Barcolana 2010

Barcolana 2010
partenza!

venerdì 30 marzo 2012

Doppiato Capo Horn


Capo Horn 30 marzo 2012 - I francesi di Groupama 4 sono stati la prima barca a doppiare il famoso e temuto Capo Horn, seguiti a distanza di meno di un'ora dagli americani di PUMA. Team Telefónica in terza posizione continua la sua corsa verso il Capo e Ushuaia e CAMPER si avvicina al Cile. Con un'incredibile operazione in alto mare, Abu Dhabi ripara provvisoriamente lo scafo danneggiato e valuta le opzioni per il prosieguo della tappa.

Alle 12.55 GMT di oggi (le 14.55 in Italia), venerdì 30 marzo, i francesi di Groupama 4 guidati da Franck Cammas hanno doppiato il più famoso, celebrato e temuto punto della navigazione oceanica, Capo Horn. I transalpini hanno passato la punta più meridionale del Sud America, in realtà un punto posto a 55°59.100 sud e 67°15.399 ovest, seguiti meno di un'ora distanza dagli americani di PUMA, alle 13.52 (le 15.52 italiane).

"Passare Capo Horn in testa non è mai stata una delle nostre priorità, il nostro obiettivo alla partenza da Auckland era arrivare a questo punto della tappa, cioè a circa 2/3 della strada per Itajaì, in buona posizione in rapporto agli avversari e soprattutto in buono stato. È stato un sollievo. Sembra che ci siamo lasciati i rischi più grossi alle spalle, visto quello che è successo alle altre barche. Però è vero che passare in testa ci rende molto fieri, è un bel momento per l'equipaggio. Soprattutto in una regata come questa dove è un vero mito." Ha dichiarato lo skipper francese. Mentre Ken Read, da bordo di PUMA ha spiegato che: "È un momento di forte emozione per tutti noi. Sono usciti tutti dalle cuccette, siamo tutti in coperta e faremo una piccola celebrazione."

I due team hanno ingaggiato una lotta testa a testa durata oltre una settimana, culminata con un distacco di poco più di 16 miglia, una vera inezia dopo oltre 4.000 miglia di navigazione in condizioni spesso proibitive. Groupama e PUMA sono così rientrati nell'oceano Atlantico che avevano lasciato lo scorso 12 dicembre, il secondo giorno della seconda tappa, dopo 109 giorni. Tuttavia per i due ora si apre un'altrettanto dura e interessante gara tattica per coprire le 2.000 miglia che restano fino alla linea del traguardo a Itajaì, in Brasile con una situazione meteo, decisamente meno terribile ma non di meno irta di ostacoli e trappole meteo.

Intanto Team Telefónica mantiene la terza posizione, gli spagnoli continuano a navigare con cautela, ma sempre determinati a finire la tappa e a salire sul podio. Al rilevamento delle ore 15 lo scafo azzurro si trovava a 303 miglia dai leader e navigava a oltre 15 nodi, in rotta per il passaggio di Capo Horn. "È sempre un momento importante, il passaggio del Capo." Ha detto lo skipper Iker Martínez. "Una volta passato le possibilità di completare il giro del mondo aumentano moltissimo, ci si lascia alle spalle l'indiano e il pacifico e ci sono un sacco di punti davanti per giocarsi la vittoria. La barca va bene, la riparazione che abbiamo fatto sembra funzionare, però la velocità che possiamo tenere non supera il 85/90% delle nostre potenzialità, ma abbiamo timore a tirare di più perché potremmo fare un disastro. Fa molto freddo, quando scende la temperatura dell'acqua si abbassa molto anche la sensazione termica, adesso è a 7° e quindi a ogni onda che prendi senti sempre più freddo. Credo che quest'ultima sia stata la settimana più dura di tutta la regata."

