI ha raggiunto 18 nodi di velocità con il gennaker A2; stanotte lungo la costa del New South Wales si prevede l'ingresso del tipico e famigerato vento da sud della Rolex Sydney Hobart, che accompagna il passaggio una bassa pressione sul Mar di Tasmania.


Stamattina Rob Webb, Regional Director dell'Australian Government Bureau of Meteorology, ha ammesso che i venti da sud previsti in nottata saranno molto più forti rispetto a quanto inizialmente previsto. "A questo punto parliamo di 20-25 nodi, ma lungo il margine anteriore del fronte il vento sarà molto rafficato, con una media di 30 nodi e punte di 40 nodi."


Mike Broughton, navigatore a bordo dello yacht Jazz di Chris Bull, ha raccontato, "i chicchi di grandine che ieri sera sono piovuti su Melbourne erano giganti come palle da tennis, e questo tempo ci sta venendo incontro. Magari non ci saranno palle da tennis ma piselli. Il mare sicuramente sarà mosso a causa della corrente orientale australiana, che ci spingerà verso sud a 2 nodi; inoltre c'è anche il treno d'onde del ciclone tropicale al largo di Brisbane. Quindi sarà una prima notte impegnativa, ventosa e con mare incrociato."


Tuttavia su una scala da uno a dieci in termini d'intensità, Broughton prevede che le condizioni meteorologiche nella Rolex Sydney Hobart di quest'anno otterranno solo un quattro. "La prima notte sarà piuttosto faticosa, ma poi la navigazione dovrebbe diventare più agevole; a est della Tasmania lotteremo con venti molto deboli e penso che lì si consumeranno le battaglie finali per la vittoria."


Lo skipper di Wild Oats XI, Mark Richards, ha dichiarato: "Le condizioni di stanotte selezioneranno un po' la flotta, poi la regata diventerà una sfida molto tattica e impegnativa. Si tratta probabilmente una previsione abbastanza standard per questa regata. Lungo la costa meridionale della Tasmania le condizioni saranno molto leggere, ma anche con 4-5 nodi di vento le barche grandi come noi viaggiano bene a 13-15 nodi. Dipende tutto dall'angolo del vento e oggi per fortuna le previsioni danno brezze un po' più sostenute. Con una previsione come questa sarebbe facile rimanere parcheggiati senza vento e Loyal e gli altri avversari potrebbero accumulare parecchie miglia di vantaggio, quindi i line honours non sono per nulla scontati."


Lo skipper di Loki, Stephen Ainsworth, concorda che la Rolex Sydney Hobart di quest'anno sarà una regata difficile. "È tutto abbastanza chiaro finché non raggiungi il lato sud dello Stretto di Bass: a qual punto potrà accadere di tutto. Lì è facile cadere in trappola dopo essere rimasti abbonacciati lungo la costa della Tasmania; e poi anche nel fiume Derwent e a Storm Bay. Molti vincitori di questa regata sono passati dalla gloria alla miseria. Quindi la lotta in tempo compensato sarà sicuramente molto appassionante."


Loki per questa regata ha una randa più grande e si avvale di un nuovo navigatore, l'inglese Will Best. "Penso che in questa regata sarà molto utile e lavorerà duro," ha commentato Ainsworth.


Loki è senza dubbio in gran forma, avendo recentemente vinto il campionato IRC australiano, l'Audi Sydney Gold Coast Race e l'Audi Hamilton Island Race Week. "Sono stati 12-18 mesi fantastici e spero solo che la nostra dose di fortuna non si sia esaurita. Questa è l'unica regata che vorrei davvero vincere, non ci sono ancora riuscito," ha concluso Ainsworth.


Una bella sventolata è proprio quello che ci vuole per il velista solitario inglese Alex Thomson e il suo equipaggio di sei a bordo dell'IMOCA 60 Hugo Boss. Thomson è fresco della sua recente vittoria alla Transat Jacques Vabre, regata a quattro mani che attraversa il Nord Atlantico dalla Francia alla Costa Rica in America Centrale, e questa è la sua terza Rolex Sydney Hobart.


Il 60 piedi Hugo Boss progettato da Juan Kouyoumdjian è difficile da gestire in solitario, ma con un equipaggio completo Thomson spera di domare la barca e spingerla al massimo. "Speriamo di sfruttare tutto il suo potenziale. Penso che sia un'ottima barca per questa regata."


Il pensiero di rimanere abbonacciati al largo della costa est Tasmania pesa nelle menti degli equipaggi delle barche grandi, e se il meteo di fine settimana sarà favorevole, è possibile che la regata di quest'anno favorisca gli yacht più piccoli. Sicuramente Andrew Saies, che ha vinto la Tattersall's Cup conquistando la vittoria in compensato della Rolex Sydney Hobart 2009, è felice delle attuali previsioni meteo, soprattutto il forte vento da sud previsto stanotte, per il suo Beneteau First 40 Two True. "La mia barca è competitiva di bolina in 15-20 nodi di vento - si comporta molto bene in queste condizioni. Dopo le prime 24 ore il vento dovrebbe calare e avremo nuovamente brezze leggere e instabili, e questo potrebbe sconvolgere l'ordine della regata e riportarci in contatto con le barche più grandi... speriamo."


Saies e il suo equipaggio proveniente da Adelaide partecipa a molte regate con Two True sulla costa orientale dell'Australia; nel 2009 Two True era l'unico First 40 della Rolex Sydney Hobart, questa volta ci sono altre tre avversari con cui combattere, oltre a un Archambault 40. "Perlomeno abbiamo il vantaggio di avere spazzato via le ragnatele dalla barca con una regata oceanica."

Sul filo di lana Telefonica vince



Oceano Indiano - 26 dicembre 2011 - Saranno ancora gli spagnoli di Team Telefónica a fregiarsi del titolo di leader provvisori della Volvo Ocean Race in questa fine del 2011. Le ultime 24 ore della prima frazione della seconda tappa della regata sono state caratterizzate dalla lotta, un vero e proprio match-race fra CAMPER guidato dall'australiano Chris Nicholson e Team Telefónica dello skipper Iker Martínez, vincitore sia della prima tappa da Alicante a Città del Capo che della In-port Race nella località sudafricana. Con questo ulteriore successo, gli iberici mettono in carniere altri 24 punti e confermano la loro prima posizione sul tabellone generale.


Con un'ultima mossa vincente, a sole otto miglia dal traguardo, Telefónica, è riuscito nel difficile compito di tenere alle spalle gli avversari, guadagnando un margine sufficiente per tagliare la linea del porto sicuro con un minuto e 57 secondi di vantaggio su CAMPER, dopo oltre 15 giorni di navigazione dalla partenza di Città del Capo. Il team spagnolo si aggiudica così i 24 punti in palio per la prima tranche della seconda tappa e si assicura il primo gradino del podio provvisorio con un vantaggio di sette punti. Agli ispano/neozelandesi di CAMPER sono invece andati 20 punti, che li pongono in seconda posizione a 54 punti.


Dopo un breve periodo alla guida della flotta per entrambi i team, quando si lottava nelle arie leggere appena lasciata Città del Capo, sia CAMPER con Emirates Team New Zealand che Team Telefónica si sono poi trovati a metà classifica o persino nelle retrovie. Il quarto giorno di regata, il 14 dicembre, Telefónica ha oltrepassato la nota e temibile corrente di Agulhas al largo di Port Elizabeth in prima posizione mentre CAMPER era quarto, 44 miglia alle spalle dello scafo azzurro. Quando la flotta combatteva contro un fronte occluso formatosi fra due sistemi di bassa pressione, era ancora Telefónica davanti e CAMPER aveva perso altre 20 miglia e il vento da ovest oltre la "barriera" sembrava disperatamente fuori dalla portata degli equipaggi.


Dopo un paio di false partenze, in cui Eolo dava un breve assaggio di brezza prima di richiudere la porta sulla prua delle sei barche, era ancora una volta il turno di Telefónica di prendere per prima il nuovo flusso e la leadership, con gli avversari di CAMPER relegati in quinta posizione e staccati di oltre 70 miglia.


