Barcolana 2010

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venerdì 23 dicembre 2011

VOR - La flotta entra nella Stealth Zone



Oceano Indiano - Diego Garcia - 22 dicembre 2011 - Groupama entra per primo nella Stealth Zone" e si appresta ad affrontare l'area delle calme equatoriali. Il gruppo degli inseguitori è guidato dagli americani di PUMA, dagli spagnoli di Telefonica e dagli ispano/neozelandesi di CAMPER. Abu Dhabi è ancora staccato ma fa registrare buone velocità mentre Team Sanya procede con i lavori di riparazione per tornare quanto prima in regata.


Undicesimo giorno di regata, sono sempre i francesi di Groupama 4 guidati da Franck Cammas i leader della seconda tappa della Volvo Ocean Race. E proprio la barca verde e arancio dei transalpini, verso le dieci di questa mattina, è stata la prima ad entrare nella 'Stealth Zone' creata dagli organizzatori come ulteriore misura antipirateria. 


La Stealth Zone copre l'area dell'oceano indiano che va dalla punta settentrionale del Madagascar fino agli Emirati Arabi e, una volta che i team vi sono entrati, la loro posizione esatta non sarà più disponibile al pubblico, anche se saranno comunque rese note le distanze rispetto al leader. Questa della "zona d'ombra" è una delle misure intraprese dagli organizzatori del giro del mondo a vela, per contrastare il rischio di attacchi da parte dei pirati che operano in una vasta area al largo della costa della Somalia. La flotta sta navigando verso un porto sicuro dell'oceano indiano, il cui nome e la cui localizzazione sono tenuti segreti per ovvi motivi di sicurezza, dove saranno caricate su una nave per essere trasportate attraverso la zona di maggiori pericoli fino a una località costiera di Sharjah, nella parte nord degli Emirati Arabi. Da lì la flotta riprenderà la corsa, con un regata sprint fino ad Abu Dhabi, la prima località del medio oriente a ospitare una tappa della Volvo Ocean Race nei 38 anni della sua storia.


I cinque team in regata si stanno dirigendo quindi verso la zona delle calme equatoriali, che passeranno per la seconda volta nella regata e che certamente daranno filo da torcere a navigatori e skipper che saranno chiamati a saltare l'ostacolo nel modo più veloce e indolore possibile. Per questo motivo i battistrada di Groupama 4 stanno spingendo al massimo sull'acceleratore, per guadagnare il massimo vantaggio sugli inseguitori, sebbene nelle ultime ore la situazione sia stata piuttosto omogenea. Gli americani di PUMA Mar Mostro sono infatti distanziati di meno di ottanta miglia, e la zona di vento leggero e temporali improvvisi potrebbe creare il famoso "effetto elastico", ricompattando la flotta. "Stiamo entrando in una zona dove è molto difficile prevedere cosa farà il vento" ha detto lo skipper Franck Cammas "quindi bisogna essere molto pragmatici e cogliere ogni opportunità per passare i Doldrum. Di sicuro sappiamo che le altre barche si avvicineranno nei prossimi giorni, perché noi entriamo nel vento leggero prima di loro. Ma siamo felici della nostra posizione, sappiamo che può succedere di tutto in questo tipo di sistema meteo, fa parte del gioco e dobbiamo stare attenti ai buchi di vento e ai temporali." Ha concluso il navigatore francese, che proprio oggi ha festeggiato a bordo, con la prima posizione e una torta al cioccolato, il suo trentanovesimo compleanno.


Tuttavia, prima di entrare nella zona dei Doldrum, i team dovranno affrontare una bassa pressione in movimento da est, che potrebbe scombinare la classifica. "La grande domanda è est o ovest?" ha detto il navigatore di PUMA Tom Addis "Siamo per l'opzione occidentale all'80/90% e per questo stiamo cercando di camminare il più possibile. In quel punto i Doldrum sono generalmente meno confusi e più vicini, e penso che avremo tempo per passare intorno a questa bassa. Questa è la nostra opzione preferita, ma nulla è definitivo. Possiamo sempre cambiare idea e rotta."