Oltre al passaggio di Capo Horn da parte dei due battistrada la notizia del giorno è sicuramente l'incredibile operazione che l'equipaggio di Abu Dhabi è riuscito a portare a termine nel mezzo del Pacifico meridionale e in condizioni non certo ideali. Secondo quanto raccontato dal team oggi, lo skipper Ian Walker ha supervisionato un lavoro durato oltre cinque ore che ha comportato l'inserimento di 30 bulloni nello scafo di Azzam (il nome della barca che in arabo significa determinazione) per evitare danni ulteriori. Per poter effettuare la manovra, il team ha dovuto rallentare il più possibile e sbandare la barca in modo che il prodiere Justin Slattery, che era legato e indossava l'appropriata attrezzatura di sicurezza, potesse calarsi e stringere i bulloni nella parte esterna dello scafo. All'interno della barca il capitano Wade Morgan e il watch leader Craig Satterthwaite hanno assicurato alla parte danneggiata pezzi tolti dalla barca. "Praticamente abbiamo rimesso insieme la pelle interna ed esterna con un fissaggio meccanico." Ha spiegato Walker "La situazione è molto migliorata, il rumore si è ridotto e la riparazione sembra abbastanza forte. Ma stiamo ancora procedendo con cautela." Poiché il danno è stato scoperto durante la notte, l'equipaggio ha dovuto aspettare la luce del giorno per potere effettuare la riparazione, che è comunque avvenuta in condizioni piuttosto dure con onda formata e 30 nodi di vento, in una zona isolata a 1.700 miglia dalla terraferma più vicina. Ian Walker ha affermato che tutto il team sta decidendo sul da farsi e che tutte le opzioni sono possibili. "La cosa più importante è che stiamo bene. Al momento stiamo navigando con due persone in coperta, mentre tutti gli altri si stanno riposando. Progrediamo bene verso la costa cilena, a nord est della perturbazione che sta arrivando." Questa è la seconda riparazione importante che Abu Dhabi ha dovuto effettuare nella quinta tappa della regata, poche ore dopo la partenza da Auckland il team era rientrato in porto per riparare la paratia di prua.

Quando si è entrati nel dodicesimo giorno di regata, i leader si trovano a poco più di 1.920 miglia dal traguardo. Al rilevamento delle ore 15 (italiane) il francese Groupama 4 ha un vantaggio di sole 16,3 miglia su PUMA, terzo è Telefónica a 303,3 miglia dai leader, mentre gli ispano/neozelandesi di CAMPER, ancora in regata ma in rotta per il Cile, accusano un distacco di 1.347,6 miglia e Abu Dhabi anche a causa del notevole rallentamento imposto dalla riparazione, ha un deficit di 1.696,8 miglia.

giovedì 29 marzo 2012

Domani Capo Horn

Auckland 29 marzo 2012 - Mancano meno di ventiquattro ore ai leader di Groupama e PUMA per doppiare il mitico Capo Horn, i due continuano il loro duello oceanico, e le previsioni parlano dell'arrivo di un nuovo fronte di bassa pressione che li farà volare verso "il mondo alla fine del mondo". In terza posizione Team Telefónica guarda con qualche preoccupazione al nuovo bollettino meteo, ma continua la sua corsa con cautela verso il pit-stop di Ushuaia mentre CAMPER ha superato la barriera delle 1.500 al porto cileno dove è diretto per le riparazioni e Abu Dhabi resta in quinta posizione a oltre 1.447 miglia dalla testa.

Quando manca ormai meno di un giorno a doppiare l'Horn, continua la battaglia fra Groupama e PUMA Ocean Racing powered by BERG, che hanno avuto condizioni più miti nelle ultime ore ma che si preparano all'ultimo ostacolo meteo prima di raggiungere "il mondo alla fine del mondo" con un'andatura in poppa che richiederà molte manovre e parecchia accortezza tattica. Entrambi i team hanno superato la latitudine di Capo Horn alla ricerca della posizione migliore per l'avvicinamento. Secondo le ultime previsioni Groupama dovrebbe doppiare Cape Horn verso le 1200 GMT di venerdì, seguito a breve da PUMA. Al rilevamento delle ore 15 i francesi mantengono un vantaggio superiore alle 52 miglia e hanno strambato ancora una volta, con una velocità sempre superiore ai 19 nodi ma restano comunque molto guardinghi nei confronti degli inseguitori.