I due esperti skipper, Iker Martínez e Chris Nicholson optavano poi entrambi per una rotta mediana verso est, una scelta poi rivelatasi vincente per l'attraversamento delle calme equatoriali, i Doldrum. Ed è proprio dopo questo momento cruciale della navigazione che CAMPER ha messo in atto il recupero, avvicinandosi fino a 2 miglia dagli spagnoli e dando vita alla battaglia a 35 gradi sud. Al settimo giorno di regata CAMPER riprendeva temporaneamente la testa della flotta, finalmente libera dal fronte occluso.


I lunghi giorni di bonaccia e di pioggia erano ormai un ricordo, quando Telefónica di nuovo balzava al comando, seguita dagli americani di PUMA Ocean Racing e da CAMPER e cominciava a navigare finalmente sotto un sole brillante nei tipici venti d'aliseo.


Cominciava poi dall'undicesimo giorno una corsa in linea retta, guidata dai francesi di Groupama 4, mentre Telefónica e CAMPER scivolavano indietro, con un distacco intorno alle cento miglia dalla barca verde e arancio guidata da Franck Cammas, protagonista di una scelta vincente a sud.


Ma, quando la flotta si è divisa in due tronconi per meglio affrontare il passaggio dei Doldrum, Telefónica e CAMPER, rispettivamente terzi e quarti, sceglievano una rotta più orientale cominciando a riguadagnare acqua sulla flotta che si ricompattava.


Il 23 dicembre, quando si era arrivati al tredicesimo giorno Telefónica era in testa, tallonata da CAMPER a meno di sette miglia e tutte e due le barche viaggiavano sul passo dei 15 nodi quando il resto della flotta languiva nel vento debole, le vele che sbattevano sotto un cielo carico di nuvole.


Fino a quando l'equipaggio di CAMPER ha ricevuto un dono di Natale anticipato, la vigilia della festa infatti la barca rossa e bianca è riuscita a prendere il primo posto. Tutti i festeggiamenti sono allora stati messi da parte, per concentrarsi sulla battaglia finale fino al traguardo nel porto segreto. E si arriva così all'ultimo giorno di regata, caratterizzato da un vero e proprio match race fra i due, che si sono alternati al vertice più volte, separati solo da qualche decina di metri. E, quando il sole era ormai tramontato, nel buio è stato Telefónica ad emergere e a prendersi la vittoria in una delle battaglie più intense viste nelle ultime edizioni della Volvo Ocean Race.

domenica 25 dicembre 2011

Natale in oceano Indiano


Oceano Indiano - 25 dicembre 2011 - Mentre la linea del traguardo della prima parte della seconda tappa si fa più prossima, i cinque team ancora in gara nella Volvo Ocean Race hanno passato il Natale in mare, continuando a darsi battaglia per la leadership. È testa a testa fra CAMPER e Telefonica per il primato, ma Groupama, PUMA e Abu Dhabi si fanno sotto per un rush finale che si prospetta molto combattuto.


Era dall'edizione 1989/1990 che la flotta del giro del mondo a vela non passava il Natale in mare e, per i cinque team in regata nella seconda tappa della Volvo Ocean Race questo è stato sicuramente un giorno speciale. Gli equipaggi sono stati impegnati, più che nei festeggiamenti o nei cenoni, in una nottata impegnativa per far camminare al massimo le barche, in condizioni spesso variabili e imprevedibili.


I leader della tappa, gli ispano/neozelandesi di CAMPER Guidati da Chris Nicholson hanno visto quasi annullato il loro vantaggio sugli iberici di Team Telefónica con l'olimpionico Iker Martínez/ESP, passando da un margine di 24 miglia a poco meno di 4, nel rilevamento delle 14 italiane. Si riapre quindi un nuovo match race oceanico fra i due equipaggi che occupano i primi due gradini del podio generale.


I loro immediati inseguitori di Team Telefónica hanno un vantaggio nella classifica generale di tre punti, avendo finito davanti a CAMPER sia nella prima tappa che nella V&A Waterfront In-Port Race di Città del Capo e dunque i 24 punti in palio per la prima parte della tappa sarebbero preziosi per la barca bianca e rossa, che prenderebbe il primo posto sul tabellone. La seconda tappa, infatti, è composta di due tranche che assegnano punti, l'80% nel primo tratto e il restante 20% nel secondo. Il primo a tagliare la linea del traguardo nel porto tenuto segreto per ragioni di sicurezza, si aggiudicherà 24 punti, 20 andranno al secondo, 16, 12, 8 e 4 agli altri.


E, tuttavia, le prossime ore quando i cinque team saranno più vicini al traguardo della prima tranche della tappa, si prospettano ancora non semplici, con venti leggeri e variabili di direzione. Gli equipaggi dovranno usare ogni briciolo di energia rimasta loro per restare concentrati fino alla linea, nel porto sicuro dell'oceano indiano. "Continuiamo a tenere il piede sul pedale" ha detto Chris Nicholson, lo skipper australiano di CAMPER. "C'è ancora molto da fare in questa tappa."


Anche i francesi del Groupama sailing team, che avevano condotto per un lungo tratto prima di entrare nella zona delle calme equatoriali, sono stati protagonisti di un grande recupero, si trovano ora a poco più di 42 miglia dai leader, ma sono rimasti con la mente più sulla regata che sui festeggiamenti natalizi. Lo skipper Franck Cammas, come altri componenti del suo equipaggio, che passa il suo primo 25 Dicembre in regata ha detto di sentire molto la mancanza della famiglia. "Abbiamo manovrato, navigato, fatto tutto ciò che possiamo per arrivare a destinazione il prima possibile. Per ora non abbiamo visto Babbo Natale a bordo. Purtroppo non posso essere con le mie figlie fisicamente, quindi penso di poterlo fare solo telepaticamente, con il pensiero. Va bene, festeggerò con loro quando le vedrò."


Gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG sono sempre in quarta posizione, ma anch'essi hanno drasticamente ridotto il gap dai battistrada. Per loro un inizio del giorno di Natale piuttosto impegnativo. "Quasi a mezzanotte, abbiamo preso un temporale con 40 nodi di vento, che ci ha fatto vedere i sorci verdi" ha raccontato lo skipper Ken Read "È stato il nostro regalo di Natale, il nostro momento di benvenuto su Mar Mostro. Comunque stiamo tutti bene, siamo felici e il morale è alto. Non vediamo l'ora di festeggiare con le nostre famiglie ma per ora questo è il nostro giorno di festa, con la nostra piccola famiglia di bordo."


Stessa sorte, stesso inizio tempestoso del Natale anche per il team dell'Abu Dhabi Ocean Racing. "Abbiamo beccato una bella botta di vento stamattina" ha detto lo skipper Ian Walker. "Quaranta nodi di vento e una pioggia torrenziale per cinque ore." Lo scafo nero, alle 14 è ancora quinto, ma con la velocità più alta della flotta, che gli ha fatto recuperare molte miglia rispetto al distacco che aveva ieri. Mentre i primi si muovono a sette, nove nodi, il team portacolori degli Emirati guidato dall'olimpionico britannico cammina a quasi sedici.


Mentre si è entrati nel quattordicesimo giorno di regata, la classifica delle ore 14 vede rinnovarsi il testa-a-testa fra CAMPER with Emirates Team New Zealand e Telefónica, separati da sole 3,9 miglia e con gli spagnoli più veloci di oltre due nodi dei loro avversari. Groupama 4 è terzo ma ha ridotto il suo svantaggio a 42 miglia e procede sul passo degli 11 nodi e mezzo, seguito da PUMA che pure ha guadagnato 22 miglia su tre ore ed è distanziato di 58,1 miglia e procede a oltre 14 nodi. Abu Dhabi, autore del recupero più rilevante, è ora a 156,3 miglia e, come detto, fa registrare la migliore velocità della flotta con 15,8 nodi.