La flotta continua a salire a nord, e lo fa a un buon ritmo, nelle ultime 24 ore tutti hanno navigato a velocità fra i 15 e i 22 nodi. Al rilevamento delle 14, Groupama 4 aveva un vantaggio su PUMA di 76,8 miglia. La barca guidata dallo skipper spagnolo Iker Martínez si è tenuta più a est e si trova a poco più di 91 miglia, seguita in quarta posizione da CAMPER di Chris Nicholson, a 128,1 miglia, mentre Abu Dhabi è staccato di 229,2 miglia ma fa registrare la velocità più alta con 20,6 nodi.


A terra, in Madagascar, intanto Team Sanya continua con i lavori per poter tornare in regata in un tempo che si stima intorno alle tre settimane, dopo i problemi avuti al sartiame. L'attrezzatura che si è rotta è in volo verso Valencia, in Spagna, dove verrà riparata. 


Per evitare ogni possibile rischio di attacchi di pirateria e per rispettare le misure messe in atto dagli organizzatori della Volvo Ocean Race, la cartografia elettronica ufficiale è entrata nella zona "Stealth" ovvero non sono più visualizzate le posizioni, le rotte individuali sono distorte e le condizioni meteo sono disabilitate, ma sono comunque forniti i dati sulla classifica e sulla distanza fra i vari concorrenti. Tali dati sono pubblicati sul sito ufficiale della regata.



Voci dall'oceano:


Amory Ross, MCM di PUMA: "Ripetizione, è la sola parola che si può usare per descrivere la nostra tappa fino a ora. Siamo qui, avanziamo di bolina picchiando sulle onde mure a dritta, nello stesso vento, sulle stesse onde e con le stesse vele che abbiamo usato da quando abbiamo virato verso nord, qualche giorno fa. Accidenti, se è ripetitivo! Ma la barca va bene, e ci stiamo divertendo in questa corsa in linea retta verso i Doldrum... verso il punto dove le cose cominciano a cambiare velocemente. Rallentiamo, magari ci fermiamo persino, e mentre noi pensiamo alla rotta per vincere la tappa, altri guarderanno con attenzione ad ovest, verso il mare dove oggi governano i pirati. Prima di partire da Alicante in novembre, tutti i velisti hanno seguito un corso molto approfondito per gestire il rischio. La nostra filosofia è semplice: essere furbi, coscienti, far camminare la barca e tenersi lontano dalle aree ad alto rischio. Ci fidiamo moltissimo delle misure che ha preso la Volvo Ocean Race e non possiamo permetterci di avere paura. Questa è prima di tutto una regata e il nostro obiettivo è vincere, chiaro, siamo ben coscienti del rischio e non saremmo partiti da Città del Capo se non ne fossimo stati edotti. Intanto, torniamo a fare le solite cose!"


Yann Riou, MCM di Groupama 4: "Caldo, caldo! Le miglia filano via veloci in coperta, di sotto il caldo aumenta! Non è ancora un forno, ma comincia a fare caldo. L'acqua è a 24 gradi e cominciamo a tirar fuori i ventagli. Ma il leitmotiv del giorno è: umido. E si potrebbe anche aggiungere, monotono, scordandosi che stiamo navigando a venti nodi di media sui monoscafi più divertenti del mondo... in testa della seconda tappa della Volvo Ocean Race! Però è vero che la giornata di oggi sembra un po' quella di ieri, che sembrava quella dell'altro ieri. Intendiamoci, siamo tutti abbastanza occupati per non notare il tempo che passa, le posizioni arrivano ogni tre ore e portano sorrisi, ogni volta. Ci facciamo tante domande sulla pirateria, sui rischi. Vista da qui, sembra talmente irreale! In questo momento andiamo a ventitre nodi, come una palla di cannone che passa il mare da parte a parte, a diverse centinaia di miglia dalla costa. Se fossi un pirata sceglierei una preda più accessibile... sappiamo che non durerà per sempre ma, in ogni modo, questo non cambierà molto la nostra maniera di navigare."