Secondo il timoniere di Groupama Thomas Coville, il duello con PUMA si è trasformato in un gioco anche psicologico, una sorta di partita a poker per la leadership. Entrambi aspettano con ansia l'arrivo dei report ogni tre ore per controllare e analizzare posizione, rotta, velocità dell'avversario. "Sentiamo la pressione di PUMA, che vuole rimanere vicino e possibilmente recuperare e noi dobbiamo fargli vedere che siamo più veloci. Fino a ora abbiamo seguito il nostro ritmo e fatto la nostra regata ma oggi ci avviciniamo al capo e raccogliamo i frutti di quello che abbiamo fatto negli ultimi giorni, inclusa la stanchezza..." Anche lo skipper Franck Cammas, nel suo consueto collegamento con Parigi ha sottolineato che la lotta è una cosa a due. "Ci concentriamo su PUMA, vorremmo arrivare prima di loro a Itajaì. Sono bravi, navigano bene e sono certo che faranno di tutto per passarci. Sembra proprio che sarà una super regata fino al Brasile. Anche se siamo in buona posizione per doppiare Capo Horn per primi, però, nulla è ancora definitivo. Prima dovremo passare attraverso una zona di calma relativa e poi strambare molte volte. PUMA è vicino e sicuramente pronto ad attaccare."

E, infatti, questo è un gioco al gatto e al topo che PUMA conosce molto bene e che è più che pronto a giocare. "Dipende da come si riesce a gestire l'aria più leggera e poi cosa fare quando le condizioni cambiano." Ha detto lo skipper americano Ken Read, per cui sarebbe bello poter passare Capo Horn con una quindicina di nodi, di poppa. Una situazione che tuttavia non è molto probabile. La bassa pressione dovrebbe raggiungere il duo di testa a circa 250 miglia dalla punta meridionale del Sud America. "Renderà questa ultima parte interessante" ha detto con il suo consueto senso dell'humour Read "Bella velocità, in poppa, un po' di strambate, tutto con 40 nodi di vento!"

Questo stesso vento che i leader vedono come un'opportunità per raggiungere il prima possibile il Capo e affrontare l'ultimo tratto verso il Brasile per gli spagnoli a bordo di Telefónica viene tenuto sotto stretta osservazione. Un aumento del vento, e soprattutto delle onde sarebbe negativo per la barca di Iker Martínez, che sta navigando al di sotto delle sue potenzialità a causa dei danni allo scafo. Per il momento, tuttavia Telefónica mantiene una buona velocità, vicina ai 19 nodi e ha addirittura guadagnato qualcosa sui battistrada, trovandosi ora a 379 miglia. "Stiamo navigando abbastanza veloci, peccato che potremmo esserlo di più" ha scritto nel suo blog il media crew member Diego Fructuoso. "Pepe Ribes ha fatto un lavoro super con la riparazione, siamo sicuri che non avremo nessun problema fino al porto. D'altro canto però, la logistica è molto complicata e lo shore manager Horacio Carabelli ha fatto un sforzo incredibile."

Superata la barriera delle 1.500 miglia a Puerto Montt in Cile, CAMPER la barca guidata da Chris Nicholson continua la sua progressione a circa 13 nodi malgrado condizioni non ideali con vento forte, con raffiche a 40 nodi, e mare molto formato che complica il compito del team di cercare di navigare in sicurezza, preservando lo scafo danneggiato. Sempre in quinta posizione, Abu Dhabi si trova a 1.448 miglia dai leader.

Quando si è entrati nel dodicesimo giorno di regata, i leader si trovano a poco più di 2.279 miglia dal traguardo. Al rilevamento delle ore 15 (italiane) il francese Groupama 4 guida con un vantaggio di 52,3 miglia su PUMA, terzo è Telefónica a 379,1 miglia dai leader, mentre gli ispano/neozelandesi di CAMPER, ancora in regata ma in rotta per il Cile, accusano un distacco di 1.236,8 miglia. Quinto rimane Abu Dhabi a 1.447,8 miglia.


martedì 27 marzo 2012

Anche Telefonica farà una sosta tecnica in Argentina

Trieste 27 marzo 2012 - I leader della classifica generale, gli spagnoli di Team Telefónica si fermeranno ad Ushuaia, in Argentina per riparare il danno alla prua della loro barca nel tentativo di rimanere sul podio della quinta tappa.