** I cinque equipaggi ancora in gara, stanno navigando nella zona "Stealth" e le loro posizioni esatte rimarranno segrete fino a che non raggiungeranno il porto di ripartenza, per la seconda parte della tappa da Città del Capo a Abu Dhabi. Sulla cartografia elettronica ufficiale non sono più visualizzate le posizioni, le rotte individuali sono distorte e le condizioni meteo sono disabilitate, ma sono comunque forniti i dati sulla classifica e sulla distanza fra i vari concorrenti.


Tali dati sono pubblicati sul sito ufficiale della regata alla pagina:
www.volvooceanrace.com/en/racetracker/rdc.html


Classifica provvisoria seconda tappa, 25 dicembre alle ore 13 GMT - STEALTH
1. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson),
2. Team Telefónica (Iker Martínez), +3,9
3. Groupama sailing team (Franck Cammas), +42,6
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read), +58,1
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), +156,3
6. Team Sanya (Mike Sanderson) - suspended racing




Voci dall'oceano:
Hamish Hooper, MCM di CAMPER: "È Natale a bordo di CAMPER e sfortunatamente per i ragazzi non c'è molta energia per i festeggiamenti. Non che non vogliamo, è che sono stati alzati tutta la notte lavorando freneticamente nei temporali, uno dopo l'altro, in condizioni dure. Il traguardo si avvicina, e quello che interessa veramente a tutti è poter arrivare prima degli altri, poi ci sarà tempo per festeggiare! Stamattina hanno portato in coperta il mio sacco a pelo, pieno di regali delle nostre mogli, fidanzate e genitori. È stata una cosa bella, che ha fatto tornare il sorriso su molte di queste facce stanche. Siamo concentrati sulla parte finale di questa tappa, che sarà una delle più difficili. Telefonica è qui, ci sta con il fiato sul collo, quindi queste ultime miglia saranno decisive. Buon Natale a tutti a terra!"


Nick Dana, MCM di Abu Dhabi: "Sono state 24 ore strane a bordo di Azzam, alla vigilia di Natale non avevamo vento, fermi completi tutto il giorno. Abbiamo mangiato di tutto, pensando alla possibile ETA (l'orario dell'arrivo) e a quante borse di cibo avevamo ancora... Ha fatto anche molto caldo, sottocoperta c'erano 35 gradi e più e non circolava un filo d'aria. Fortunatamente abbiamo potuto recuperare un po' dormendo e mangiando, perché non appena è scoccata mezzanotte siamo stati risvegliati da un temporale. A un certo punto abbiamo avuto 35 nodi di vento reale... Fortunatamente adesso il tempo si è calmato, e speriamo che ci dia una mano anche nel pomeriggio per recuperare. Per ora è stato un Natale divertente, abbiamo già mangiato tutto il cioccolato e tutti i dolci!"


Diego Fructuoso, MCM di Team Telefónica:"Siamo qui, continuiamo a regatare al massimo. Ieri la nostra cena della vigilia ha dovuto essere cancellata. Andavamo veloci e si saltava molto, quindi era impossibile cucinare la pasta e abbiamo dovuto mangiare ancora liofilizzati. Meglio così, non abbiamo avuto tempo di pensare al giorno di festa. Ne abbiamo approfittato per chiamare a casa. Oggi è arrivato Babbo Natale ma ha portato regali solo per Iker e Pepe. Sarà perché noi altri non siamo stati buoni... o forse i nostri regali pesavano troppo e qui tutto deve essere leggero, forse ci arriveranno a Abu Dhabi! La lotta con Team New Zealand per vincere la tappa sarà terribile, non manca molto, e quindi dovremo dare il massimo..."


Amory Ross, MCM di PUMA: "Buon Natale da PUMA Ocean Racing! Non posso giudicare chi è stato buono o cattivo, ma una cosa è certa Babbo Natale ci ha portato esattamente quello che desideravamo, quindi forse siamo stati buoni (o forse no, ma finalmente un po' di fortuna!). Tutti e undici volevamo un po' di vento e Santa Claus ce l'ha portato. La giornata è cominciata con un temporale a 40 nodi, poi le condizioni sono migliorate un po'. Almeno camminiamo veloci, ed è stato un Natale che pochi di noi dimenticheranno. Le barrette energetiche e il caffè che ho lasciato fuori erano sparite stamattina, quindi penso che siano state rubate, siano cadute in mare oppure veramente Babbo Natale è atterrato su un Volvo Open 70...speriamo che sia così e che Babbo Natale e le sue renne possano usarle per il loro giro del mondo."


Yann Riou, MCM di Groupama 4: "Il giorno dopo. Natale è un giorno come un altro o quasi a bordo di Groupama 4, un po' di mal di stomaco, come succede il giorno dopo il veglione. C'è qualcosa che non abbiamo digerito bene solo che per noi, non si tratta del tacchino ripieno o del dolce con la crema pasticciera! Diciamo che Babbo Natale non ci ha fatto dei gran regali in questi ultimi due giorni! Incassiamo, ormai è passato, siamo usciti dal pot au noir (le calme equatoriali) ieri e siamo neri. È stata una notte agitata, il vento è calato di nuovo. Ci prepariamo per la fase finale, che di sicuro sarà con poco vento. La barca è in buono stato, al cento per cento del suo potenziale e l'equipaggio in forma. Buona giornata e buon Natale!"

Sidney Hobart buone le previsioni per il via.

Jessica Watson - Ella Bache    (foto Kurt Arrigo)



88 equipaggi internazionali sono pronti per la partenza della 67a Rolex Sydney Hobart Yacht Race lunedì 26 dicembre. Stando alle previsioni meteorologiche, le condizioni quest'anno saranno varie e difficili, ma non estreme.


Secondo Rob Webb, Regional Director dell'Australian Government Bureau of Meteorology, la partenza da Sydney Harbour alle 13:00 locali di lunedì, sarà accompagnata da venti da nord di 15-20 nodi, che offriranno un ottimo stimolo iniziale agli equipaggi diretti verso sud. Questa fase sarà breve. Nel pomeriggio di lunedì, infatti, nella parte nord dello Stretto di Bass e lungo la costa del New South Wales sopraggiungeranno venti di bolina da sud/sud ovest. Due giorni dopo il via, le condizioni nella porzione meridionale dello Stretto di Bass Strait e lungo la costa orientale della Tasmania saranno dominate da brezze leggere e instabili; verso metà/fine settimana dovrebbe sopraggiungere un'area d'alta pressione da ovest.


Il chiaro favorito per i cosiddetti 'line honours' (la vittoria in tempo reale) è senza dubbio il maxi di 100 piedi Wild Oats XI di Bob Oatley, che in cinque delle ultime sei edizioni della regata ha tagliato per primo il traguardo di Hobart e nel 2005 ha vinto l'ambita 'tripletta', ossia vittoria in tempo reale e compensato e record di regata. Prevedendo quest'anno una forte concorrenza da parte di Rambler 100 dell'americano George David (finché non ha perso la chiglia durante la Rolex Fastnet Race dello scorso agosto), Wild Oats XI negli ultimi 18 mesi ha subito delle notevoli modifiche per migliorare le sue prestazioni: due derive gemelle al posto del 'canard' di prua, una nuova chiglia, maggiore angolo di canting della chiglia, randa e spinnaker più grandi, ecc... Tuttavia, date le previsioni meteo più recenti, il tattico Iain Murray dice che nonostante queste migliorie, Wild Oats XI riuscirà a raggiungere a Hobart dopo due giorni e quattro o cinque ore di navigazione, ben oltre il suo tempo record di un giorno, 18 ore e 40 minuti.


"Usciremo da Sydney in volata e poi cercheremo di spingere al massimo verso est prima che la brezza giri a sudovest," ha dichiarato Murray. "Attraverseremo lo Stretto di Bass e poi ci sarà una tratta impegnativa al largo della costa est della Tasmania. Lì è sempre difficile. Ci sono zone di bonaccia e la brezza passa sopra la parte alta della Tasmania."


