Barcolana 2010

Barcolana 2010
partenza!

lunedì 7 aprile 2014

E'partita la "Roma per Uno" spettacolo sia per gli amanti del mare che per il pubblico a terra.


Roma, 6 aprile 2014 - Che atmosfera! La gente che si affollava in banchina, la folla che applaudiva dall’antemurale. Era vietato, ma neanche la sicurezza è riuscita a fermarli. Su le bandiere, giù le bandiere. Fiato alle trombe. Si parte! Uno spettacolo, neanche si trattasse di una regata a bastone. Ma la voglia di far bene è tanta e tante sono le barche estremamente competitive che si sfidano in questa corsa Transtirrenica. Ma la festa durava già da due giorni, in porto e a terra.   
Questa mattina la banchina Charlie era così affollata che quasi non si poteva passare. Parenti, amici, curiosi, passanti, ospiti, fotografi, televisioni, sponsor. Un’umanità varia con un denominatore comune: la contentezza. Nella notte Sergio Frattaruolo ci aveva detto che sembrava di essere a La Rochelle. “Qui c’è lo spirito dei Mini. E’ incredibile. Non pensavo si potesse provare un’emozione simile in Italia. Eccoli qui i solitari italiani! Molti non li conoscevo, ma ho trovato almeno 14 nuovi amici.”
Questa mattina abbiamo verificato che è vero. Anche a terra. 
La kermesse inizia alle 10:00, con le barche dei solitari che vengono trainate fuori. Sono le uniche piombate. Non per sfiducia, ma perché è una grande corsa e non ci devono essere dubbi. Il primo a staccare dal molo è Oscar Campagnolo. Ci saluta con una GoPro legata con una fascia sulla fronte, come un samurai. E’ deciso a filmare tutta la sua avventura. Farà bene, perché alla fine ci attende anche il Festival Internazionale del Corto per presentare la Roma per 1.Escono tutti. Rientra Shirlaf. Lo Swan 65 con a bordo Paolo Cian ha un problema alla carena. Lo risolve e riesce. Le barche danzano fuori il porto con un vento che è girato a Scirocco per poi girare a Ostro. Addio partenza sotto spi. Ma non se ne sente la mancanza. Allo start in tanti aggrediscono la linea. Si rischia qualche collisione ma va tutto bene.TWT UComm (xdue) parte dietro ma sfila tutti sotto terra. Alla boa di disimpegno sarà terzo.  Davanti a lui il Cookson 50 Cippa Lippa 8(x Tutti) , seguito da Kuka Light (x Tutti), Shirlaf 8x Tutti), BlackBull (x Tutti). Tra i solitari davanti c’è il Pogo 40 di Mario Girelli (Patricia II), seguito dall’Eco 40 di Matteo Miceli e dal J111 di Marzio Dotti. Ma la corsa è lunga. “Non mi funziona l’autopilota – ci dice al telefono Matteo – non c’è niente da fare. Dovrò fermarmi per dormire se non riesco a farlo ripartire”. Nella Roma per 2 i mostri di TWT UComm sono davanti, ma dietro di loro tiene bene il tedesco Tante Anni e al terzo posto i croati di Way Point. I class 40 dettano legge! Nella Roma per Tutti chi ha messo il turno è Kuka Light, ma Cippa Lippa regge bene il confronto. Sta arrivando anche il Multi 50 che tra un po’ saluterà la compagnia e volerà via come è giusto.  

Notizia grazie a Navigamus 

Trieste Pirano Trieste nuovo appuntamento per le imbarcazioni d'epoca


21-06-2014 - 22-06-2014: Trieste Pirano Trieste per vele d'Epoca (Altura)

Grazie all'organizzazione dello Yocht Club Adriaco da quest'anno, si aggiunge alle manifestazioni dedicate alle signore del mare, una nuova regata costiera da inserire nel calendario delle regate dell'Adriatico. 
La lunga in due tappe coprirà il percorso Trieste Pirano Trieste da compiere nel weekend del 21 e 22 giugno 2014, la prova sarà valida per il circuito dell'AIVE come le regate d'autunno del Raduno Città di Trieste. L'evento sarà organizzato in collaborazione con il Club Nautico di Pirano si confronteranno gli scafi d'Epoca che abitulamente si sfidano nelle competizioni dell'Alto Adriatico. Complimenti all'Adriaco che arricchisce il calendario delle regate per imbarcazioni d'epoca e classiche d'altura che era privo di un appuntamento di tale levatura ad inizio stagione. Buon Vento!



per iscrizioni Adriaco iscrizione

giovedì 3 aprile 2014

In barca non siamo tutti uguali, ecco come cambia l'autostima dei velisti!

Non tutti in barca pesano uguale, ma non si tratta di massa fisica. Se si procede da prua a poppa, ci si accorge che nei vari membri dell’equipaggio la considerazione di sé tende ad aumentare, ma non in maniera lineare. Ha piuttosto un andamento ondivago dal pulpito fino alla postazione dell’altezza del tambuccio, per poi crescere in maniera esponenziale fino all’estremità posteriore del battello.

In altri termini: è massima nel prodiere, soprattutto perché è quello che in foto viene meglio, va in testa d’albero e può dire le parolacce al pozzetto se non rispetta i tempi in manovra; scende un po’ per il “due”, se il due è un reale aiuto prodiere, ma scende ancora di più se il due lavora solo all’albero: alla fine è uno che attaccandosi alle drizze fa lo stesso lavoro del campanaro, ma senza neanche emettere suoni (a parte i suoi grugniti di fatica) e poi, in effetti, aziona davvero la campana, anche se è solo quella del tangone.

L’ego stima ricresce, ma restando sotto il livello del prodiere, per il drizzista, perché lui è uno che lavora con la prua, sì, ma alla fine siede comunque in pozzetto. I tailer, hanno le scotte in mano quindi si sentono tanto importanti quanto la benzina per una F1, se poi sono in piedi e con la scotta dello spi in mano, ogni tanto possono anche emettere luce. I migliori di loro riescono a governare i grinder mentalmente senza dover urlare «Scotta!» oppure «Trim!!!», che in inglese fa sempre più fico, anche all’Interlaghi.

Stesso discorso per il randista che però si sente un po’ meglio, ché alla fine, diciamocelo, un pezzettino di timone in mano ce l’ha anche lui. Il timoniere, va be’, c’è bisogno di specificarlo?, lui è l’unico che vince le regate, gli altri a bordo, se va bene, cercano di fargliele perdere (se va male, ci riescono). Infine il tattico è quello che sta più a poppa di tutti, si guarda sempre intorno e in genere tiene in mano cose utili solo per pochi secondi (non c’è molta differenza tra il tattico e chi va a fare la pipì, soltanto che il secondo, nell’immediato, è più felice). Per alcuni soggetti particolarmente dotati in senso velico (o particolarmente sfortunati in senso umano) questa egoconsiderazione può assumere le sembianze dell’onnipotenza.

Qualcuno, dopo aver vinto regate con barche impossibili, si è convinto di riuscire realmente a compiere miracoli. Il bagno in porto a fine campionato vinto, è in realtà un test per vedere se qualcuno ha imparato a camminare sulle acque.