Team Telefónica aveva annunciato qualche giorno fa di aver rallentato con l'obiettivo di evitare ulteriori danni e oggi, martedì lo skipper Iker Martínez ha confermato che la delaminazione alla prua, causata da un'ondata violenta, rende necessaria una sosta a terra prima del traguardo di Itajaí in Brasile. "Non abbiamo problemi per continuare la navigazione, però continuiamo a prendere colpi sulle onde e i danni potrebbero aggravarsi, e non vogliamo assolutamente che succeda.", ha detto Martínez, che ha comunque sottolineato la volontà di portare e a termine la frazione. "Quello che abbiamo fatto finora è fissare alcune stecche (le strutture normalmente usate per le vele) in coperta a prua per rinforzare la zona delaminata, che si è indebolita. La difficoltà maggiore dipende dal fatto che a bordo non si riesce a far asciugare nulla, perciò abbiamo dovuto ripetere l'operazione diverse volte. A terra sarà un gioco da ragazzi, ma qui in oceano con questo freddo tutto è molto più complicato."

Groupama e PUMA continuano a guidare, mentre anche CAMPER ha deciso di dirigersi a terra, in Cile, e Abu Dhabi si trova oltre 1.000 miglia alle spalle di Telefónica. Ciò significa che il team spagnolo, che ha un vantaggio nella classifica generale di 15 punti su Groupama, ha ancora possibilità di salire sul podio della quinta tappa.

lunedì 26 marzo 2012

I velisti triestini primi e terzi a Terracina

Terracina 25-26 marzo 2012 inizia il circuito Nazionale della classe Olimpica 49er. Il Lazio Vela Club Velico Riva Azzurra e il 1° Circolo Remiero-Velistico di Terracina "C. Cusinato" hanno ospitato gli skiff olimpici in un fine settimana con condizioni meteo molto difficili. Durante la prima giornata il comitato di regata non è riuscito a portare a termine alcuna regata dopo aver annullato per mancanza di vento la prima prova della stagione partita con circa 4/6 kn di intensità. L’attesa per vedere conclusa una prova è perdurata oltre le ore 14 della domenica dopo che il vento si è fatto attendere per tutta la mattina ma ha permesso di portare comunque a termine le 4 prove in programma nella giornata sempre con un vento di intensità non superiore ai 6Kn.
Con i parziali di 1-1-2 scartando un 6° piazzamento si aggiudicano la regata i fratelli Andrea e Alessandro Savio della Società triestina della Vela, seguiti con i parziali di 2-4-1 dall’equipaggio del Centro Formazione Velica Skiffsailing di Dongo Davide Conti e Marco Achler, sul terzo gradino del podio è ancora un equipaggio Triestino questa volta dello Yacht Club Torri ad essere premiato con i parziali 2-3-3 Stefano Cherin e Andrea Tesei.

Prossima tappa del circuito nazionale sarà in Toscana a Follonica il 28-29 aprile ma prima la flotta italiana impegnata in campo internazionale sarà presente alla preolimpica che si terrà la prossima settimana a Palma di Maiorca dove sono attesi 100 equipaggi.


40 ruggenti

Auckland 25 marzo 2012 - Mentre i francesi di Grouapma e gli americani di PUMA tengono duro in testa alla flotta, combattendo da molte ore contro vento e mare durissimi, CAMPER conferma di essere costretto a fare un pit-stop in Cile per riparare i danni e Team Telefónica deve rallentare per non rischiare di rompere. Oltre 900 miglia alle spalle dei leader Abu Dhabi ha passato il primo waypoint della zona di esclusione, ma è ancora intrappolato nell'alta pressione.