A bordo del maxi Investec Loyal di Anthony Bell ci saranno varie star dello sport australiano, tra cui i giocatori di rugby Phil Kearns e Phil Waugh; il navigatore americano Stan Honey non prevede grandi chance per questo 100 piedi fino alla parte finale della regata. "Se ci fosse molto vento o le condizioni fossero davvero leggere, la situazione sarebbe molto diversa. L'ultima metà della regata sarà una lotteria - con un po' di fortuna potrebbe andare bene per noi."


Il consenso è che se queste previsioni favoriranno una particolare dimensione di barche, sarà la flotta di media lunghezza tra 40 e 60 piedi.


A un estremo della scala si trova il Reichel Pugh 63 Loki di tre anni appartenente a Stephen Ainsworth, uno degli yacht da regata australiani di maggiore successo. Di recente Loki ha vinto il Bluewater Pointscore Championship del 2010-11, coronando una stagione spettacolare in cui la barca ha conquistato il podio in varie occasioni e ha conquistato i line honours e la vittoria di classe nell'Audi Sydney Offshore Newcastle Yacht Race.


Di scala leggermente più piccola, ci sono otto 52 piedi tra cui cinque ex-TP52. Uno dei più iridati è Ragamuffin, il Farr ex-Pegasus/Morning Light appartenente a Syd Fischer, uno dei velisti più celebri d'Australia. L'84enne Fischer quest'anno parteciperà alla sua 43ª Rolex Sydney Hobart.


Fischer, che vinse la regata nel 1992, dice che la precisione delle previsioni meteo oggigiorno è molto più accurata rispetto al passato, ma non è convinto che le condizioni di quest'anno favoriranno le barche di dimensioni simili a Ragamuffin. "Lo confermerò quando lo vedrò. Non mi fido delle previsioni e il tempo è molto variabile in questo momento."


Nonostante abbia una barca leggermente più piccola, l'inglese Chris Bull, armatore e skipper di Jazz, dice che il suo Cookson 50 batte sempre i TP52 nelle regate d'altura in tempo compensato, tuttavia anche lui non è convinto delle loro prospettive con le attuali previsioni del tempo.


"Vorremmo avere un bel vento sia di bolina sia nelle andature portanti. Sicuramente noi abbiamo bisogno di vento forte di bolina. Un paio di giorni fa la prospettiva era positiva. Purtroppo ora le previsioni indicano venti un po' più leggeri. Per noi queste condizioni saranno discrete, ma non certo buone come l'anno scorso."


Bull, che quest'anno ha partecipato all'Atlantic Ocean Racing Series - che include regate nei Caraibi, sulla costa est USA, una regata transatlantica e poi la Rolex Fastnet Race - ritiene ancora che la Rolex Sydney Hobart sia la più difficile delle 'classiche regate di 600 miglia': "Le condizioni in genere sono più impegnative - sei nell'Oceano del Sud, generalmente ci sono venti più sostenuti e ogni anno c'è vento forte, cosa che non accade sempre nelle altre regate. Il mare è più freddo rispetto alle altre regate di 600 miglia. Anzi direi che nessuna regata inferiore a 2.000 miglia è difficile come questa. Ho partecipato alla Round Britain and Ireland Race, che è lunga 1.760 miglia e non è faticosa come questa."


All'estremo più piccolo di metà flotta troviamo il nuovo AFR Midnight Rambler, appartenente a Ed Psaltis, Bob Thomas e Michael Bencsik, vincitori in compensato dell'edizione del 1998. AFR Midnight Rambler è un Ker 40 di serie disegnato dall'inglese Jason Ker. La barca, con la sua caratteristica prua, è veloce sia di bolina sia nelle andature portanti e si comporta bene anche in IRC.


"È piuttosto insolito che una barca sia veloce in tutte le andature," commenta Psaltis. "Per ora siamo molto soddisfatti. È una barca abbastanza radicale. Sarà una gara brutale e molto bagnata per noi, ma se sei veloce il disagio è abbastanza tollerabile." Psaltis aggiunge che sta ancora imparando a conoscere la barca, avendone preso possesso solo lo scorso settembre.


Per quanto riguarda le previsioni, Psaltis sperava di avere più andature portanti all'inizio, ma ritiene che quando il vento girerà a sud dovrebbero essere forti. "Il primo giorno e mezzo sembra buono per noi. La costa della Tasmania sarà una lotteria. La previsione di oggi è diversa da quella di ieri e cambierà domani."


Un'incognita per la classifica potrebbe essere l'equipaggio tutto francese dell'X-43 L'Ange de Milon di Jacques Pelletier. Oltre alla famiglia e amici di Pelletier, a bordo di sono anche tre velisti che solitamente partecipano alle regate in solitario della classe Figaro, tra cui Nicolas Lunven che vinse La Solitaire du Figaro nel 2009. L'Ange de Milon ha partecipato alla Rolex Sydney Hobart dello scorso anno, ma questo sarà il debutto di Lunven in questa regata e si dice entusiasta della sfida che lo attende. Lunven aggiunge che forse quest'anno le condizioni meteo non saranno ideali per loro: "A questa barca piace il vento forte di bolina, all'equipaggio un po' meno!"


Insolitamente, l'estremo più piccolo della flotta quest'anno sta richiamando una particolare attenzione dai media locali: la classe Sydney 38, infatti, include Ella Bache condotta dalla skipper 18enne Jessica Watson, che divenne una star dei media australiani quando circumnavigò il globo in solitario a 16 anni. Il giovane equipaggio della Watson include anche il 19enne inglese Michael Perham, che circumnavigò il globo a 17 anni.


"Non ho mai partecipato alla Rolex Sydney Hobart, ma avendo il ruolo di navigatore l'ho studiata molto, analizzando i modelli climatici e le correnti che da queste parti sono fattori importanti soprattutto per le barche piccole come la nostra", ha commentato Perham, che quest'anno ha partecipato con la Watson alla Round the Island Race in Gran Bretagna.


The Rolex Sydney Hobart partirà alle 13:00 ora locale da Sydney Harbour.


Come seguire l'evento
Per maggiori informazioni sulla Rolex Sydney Hobart visitate il sito www.rolexsydneyhobart.com

Cambio al comando della VOR



Oceano Indiano - 24 dicembre 2011 - Buon Natale a tutti. Altro cambio al vertice nella seconda tappa della Volvo Ocean Race. Gli ispano/neozelandesi di CAMPER la scorsa notte hanno preso la testa della flotta, sopravanzando Team Telefonica e i francesi di Groupama 4, che erano stati i primi ad entrare nella Stealth zone ma che sono poi rimasti intrappolati nelle calme equatoriali. Quarti gli americani di PUMA e quinto Abu Dhabi, mentre nel porto segreto gli shore team sono al lavoro per preparare l'imbarco dei cinque scafi sulla nave che li porterà negli Emirati Arabi.


Altro cambio al vertice per la flotta della Volvo Ocean Race nella seconda tappa, nella notte CAMPER guidato da Chris Nicholson ha sorpassato Telefónica dello skipper Iker Martínez/ESP, prendendo il comando nel giorno della vigilia di Natale, mentre si infrangevano le speranze di un riavvicinamento da parte di Groupama 4 e di PUMA Mar Mostro ancora in sofferenza nel campo minato delle calme equatoriali.


Senza l'aiuto della stella cometa, i tre saggi a bordo di CAMPER with Emirates Team New Zealand hanno portato abilmente il loro team oltre la zona dei Doldrum e in prima posizione, mentre uno dopo l'altro i team che li precedevano sono caduti vittima del vento leggero e instabile. CAMPER ha trovato una via d'uscita veloce, non scendendo mai sotto i dieci nodi di velocità, conquistandosi la posizione di leader.


Lo skipper australiano Chris Nicholson ha affermato che il merito va al co-skipper Stu Bannatyne e ai navigatori Will Oxley e Andrew McLean, che hanno elaborato una strategia solida che il resto dell'equipaggio ha messo in pratica alla perfezione. "Ce la siamo conquistata questa leadership. Stu, Will e Animal (Andrew McLean) avevano un ottimo piano e i ragazzi sono stati capaci di metterlo in pratica. È stato molto bello vedere come hanno lavorato e come hanno preso le decisioni, è una bella sensazione."