Hamish Hooper, MCM di CAMPER: "La flotta va sempre più a nord, e stiamo piano, piano avvicinandoci alla zona "di esclusione dai pirati" nella parte occidentale dell'indiano. In un primo momento i pirati ti fanno venire in mente degli ubriaconi, un po' maleodoranti, con una gamba di legno e un pappagallo sulla spalla. Sfortunatamente la cosa non è affatto così comica, è un pericolo molto reale che tutti noi prendiamo seriamente. La pirateria è una grande "industria", e credo che nello scorso anno siano stati pagati un centinaio di milioni di dollari di riscatto. La cosa triste della pirateria, specialmente in Somalia, è che è stata creata in gran parte dalla disperazione delle persone che vogliono solo sopravvivere. Tutti i kiwi e i velisti sanno bene che solo qualche settimana fa abbiamo ricordato l'anniversario del nostro uomo di mare più famoso e rispettato. La tragica fine di Sir Peter Blake ucciso dai pirati sul Rio delle Amazzoni, ci ricorda che non è solo in questa zona che esiste il problema, ma in tutto il mondo... Tony Rae oggi ci ha ricordato che abbiamo solo quattro giorni per fare le compere di Natale, se non siamo ancora andati per negozi dobbiamo sbrigarci, grazie Tony!"


Andrés Soriano, MCM di Team Sanya: "È un giorno pieno di cose da fare per Team Sanya. Ci hanno raggiunto alcuni del nostro shore team e ci prepariamo a togliere l'albero oggi pomeriggio. La barca è pulita, le vele si stanno asciugando ed è una giornata caldissima, qui a Fort Dolphine. Ryan Houston, Bert Schandevyl e Tiger sono partiti per tornare a casa per Natale, e altri partiranno domani, il resto di noi ha continuato a pulire barca e attrezzatura. Abbiamo avuto delle persone del luogo che sono venute ospiti a bordo e non credevano ai loro occhi, al nostro lavoro e al fatto che siamo pagati per farlo... certo, mette le cose in prospettiva e essere qui ci ha fatto rendere conto di molte cose. Siamo in un posto umile, e ci fa capire quanto siamo fortunati ad avere quello che abbiamo, a fare quello che amiamo, un giorno dopo l'altro... E poi c'è una bella notizia, qualcuno (non io) fra sei mesi diventerà papà, siamo tutti molto contenti per il nostro compagno e auguriamo a lui e alla sua famiglia il meglio!"


Nick Dana, MCM di Abu Dhabi: "Navigando di bolina, siamo costretti a mettere una tenda di rete sul tambuccio per evitare che gli spruzzi riempiano la barca d'acqua ogni venti minuti circa... però, così facendo intrappoliamo l'odore di undici uomini, undici cerate umide e, almeno, undici porzioni di cibo disidratato che nessuno ha il coraggio di toccare. Come si combatte? Alcuni usano i fazzolettini imbevuti, altri usano il borotalco, altri deodorante spray. Ci mettiamo tutto il nostro impegno, ma tutti questi sistemi il più delle volte fanno più danno che altro..."


Diego Fructuoso, MCM di Team Telefónica:"Siamo qui, continuiamo sulle montagne russe di Telefonica. Sembra che domani sarà uguale e che da giovedì entreremo in una zona complicata, di meno vento. Groupama si è allungato un po', speriamo non se ne vada, e di poter dargli la caccia più avanti. Noi seguiamo abbastanza da vicino, lottando tutto il tempo. L'equipaggio è di buon umore, lavora tanto e questa sera la temperatura dell'acqua è a 25 gradi e quindi l'ambiente a bordo è abbastanza piacevole. Credo che quando scenderà il vento cominceremo a svestirci. Si avvicina il Natale ma noi non ci facciamo molto caso, viviamo nella nostra bolla della regata dove le sole cose che contano sono le miglia, il vento, le vele, gli avversari, l'angolo... a me personalmente piacerebbe essere a casa, come a tutti gli altri credo, ma anche vivere questa esperienza non è male!"

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