Il Pacifico meridionale continua a tener fede alla sua terribile nomea, con onde vicine ai 10 metri e raffiche di vento che raggiungono i 60 nodi di intensità. Ciononostante i due battistrada Groupama 4 e PUMA hanno aumentato il loro vantaggio sul resto della flotta, dopo aver passato il waypoint centrale della zona di esclusione dei ghiacci. Mentre CAMPER with Emirates Team New Zealand ha confermato che effettuerà un pit-stop tecnico a Puerto Montt, sulla costa occidentale del Cile per riparare i danni di cui è stato vittima negli ultimi giorni, anche gli spagnoli di Team Telefónica, in terza posizione, navigano con cautela e stanno valutando con più esattezza l'entità di un problema tecnico alla prua.

CAMPER era stato vittima tre giorni fa di un problema alla paratia di prua, che l'equipaggio aveva riparato, ma successivamente ha ceduto anche una delle strutture longitudinali dello scafo, necessarie alla tenuta complessiva del mezzo. Condizione che ha costretto la barca bianca e rossa non solo a navigare più lentamente nelle ultime 48 ore, ma anche a confermare la necessità di far rotta verso la terraferma. Chris Nicholson, lo skipper della barca in un collegamento telefonico satellitare ha dichiarato: "Siamo a 2.500 miglia dalla nostra destinazione, Puerto Montt sulla costa occidentale del Cile, circa 800 miglia a nord di Capo Horn. Non abbiamo sufficiente materiale per effettuare la riparazione in mare. Stimiamo ci vorranno tre giorni per i lavori e poi potremo riprendere la navigazione verso Itajaì." Chris Nicholson ha anche spiegato che i problemi tecnici si sono concatenati l'uno all'altro. "Abbiamo riparato la paratia, cercando di evitare che il danno diventasse più serio. La paratia garantisce molto supporto ai longheroni (le strutture longitudinali dello scafo) e la nostra priorità è fare in modo che questi non cedano. Sfortunatamente alcune delle incollature del longherone secondario hanno ceduto. Quindi dobbiamo ragionare in termini marinareschi e riconoscere che non si può andare oltre." Lo skipper australiano ha comunque confermato che il suo team riprenderà la regata il prima possibile, con l'obiettivo di raggiungere la linea del traguardo di Itajaí in Brasile. "Sospenderemo la regata quando saremo in prossimità di Puerto Montt, faremo i lavori necessari e ripartiremo. Pensiamo ci vorranno tre giorni."

Anche lo skipper di Telefónica Iker Martínez ha confermato che l'equipaggio iberico è meno concentrato sulla parte agonistica ma sta piuttosto cercando di navigare di conserva per proteggere barca e uomini dalle condizioni terribili del Pacifico meridionale, per completare in sicurezza la tappa. "La sicurezza dell'equipaggio viene prima di tutto. Abbiamo avuto un problema alla prua che non vogliamo peggiori. È un peccato dover andare piano, non ci piace per niente, specialmente quando stiamo lottando. Ora la barca va bene, ma c'è il rischio che si possa danneggiare, e perciò abbiamo deciso di togliere il piede dall'acceleratore. Non ci sono dubbi che il Pacifico meridionale spinga i velisti ad essere prima di tutto buoni marinai. Qui ci si deve dimenticare di essere agonisti e si deve essere marinai, se si vuole arrivare in Brasile."

Pur in prima posizione, con quasi cinquanta miglia di margine sugli inseguitori di PUMA, anche i francesi di Groupama hanno deciso di prendere le precauzioni necessarie, dopo oltre 24 ore di navigazione ininterrotta in venti di 30/40 nodi di intensità. "Certo, abbiamo messo il piede sul freno più che sull'acceleratore." Ha detto lo skipper Franck Cammas. "Navighiamo in poppa ma il lato negativo è lo stato del mare, con onde ripide e incrociate che non ci permettono di andare più veloci. Prendiamo dei brutti colpi, è necessario andare più piano per preservare l'equipaggio e l'attrezzatura. Sappiamo di essere al limite, la struttura della barca è sottoposta a un carico enorme, non sappiamo con esattezza però quale sia il limite estremo. È molto stressante per il timoniere e l'equipaggio riuscire a portare la barca."