Grazie a questa opzione, al rilevamento delle 14 di oggi, UTC CAMPER aveva un vantaggio di quasi 24 miglia nei confronti dei leader provvisori della classifica generale, gli spagnoli di Team Telefónica, che in precedenza erano pure stati al comando, togliendo il primato ai francesi di Groupama 4, che ora è terzo. Lo skipper francese ha ammesso che essere stati i primi a entrare nei Doldrum non è stato un passo facile, perché in questo modo hanno mostrato agli inseguitori la via migliore per sfuggire al vento leggero. "Fa infuriare, i Doldrum sono una zona di incertezza, è difficile fare previsioni e avere una strategia adatta. Per il momento stiamo perdendo, la tappa non è finita ma le calme non sono state un passaggio semplice per noi. Per due terzi della zona siamo stati la barca più a ovest della flotta. I primi ad entrare e poi i primi a fermarci, che ha consentito ai nostri inseguitori di oltrepassare la zona senza vento e di passare avanti. L'uscita non è completamente finita, sapremo di più quando tutti saranno liberi, ma di certo eravamo in una situazione migliore due giorni fa rispetto a ora."


Entrati nelle calme in seconda posizione, gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG sono scesi oggi in quarta, mentre Abu Dhabi Ocean Racing rimane quinto, pur essendosi molto riavvicinato agli statunitensi. Ken Read ha ammesso che il secondo passaggio dei Doldrum è stato un altro momento di grande frustrazione, ma di essere ancora speranzoso che le carte possano girare in suo favore. "Nessuno ha mai detto che questo è uno sport facile, ma caspita, non credo che debba essere così duro! Quando saremo usciti da questa cosa, essere a ovest sarà positivo, ma il problema è che gli altri stanno uscendo meglio di noi. Un vantaggio a ovest non significa nulla, se non puoi mettere fuori il naso per primo. C'è molta incertezza e stranezze per le prossime ore, e c'è ancora molta strada da fare, spero che la ruota della fortuna cominci a girare."


A bordo di Team Telefónica il Media Crew Member Diego Fructuoso ha detto che il caldo estremo e la pressione agonistica stanno facendo dimenticare persino il Natale. "Non abbiamo nulla di speciale in programma per oggi. Meglio non pensarci, perché ci deprimeremmo. Continuiamo a lavorare il meglio possibile, mangeremo un po' di pasta che è la cosa migliore che abbiamo a bordo insieme a quasi 2.000 cioccolatini, che ci sono stati dati come regalo. Se potremo cercheremo di chiamare casa per mandare un bacio alle nostre famiglie."


Un frustrato Ian Walker, skipper di Abu Dhabi che si trova in quinta posizione, ha dichiarato che credeva di essere fuori dal peggio, ma che poi la barca è stata risucchiata nella bonaccia. "Stamattina pensavamo di esserne fuori, ma siamo rientrati nella calma. Abbiamo circa tre nodi di vento e avanziamo a malapena in un caldo soffocante. Eravamo riusciti ad arrivare sotto a PUMA, a cinque miglia dalla loro poppa, ma poi ci siamo piantati sotto una nuvola senza vento per ore e loro si sono riallungati. Non perdiamo la speranza, ma in questa situazione sarà difficile ribaltare le cose. Meno male che domani avremo un pranzo di Natale liofilizzato..."


Chris Nicholson su CAMPER, si è detto certo che l'intensità agonistica non diminuirà finche le barche non avranno tagliato la linea del traguardo nel porto sicuro. "Siamo appena entrati in un vento da ovest, quindi non ci resta che aspettare le prossime posizioni per vedere se ci sono anche gli altri. Groupama potrebbe avere un vantaggio su di noi, nel senso che potrebbero essere più veloci e quindi dobbiamo fare attenzione. E dobbiamo anche tenere d'occhio Telefónica. I giochi sono ancora molto aperti."


Intanto nella località segreta verso cui stanno facendo rotta i cinque team, fervono i lavori dei tecnici e degli organizzatori per preparare l'imbarco degli scafi sulla nave che li condurrà verso gli Emirati Arabi. Benché avversari sull'acqua, a terra è un vero lavoro di squadra, improntato alla massima collaborazione, quello che stanno svolgendo gli shore team per montare le strutture. Gli invasi, su cui saranno posizionate le barche per essere caricate sulla nave. A turno, tutti e cinque i gruppi hanno lavorato per montare i pezzi.


"I team sanno che questa situazione è comune a tutti" ha detto il direttore di regata Jack Lloyd, che ha supervisionato le operazioni. "In questa fase della regata tutti sono consci del fatto che non possono essere entità distinte e stanno lavorando davvero bene insieme per preparare le cose prima dell'arrivo degli equipaggi." Mentre i velisti si stanno dando battaglia in mare, infatti, la sola competizione degli shore team a terra è quella contro il tempo e la sfida logistica di caricare le barche in sicurezza sulla nave. "Non è mai successo prima di dover caricare un Volvo Open 70 armato con albero e sartiame su una nave" ha sottolineato Lloyd. "È una grande sfida e ci potrebbero essere notevoli problemi. Un'onda o un colpo di vento potrebbero fare muovere gli scafi nel momento del carico, potrebbero essere danneggiati nello spazio di un minuto."


Il direttore di regata e i suoi collaboratori hanno anche preso visione del luogo esatto dove posizionare la linea del traguardo della prima tranche della tappa, come pure la grande chiatta che sarà utilizzata per mettere gli invasi prima che vengano imbarcati sulla nave. L'operazione sarà condotta in collaborazione con gli esperti di DHL, che è il partner per la logistica della Volvo Ocean Race. Ora gli organizzatori si augurano, come regalo di Natale, che la flotta possa godere di vento sufficientemente sostenuto per raggiungere quanto prima la località segreta, ma non troppo forte per mettere a rischio la delicata operazione.


Secondo il rilevamento delle 14 di oggi, CAMPER with Emirates Team New Zealand guida con un vantaggio di quasi 24 miglia su Telefónica, Groupama 4 è terzo a oltre 111 miglia, seguito da PUMA e Abu Dhabi, rispettivamente a 151,5 e 195,4 miglia. Ancora una volta sono i due battistrada a far rilevare le migliori velocità, 17,8 e 15,1 nodi rispettivamente, mentre Abu Dhabi non è ancora riuscito a prendere un buon passo e avanza a poco più di cinque nodi.


** I cinque equipaggi ancora in gara, stanno navigando nella zona "Stealth" e le loro posizioni esatte rimarranno segrete fino a che non raggiungeranno il porto di ripartenza, per la seconda parte della tappa da Città del capo a Abu Dhabi. Sulla cartografia elettronica ufficiale non sono più visualizzate le posizioni, le rotte individuali sono distorte e le condizioni meteo sono disabilitate, ma sono comunque forniti i dati sulla classifica e sulla distanza fra i vari concorrenti.


Tali dati sono pubblicati sul sito ufficiale della regata alla pagina:
www.volvooceanrace.com/en/racetracker/rdc.html


Classifica provvisoria seconda tappa, 24 dicembre alle ore 13 GMT - STEALTH
1. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson)
2. Team Telefónica (Iker Martínez), +23,7
3. Groupama sailing team (Franck Cammas), +111,4
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read), +151,5
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), +195,4
6. Team Sanya (Mike Sanderson) - suspended racing

venerdì 23 dicembre 2011

Buon Natale dall'Oceano - Volvo Ocean Race 2011 - 12

Auguri a tutti!

Gli auguri di Vasco per Natale

Meglio di così.........