Pur non inesperto di questo tipo di navigazioni Ken Read skipper di PUMA, attualmente secondo nella corsa verso Capo Horn ha detto: "È la seconda volta che navigo in queste zone ed è una tappa completamente diversa. La passata edizione abbiamo avuto qualche giornata brutta vicino a Capo Horn, ma nulla di più. Questa volta non c'è stato un attimo di tregua da quando abbiamo lasciato la banchina ad Auckland. Credo che i velisti di una volta direbbero che questa è una classica navigazione nel pacifico meridionale e nemmeno i cancelli della zona di esclusione fanno la differenza. C'è un sacco di vento, di onde, insomma quello che si trova in tutti i libri. In più si lotta continuamente contro la fatica, tutti questi colpi stancano, poi ci si abitua ad avere 40 nodi, il che fa un po' paura." Read ha comunque detto che al momento la sua barca non ha avuto problemi tecnici di sorta. "Sta reggendo in modo spettacolare. Mi piace pensare che siamo stati bravi a scegliere i momenti in cui spingere o rallentare. È molto facile lasciarsi sopraffare da queste barche. Se non si fa attenzione si può rompere facilmente, fortunatamente nei momenti peggiori la barca ci ha dato una mano e ha rallentato da sola."

Mentre i leader combattono contro condizioni al limite, a oltre 900 miglia sulla loro poppa Abu Dhabi non è ancora riuscito a liberarsi dalla bolla di alta pressione e di vento leggero, pur avendo ormai passato il cancello orientale della zona di esclusione a 47° sud. Lo skipper Ian Walker ha detto che per il momento i quaranta ruggenti sono stati poco più che un miraggio. "Finalmente abbiamo raggiunto il waypoint e ora dobbiamo cercare di fare strada verso est. Purtroppo siamo in una bonaccia totale nel centro dell'alta pressione ma fra 24 ore dovremmo riuscire a uscirne e avanzare verso Capo Horn. Non possiamo fare a meno di guardare le posizioni e i bollettini meteo delle barche davanti e ci chiediamo se non siamo nel posto migliore."

Quando si è entrati nell'ottavo giorno di regata, i leader si trovano a poco più di 4.000 miglia dal traguardo. Al rilevamento delle ore 15 (italiane) il francese Groupama 4 è il più veloce del lotto con 21 nodi e guida con un vantaggio di 47,9 miglia su PUMA, terzo è Telefónica a 120,4 miglia dai leader, mentre gli ispano/neozelandesi di CAMPER sono in quarta posizione ma a causa del notevole rallentamento per i problemi tecnici ora accusano un distacco di 298,4 miglia. Quinto rimane Abu Dhabi a 935,9 miglia. Team Sanya continua sulla via del rientro verso Tauranga, in Nuova Zelanda, dove si prevede possa arrivare a metà della prossima settimana.

sabato 24 marzo 2012

Sopravvivenza in oceano

Auckland 23 marzo 2012 - Il quartetto di testa è ormai entrato appieno nei famigerati "quaranta ruggenti" con condizioni di mare e di vento che mettono a dura prova la resistenza degli scafi e degli uomini. CAMPER ha preso la leadership del quartetto di testa, che corre parallelo alla zona di esclusione dei ghiacci stabilita dagli organizzatori per evitare il rischio iceberg. Groupama insegue mentre Telefónica ha scavalcato PUMA e Abu Dhabi accumula distacco. In direzione opposta, Team Sanya fa rotta verso la Nuova Zelanda per riparare il danno subito ieri.

Nelle ultime 24 ore skipper ed equipaggi hanno lottato per tenere sotto controllo i loro mezzi, mentre il quartetto di testa sta navigando ad alte velocità nelle basse latitudini del pacifico, con venti molto intensi, raffiche oltre i 40 nodi e onde enormi. Le percorrenze sopra le 500 miglia al giorno sono diventate la norma, soprattutto per i leader provvisori di CAMPER with Emirates Team New Zealand, che sembrano quelli che spingono più a fondo e che hanno coperto non meno di 530 miglia in 24 ore.