VOR - La flotta entra nella Stealth Zone



Oceano Indiano - Diego Garcia - 22 dicembre 2011 - Groupama entra per primo nella Stealth Zone" e si appresta ad affrontare l'area delle calme equatoriali. Il gruppo degli inseguitori è guidato dagli americani di PUMA, dagli spagnoli di Telefonica e dagli ispano/neozelandesi di CAMPER. Abu Dhabi è ancora staccato ma fa registrare buone velocità mentre Team Sanya procede con i lavori di riparazione per tornare quanto prima in regata.


Undicesimo giorno di regata, sono sempre i francesi di Groupama 4 guidati da Franck Cammas i leader della seconda tappa della Volvo Ocean Race. E proprio la barca verde e arancio dei transalpini, verso le dieci di questa mattina, è stata la prima ad entrare nella 'Stealth Zone' creata dagli organizzatori come ulteriore misura antipirateria. 


La Stealth Zone copre l'area dell'oceano indiano che va dalla punta settentrionale del Madagascar fino agli Emirati Arabi e, una volta che i team vi sono entrati, la loro posizione esatta non sarà più disponibile al pubblico, anche se saranno comunque rese note le distanze rispetto al leader. Questa della "zona d'ombra" è una delle misure intraprese dagli organizzatori del giro del mondo a vela, per contrastare il rischio di attacchi da parte dei pirati che operano in una vasta area al largo della costa della Somalia. La flotta sta navigando verso un porto sicuro dell'oceano indiano, il cui nome e la cui localizzazione sono tenuti segreti per ovvi motivi di sicurezza, dove saranno caricate su una nave per essere trasportate attraverso la zona di maggiori pericoli fino a una località costiera di Sharjah, nella parte nord degli Emirati Arabi. Da lì la flotta riprenderà la corsa, con un regata sprint fino ad Abu Dhabi, la prima località del medio oriente a ospitare una tappa della Volvo Ocean Race nei 38 anni della sua storia.


I cinque team in regata si stanno dirigendo quindi verso la zona delle calme equatoriali, che passeranno per la seconda volta nella regata e che certamente daranno filo da torcere a navigatori e skipper che saranno chiamati a saltare l'ostacolo nel modo più veloce e indolore possibile. Per questo motivo i battistrada di Groupama 4 stanno spingendo al massimo sull'acceleratore, per guadagnare il massimo vantaggio sugli inseguitori, sebbene nelle ultime ore la situazione sia stata piuttosto omogenea. Gli americani di PUMA Mar Mostro sono infatti distanziati di meno di ottanta miglia, e la zona di vento leggero e temporali improvvisi potrebbe creare il famoso "effetto elastico", ricompattando la flotta. "Stiamo entrando in una zona dove è molto difficile prevedere cosa farà il vento" ha detto lo skipper Franck Cammas "quindi bisogna essere molto pragmatici e cogliere ogni opportunità per passare i Doldrum. Di sicuro sappiamo che le altre barche si avvicineranno nei prossimi giorni, perché noi entriamo nel vento leggero prima di loro. Ma siamo felici della nostra posizione, sappiamo che può succedere di tutto in questo tipo di sistema meteo, fa parte del gioco e dobbiamo stare attenti ai buchi di vento e ai temporali." Ha concluso il navigatore francese, che proprio oggi ha festeggiato a bordo, con la prima posizione e una torta al cioccolato, il suo trentanovesimo compleanno.


Tuttavia, prima di entrare nella zona dei Doldrum, i team dovranno affrontare una bassa pressione in movimento da est, che potrebbe scombinare la classifica. "La grande domanda è est o ovest?" ha detto il navigatore di PUMA Tom Addis "Siamo per l'opzione occidentale all'80/90% e per questo stiamo cercando di camminare il più possibile. In quel punto i Doldrum sono generalmente meno confusi e più vicini, e penso che avremo tempo per passare intorno a questa bassa. Questa è la nostra opzione preferita, ma nulla è definitivo. Possiamo sempre cambiare idea e rotta."


La flotta continua a salire a nord, e lo fa a un buon ritmo, nelle ultime 24 ore tutti hanno navigato a velocità fra i 15 e i 22 nodi. Al rilevamento delle 14, Groupama 4 aveva un vantaggio su PUMA di 76,8 miglia. La barca guidata dallo skipper spagnolo Iker Martínez si è tenuta più a est e si trova a poco più di 91 miglia, seguita in quarta posizione da CAMPER di Chris Nicholson, a 128,1 miglia, mentre Abu Dhabi è staccato di 229,2 miglia ma fa registrare la velocità più alta con 20,6 nodi.


A terra, in Madagascar, intanto Team Sanya continua con i lavori per poter tornare in regata in un tempo che si stima intorno alle tre settimane, dopo i problemi avuti al sartiame. L'attrezzatura che si è rotta è in volo verso Valencia, in Spagna, dove verrà riparata. 


Per evitare ogni possibile rischio di attacchi di pirateria e per rispettare le misure messe in atto dagli organizzatori della Volvo Ocean Race, la cartografia elettronica ufficiale è entrata nella zona "Stealth" ovvero non sono più visualizzate le posizioni, le rotte individuali sono distorte e le condizioni meteo sono disabilitate, ma sono comunque forniti i dati sulla classifica e sulla distanza fra i vari concorrenti. Tali dati sono pubblicati sul sito ufficiale della regata.



Voci dall'oceano:


Amory Ross, MCM di PUMA: "Ripetizione, è la sola parola che si può usare per descrivere la nostra tappa fino a ora. Siamo qui, avanziamo di bolina picchiando sulle onde mure a dritta, nello stesso vento, sulle stesse onde e con le stesse vele che abbiamo usato da quando abbiamo virato verso nord, qualche giorno fa. Accidenti, se è ripetitivo! Ma la barca va bene, e ci stiamo divertendo in questa corsa in linea retta verso i Doldrum... verso il punto dove le cose cominciano a cambiare velocemente. Rallentiamo, magari ci fermiamo persino, e mentre noi pensiamo alla rotta per vincere la tappa, altri guarderanno con attenzione ad ovest, verso il mare dove oggi governano i pirati. Prima di partire da Alicante in novembre, tutti i velisti hanno seguito un corso molto approfondito per gestire il rischio. La nostra filosofia è semplice: essere furbi, coscienti, far camminare la barca e tenersi lontano dalle aree ad alto rischio. Ci fidiamo moltissimo delle misure che ha preso la Volvo Ocean Race e non possiamo permetterci di avere paura. Questa è prima di tutto una regata e il nostro obiettivo è vincere, chiaro, siamo ben coscienti del rischio e non saremmo partiti da Città del Capo se non ne fossimo stati edotti. Intanto, torniamo a fare le solite cose!"


Yann Riou, MCM di Groupama 4: "Caldo, caldo! Le miglia filano via veloci in coperta, di sotto il caldo aumenta! Non è ancora un forno, ma comincia a fare caldo. L'acqua è a 24 gradi e cominciamo a tirar fuori i ventagli. Ma il leitmotiv del giorno è: umido. E si potrebbe anche aggiungere, monotono, scordandosi che stiamo navigando a venti nodi di media sui monoscafi più divertenti del mondo... in testa della seconda tappa della Volvo Ocean Race! Però è vero che la giornata di oggi sembra un po' quella di ieri, che sembrava quella dell'altro ieri. Intendiamoci, siamo tutti abbastanza occupati per non notare il tempo che passa, le posizioni arrivano ogni tre ore e portano sorrisi, ogni volta. Ci facciamo tante domande sulla pirateria, sui rischi. Vista da qui, sembra talmente irreale! In questo momento andiamo a ventitre nodi, come una palla di cannone che passa il mare da parte a parte, a diverse centinaia di miglia dalla costa. Se fossi un pirata sceglierei una preda più accessibile... sappiamo che non durerà per sempre ma, in ogni modo, questo non cambierà molto la nostra maniera di navigare."