Come noto, per ridurre il rischio di incontrare degli iceberg, gli organizzatori hanno stabilito una zona di esclusione. Stamattina i leader sono entrati in contatto con tale zona e dunque da ora non potranno navigare più a sud dei 47° di latitudine per almeno altre 800 miglia. Mentre corrono paralleli alla zona di esclusione i quattro battistrada hanno opzioni tattiche molto limitate e la velocità dipende in gran parte dalla quantità di rischi che sono disposti a prendere.

CAMPER ha preso la testa della flotta durante la notte, ai danni dei francesi di Groupama, anche se lo skipper Chris Nicholson dice che a questo stadio la classifica è un dato secondario, visto il rischio costante in cui si trovano a navigare i team. "Non mi sento a mio agio a parlare di essere in testa, perché basterebbe un piccolo problema a far evaporare tutto il nostro vantaggio. Ora stiamo spingendo al massimo, abbiamo 35/49 nodi di vento e pensiamo di essere la sola barca ad avere ancora su lo spinnaker, vorremmo tenerlo fino a che fa buio, ma poi daremo un fiocco. È la vecchia questione, quanto possiamo spingere?" si chiede Nicholson. "Il confine è molto sottile."

Alla difficoltà di navigare in condizioni estreme si aggiunge il fatto che gli equipaggi comincino a sentire la stanchezza e secondo Chris Nicholson, è proprio quando gli uomini sono stanchi che si possono commettere errori. Durante la notte il team ispano/neozelandese è stato protagonista di due grandi ingavonate. "Se passiamo attraverso questa situazione senza problemi quando arriveremo a terra ce lo ricorderemo per sempre, ma per ora posso dire che sono momenti molto stressanti. A volte, per tenere lontano lo stress cerchiamo di farci due risate, è sempre meglio che piangere. Cerchiamo di ridere quando possiamo, ma in realtà tutte le nostre energie le usiamo per rimanere interi."

Con la prospettiva di una settimana ancora di navigazione in queste condizioni estreme e a queste velocità, l'obiettivo di tutti è arrivare a Capo Horn con barche e uomini intatti.
Il timoniere di Groupama 4, Phil Harmer ha raccontato che durante tutta la notte il team ha avuto venti sui 30/35 nodi accompagnati da onde di cinque metri, quindi l'imperativo assoluto per gli equipaggi è trovare un compromesso fra la velocità e la sicurezza. "Per finire primo, devi prima finire." Ha detto Harmer. Il suo co-equipier Charles Chaudrelier con senso dell'umorismo ha descritto così le condizioni: "Quando incontro delle persone del sud della Francia, mi dicono sempre che in Bretagna il tempo è brutto e che al sud è bello. Beh, adesso siamo al sud e non è che il tempo sia un granché! Fa freddo, ci sono 35 nodi, onde grandi ma lunghe. Stiamo attenti alla barca e agli uomini e l'unico modo per non rompere è rallentare, non siamo veloci come vorremmo se il mare fosse meno forte, potremmo andare a 30 nodi ma in realtà siamo sui 20/25. Riduciamo vela e curiamo la barca." Caudrelier ha detto che probabilmente anche gli avversari hanno seguito la stessa tattica. "Penso che abbiano rallentato tutti, alcuni più di altri, e poi il timoniere deve essere bravo, strategicamente è molto importante. Questa è la tappa più bella della Volvo Ocean Race, ma è anche quella che te la può far perdere, se rompi qui... Ci sarà un sacco di vento fino a Capo Horn, cioè niente riposo per altri sei giorni."