Hamish Hooper, MCM di CAMPER: "La flotta va sempre più a nord, e stiamo piano, piano avvicinandoci alla zona "di esclusione dai pirati" nella parte occidentale dell'indiano. In un primo momento i pirati ti fanno venire in mente degli ubriaconi, un po' maleodoranti, con una gamba di legno e un pappagallo sulla spalla. Sfortunatamente la cosa non è affatto così comica, è un pericolo molto reale che tutti noi prendiamo seriamente. La pirateria è una grande "industria", e credo che nello scorso anno siano stati pagati un centinaio di milioni di dollari di riscatto. La cosa triste della pirateria, specialmente in Somalia, è che è stata creata in gran parte dalla disperazione delle persone che vogliono solo sopravvivere. Tutti i kiwi e i velisti sanno bene che solo qualche settimana fa abbiamo ricordato l'anniversario del nostro uomo di mare più famoso e rispettato. La tragica fine di Sir Peter Blake ucciso dai pirati sul Rio delle Amazzoni, ci ricorda che non è solo in questa zona che esiste il problema, ma in tutto il mondo... Tony Rae oggi ci ha ricordato che abbiamo solo quattro giorni per fare le compere di Natale, se non siamo ancora andati per negozi dobbiamo sbrigarci, grazie Tony!"


Andrés Soriano, MCM di Team Sanya: "È un giorno pieno di cose da fare per Team Sanya. Ci hanno raggiunto alcuni del nostro shore team e ci prepariamo a togliere l'albero oggi pomeriggio. La barca è pulita, le vele si stanno asciugando ed è una giornata caldissima, qui a Fort Dolphine. Ryan Houston, Bert Schandevyl e Tiger sono partiti per tornare a casa per Natale, e altri partiranno domani, il resto di noi ha continuato a pulire barca e attrezzatura. Abbiamo avuto delle persone del luogo che sono venute ospiti a bordo e non credevano ai loro occhi, al nostro lavoro e al fatto che siamo pagati per farlo... certo, mette le cose in prospettiva e essere qui ci ha fatto rendere conto di molte cose. Siamo in un posto umile, e ci fa capire quanto siamo fortunati ad avere quello che abbiamo, a fare quello che amiamo, un giorno dopo l'altro... E poi c'è una bella notizia, qualcuno (non io) fra sei mesi diventerà papà, siamo tutti molto contenti per il nostro compagno e auguriamo a lui e alla sua famiglia il meglio!"


Nick Dana, MCM di Abu Dhabi: "Navigando di bolina, siamo costretti a mettere una tenda di rete sul tambuccio per evitare che gli spruzzi riempiano la barca d'acqua ogni venti minuti circa... però, così facendo intrappoliamo l'odore di undici uomini, undici cerate umide e, almeno, undici porzioni di cibo disidratato che nessuno ha il coraggio di toccare. Come si combatte? Alcuni usano i fazzolettini imbevuti, altri usano il borotalco, altri deodorante spray. Ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma tutti questi sistemi il più delle volte fanno più danno che altro..."


Diego Fructuoso, MCM di Team Telefónica:"Siamo qui, continuiamo sulle montagne russe di Telefonica. Sembra che domani sarà uguale e che da giovedì entreremo in una zona complicata, di meno vento. Groupama si è allungato un po', speriamo non se ne vada, e di poter dargli la caccia più avanti. Noi seguiamo abbastanza da vicino, lottando tutto il tempo. L'equipaggio è di buon umore, lavora tanto e questa sera la temperatura dell'acqua è a 25 gradi e quindi l'ambiente a bordo è abbastanza piacevole. Credo che quando scenderà il vento cominceremo a svestirci. Si avvicina il Natale ma noi non ci facciamo molto caso, viviamo nella nostra bolla della regata dove le sole cose che contano sono le miglia, il vento, le vele, gli avversari, l'angolo... a me personalmente piacerebbe essere a casa, come a tutti gli altri credo, ma anche vivere questa esperienza non è male!"

giovedì 22 dicembre 2011

Volvo Ocean Race - Calme equatoriali



Oceano Indiano - 21 dicembre 2011 - Mentre la flotta si prepara al delicato passaggio delle calme equatoriali, i francesi di Groupama continuano a guidare con buon margine, inseguiti dagli americani di PUMA e dagli spagnoli di Team Telefonica, entrambi a meno di 100 miglia dai leader. CAMPER è quarto, mentre Abu Dhabi è quinto ma pronto ad approfittare di ogni chance di recupero. Team Sanya al lavoro a Madagascar per rientrare il prima possibile.


Continua la veloce marcia dei francesi di Groupama 4 guidati da Franck Cammas in testa alla flotta nella seconda tappa della Volvo Ocean Race, mentre tutti si preparano al delicato momento del passaggio dei Doldrum, la zona delle calme equatoriali, che potrebbe avvenire già nelle prossime 24 ore. Dietro ai transalpini, continua la lotta testa a testa, che si era già vista nella prima tappa, fra gli americani di PUMA e i leader provvisori della regata, gli spagnoli di Team Telefonica, più che mai decisi a guadagnare. Tutte e cinque le barche navigano con un vento al traverso di circa 15/18 nodi, con condizioni molto simili.


Alle 13 GMT, le posizioni parlano di oltre 83 miglia di vantaggio per Groupama 4, la cui velocità, tuttavia, è scesa sotto i 20 nodi di media, che il team era riuscito a mantenere per tutta la notte e la mattina. Lo skipper Franck Cammas ha detto che la lunga corsa, è al tempo stesso divertente e faticosa per l'equipaggio, sottoposto a ondate costanti. "La barca è davvero bagnata, c'è un sacco di acqua in coperta. In più con questo angolo si deve cambiare spesso vela. Per fortuna fa caldo dentro e fuori. Si va veloci e c'è un sacco di rumore, però siamo felici della nostra posizione e sembra che alla barca piacciano queste condizioni. I timonieri si divertono a timonare, surfando sulle onde. Gli altri devono guardare verso poppa, perché ci sono un sacco di spruzzi e non riescono a tenere gli occhi aperti." Con la zona di vento debole sul menu delle prossime ore, i francesi hanno cercato di approfittare della loro posizione più a est, sforzandosi di tramutare la separazione laterale in vantaggio diretto in linea sugli avversari. "La regata non è certo finita" ha detto cautamente Cammas "quando entreremo nella zona di calma, la flotta si ricompatterà. Per ora per noi è stato semplice, ma ci sarà un effetto elastico vicino ai Doldrums."


Alle spalle dei francesi, si ripropone il duello fra gli americani di PUMA e gli spagnoli di Team Telefonica, che tante emozioni aveva dato al pubblico e ai fan nella prima tappa. I due team sono distanziati da una decina di miglia rispetto alla meta, e da circa 22 lateralmente, con gli statunitensi più a est e di quasi due nodi più veloci. CAMPER with Emirates Team New Zealand dello skipper australiano Chris Nicholson è la barca più a ovest della flotta, in quarta posizione a poco più di 116 miglia, ma pronto a cogliere ogni opportunità per riavvicinarsi ai primi. PUMA, Telefónica e CAMPER alle ore 14 navigavano al largo della piccola isola di Rodrigues, che si trova a 560 miglia a est di Mauritius, e proprio la barca bianca e rossa degli ispano/neozelandesi è passata più vicina.


Essendo stata l'ultima barca a oltrepassare il fronte occluso che ha bloccato per giorni la flotta, Abu Dhabi Ocean Racing condotta dall'olimpionico britannico Ian Walker è stata costretta a inseguire. Ma, il primo team degli emirati della storia del giro del mondo a vela, non si dà certo per vinto, come confermato dallo stesso skipper: "Stiamo ancora spingendo al massimo e potrebbe ancora succedere di tutto, per noi che siamo alle spalle della flotta, quando si arriverà ai Doldrum. Sembra che ci sia un sistema tropicale in formazione proprio sopra le calme equatoriali, che potrebbe essere interessante. Quindi rimaniamo ottimisti, per noi la cosa più importante è avvicinarci il più possibile prima di arrivare in quella zona."


Intanto, in Madagascar l'equipaggio di Team Sanya è stato raggiunto da alcuni componenti del suo shore team e continua a verificare le diverse opzioni per riparare l'attrezzatura e rientrare in gara il prima possibile.


Al rilevamento delle 13 GMT la situazione vede ancora in testa i francesi di Groupama, che hanno accumulato 83.3 miglia di vantaggio sugli americani di PUMA, che fanno registrare anche la velocità più alta con 20.7 nodi, il che ha fatto guadagnare loro qualche miglio rispetto alle posizioni di questa mattina. Team Telefonia è terzo, con un gap di 93 miglia e mezzo, CAMPER quarto a 116,1 mentre Abu Dhabi è staccato di 226,5 miglia.


Ricordiamo che, per evitare ogni possibile rischio di attacchi di pirateria e per rispettare le misure messe in atto dagli organizzatori della Volvo Ocean Race, la cartografia elettronica ufficiale entrerà a breve nella zona "Stealth" ovvero non saranno più visualizzate le posizioni, le rotte individuali verranno distorte e le condizioni meteo saranno disabilitate, ma verranno comunque forniti i dati sulla classifica e sulla distanza fra i vari concorrenti. Tali dati sono pubblicati sul sito ufficiale della regata alla pagina:
www.volvooceanrace.com/en/racetracker/rdc.html


Classifica provvisoria seconda tappa, 21 dicembre alle ore 13 GMT
1. Groupama sailing team (Franck Cammas)
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG (Ken Read), +83,3
3. Team Telefónica (Iker Martínez), +93,5
4. CAMPER con Emirates Team New Zealand (Chris Nicholson), +116,1
5. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), +226,5
6. Team Sanya (Mike Sanderson) - suspended racing


Voci dall'oceano:
Amory Ross, MCM di PUMA: "Ripetizione, è la sola parola che si può usare per descrivere la nostra tappa fino a ora. Siamo qui, avanziamo di bolina picchiando sulle onde mure a dritta, nello stesso vento, sulle stesse onde e con le stesse vele che abbiamo usato da quando abbiamo virato verso nord, qualche giorno fa. Accidenti, se è ripetitivo! Ma la barca va bene, e ci stiamo divertendo in questa corsa in linea retta verso i Doldrum... verso il punto dove le cose cominciano a cambiare velocemente. Rallentiamo, magari ci fermiamo persino, e mentre noi pensiamo alla rotta per vincere la tappa, altri guarderanno con attenzione ad ovest, verso il mare dove oggi governano i pirati. Prima di partire da Alicante in novembre, tutti i velisti hanno seguito un corso molto approfondito per gestire il rischio. La nostra filosofia è semplice: essere furbi, coscienti, far camminare la barca e tenersi lontano dalle aree ad alto rischio. Ci fidiamo moltissimo delle misure che ha preso la Volvo Ocean Race e non possiamo permetterci di avere paura. Questa è prima di tutto una regata e il nostro obiettivo è vincere, chiaro, siamo ben coscienti del rischio e non saremmo partiti da Città del Capo se non ne fossimo stati edotti. Intanto, torniamo a fare le solite cose!"


Yann Riou, MCM di Groupama 4: "Caldo, caldo! Le miglia filano via veloci in coperta, di sotto il caldo aumenta! Non è ancora un forno, ma comincia a fare caldo. L'acqua è a 24 gradi e cominciamo a tirar fuori i ventagli. Ma il leitmotiv del giorno è: umido. E si potrebbe anche aggiungere, monotono, scordandosi che stiamo navigando a venti nodi di media sui monoscafi più divertenti del mondo... in testa della seconda tappa della Volvo Ocean Race! Però è vero che la giornata di oggi sembra un po' quella di ieri, che sembrava quella dell'altro ieri. Intendiamoci, siamo tutti abbastanza occupati per non notare il tempo che passa, le posizioni arrivano ogni tre ore e portano sorrisi, ogni volta. Ci facciamo tante domande sulla pirateria, sui rischi. Vista da qui, sembra talmente irreale! In questo momento andiamo a ventitre nodi, come una palla di cannone che passa il mare da parte a parte, a diverse centinaia di miglia dalla costa. Se fossi un pirata sceglierei una preda più accessibile... sappiamo che non durerà per sempre ma, in ogni modo, questo non cambierà molto la nostra maniera di navigare."


Hamish Hooper, MCM di CAMPER: "La flotta va sempre più a nord, e stiamo piano, piano avvicinandoci alla zona "di esclusione dai pirati" nella parte occidentale dell'indiano. In un primo momento i pirati ti fanno venire in mente degli ubriaconi, un po' maleodoranti, con una gamba di legno e un pappagallo sulla spalla. Sfortunatamente la cosa non è affatto così comica, è un pericolo molto reale che tutti noi prendiamo seriamente. La pirateria è una grande "industria", e credo che nello scorso anno siano stati pagati un centinaio di milioni di dollari di riscatto. La cosa triste della pirateria, specialmente in Somalia, è che è stata creata in gran parte dalla disperazione delle persone che vogliono solo sopravvivere. Tutti i kiwi e i velisti sanno bene che solo qualche settimana fa abbiamo ricordato l'anniversario del nostro uomo di mare più famoso e rispettato. La tragica fine di Sir Peter Blake ucciso dai pirati sul Rio delle Amazzoni, ci ricorda che non è solo in questa zona che esiste il problema, ma in tutto il mondo... Tony Rae oggi ci ha ricordato che abbiamo solo quattro giorni per fare le compere di Natale, se non siamo ancora andati per negozi dobbiamo sbrigarci, grazie Tony!"


Andrés Soriano, MCM di Team Sanya: "È un giorno pieno di cose da fare per Team Sanya. Ci hanno raggiunto alcuni del nostro shore team e ci prepariamo a togliere l'albero oggi pomeriggio. La barca è pulita, le vele si stanno asciugando ed è una giornata caldissima, qui a Fort Dolphine. Ryan Houston, Bert Schandevyl e Tiger sono partiti per tornare a casa per Natale, e altri partiranno domani, il resto di noi ha continuato a pulire barca e attrezzatura. Abbiamo avuto delle persone del luogo che sono venute ospiti a bordo e non credevano ai loro occhi, al nostro lavoro e al fatto che siamo pagati per farlo... certo, mette le cose in prospettiva e essere qui ci ha fatto rendere conto di molte cose. Siamo in un posto umile, e ci fa capire quanto siamo fortunati ad avere quello che abbiamo, a fare quello che amiamo, un giorno dopo l'altro... E poi c'è una bella notizia, qualcuno (non io) fra sei mesi diventerà papà, siamo tutti molto contenti per il nostro compagno e auguriamo a lui e alla sua famiglia il meglio!"


Nick Dana, MCM di Abu Dhabi: "Navigando di bolina, siamo costretti a mettere una tenda di rete sul tambuccio per evitare che gli spruzzi riempiano la barca d'acqua ogni venti minuti circa... però, così facendo intrappoliamo l'odore di undici uomini, undici cerate umide e, almeno, undici porzioni di cibo disidratato che nessuno ha il coraggio di toccare. Come si combatte? Alcuni usano i fazzolettini imbevuti, altri usano il borotalco, altri deodorante spray. Ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma tutti questi sistemi il più delle volte fanno più danno che altro..."


Diego Fructuoso, MCM di Team Telefónica:"Siamo qui, continuiamo sulle montagne russe di Telefonica. Sembra che domani sarà uguale e che da giovedì entreremo in una zona complicata, di meno vento. Groupama si è allungato un po', speriamo non se ne vada, e di poter dargli la caccia più avanti. Noi seguiamo abbastanza da vicino, lottando tutto il tempo. L'equipaggio è di buon umore, lavora tanto e questa sera la temperatura dell'acqua è a 25 gradi e quindi l'ambiente a bordo è abbastanza piacevole. Credo che quando scenderà il vento cominceremo a svestirci. Si avvicina il Natale ma noi non ci facciamo molto caso, viviamo nella nostra bolla della regata dove le sole cose che contano sono le miglia, il vento, le vele, gli avversari, l'angolo... a me personalmente piacerebbe essere a casa, come a tutti gli altri credo, ma anche vivere questa esperienza non è male!"