Con le barche in continuo movimento anche il lavoro più insignificante diventa un compito enorme e anche comunicare con il mondo esterno, digitando con dita gelate su una tastiera umida è tutto tranne che semplice. Come racconta l'MCM di PUMA Amory Ross. "Qualsiasi cosa in queste condizioni prende tre volte il tempo, cose normali come scrivere. Un tasto alla volta perché il cervello e la tastiera non sono mai d'accordo, la vista e la coordinazione non sono mai buone a sufficienza." Anche cucinare e mangiare diventano accessori, e spesso i velisti appena finiscono il turno si buttano subito in cuccetta per dormire e riposarsi il più possibile. "Cercare di riempire il bollitore con l'acqua del rubinetto quando sbatte da una parte all'altra del lavandino come una pallina da ping-pong è addirittura più facile che versare l'acqua bollente nella teiera, dopo 45 minuti. Diciamo che per riuscirci devi provarci almeno due o tre volte..." Ross ha descritto la navigazione a zig-zag di un Volvo Open 70 nel Pacifico come un "giocattolo in una vasca da bagno".

In quinta posizione, Abu Dhabi sembrava aver trovato un'opportunità di portarsi più a sud, ma non è ancora riuscito ad agganciare la bassa pressione e i venti forti che lo possono spingere ad est, tanto che al rilevamento delle 14 il team emiratino accusava un ritardo di quasi 480 miglia dai leader. "A bordo di Azzam avremo bisogno di molta pazienza nei prossimi giorni perché perderemo ancora. Però Itajaì è ancora lontana e dobbiamo continuare a gestire barca e uomini sperando di superare questa fase difficile e di avere una chance di recuperare nelle fasi finali della tappa." Ha detto lo skipper Ian Walker nel suo blog.

Intanto Team Sanya sta procedendo verso la Nuova Zelanda, dopo che ieri era stato costretto a fare dietrofront a causa della rottura di un timone. Il team cinese prevede di raggiungere la località di Tauranga, nella baia di Plenty, nei prossimi giorni e sta elaborando un piano che gli permetta di ritornare in regata il prima possibile. "Abbiamo il supporto totale del nostro sponsor, quindi ora dobbiamo valutare le diverse opzioni logistiche e vedere quando riusciremo a tornare in gara. Vogliamo farlo il prima possibile, e la nostra prima priorità è la sicurezza della barca e dell'equipaggio." Ha detto lo skipper Mike Sanderson. "Ovviamente l'ideale sarebbe la In-port di Itajaì, ma le possibilità di spedire la barca non sono molte e il fattore tempo è contro di noi."

giovedì 22 marzo 2012

Sanya rompe....


E' giunta stamattina, attorno alle ore 9.30 del mattino ora italiana, la notizia che Team Sanya mentre si trovava al comando a rotto un timone a oltre 5000 miglia di distanza dall'arrivo. Lo skipper al telefono satellitare ha così commentato quanto è accaduto a bordo: “E’ incredibile, sono senza parole. E’ triste e ancora una volta non ha nulla a che fare con noi. Il timone si è spezzato fra scafo e coperta, che è la cosa peggiore che possa succedere. I ragazzi hanno appena finito di tappare il buco, un lavoro per cui hanno impiegato due ore e abbiamo montato il timone di rispetto. Stavamo navigando veloci, fra i 20 e i 30 nodi in buone condizioni, vento a raffiche sui 30 nodi, cioè le condizioni in cui queste barche sono più veloci. Eravamo contenti, in prima posizione e ben messi per guadagnare ancora vantaggio. Era un vantaggio che ci eravamo guadagnati con cinque giorni di duro lavoro. Siamo distrutti, non ce ne rendiamo ancora conto fino in fondo”.


Sanderson ha spiegato che il team si è messo subito al lavoro per evitare il peggio: “Eravamo in modalità sicura. Dovevamo preservare la barca, tutto il compartimento di poppa era allagato, direi tre o quattro tonnellate d’acqua che premevano sulla struttura. Il fatto è che avevamo tutte le vele in coperta a poppa, il ballast posteriore pieno e tutto il materiale sottocoperta indietro, quindi la barca era appoppata. Appena ci siamo fermati l’acqua ha cominciato a entrare. E’ la seconda volta che ci capita ed è una cosa che fa paura”.

Sanderson ha raccontato di come l’equipaggio si sia accorto del problema: “Richard Mason stava timonando e io ero al carteggio. Abbiamo sentito un colpo fortissimo e abbiamo capito di essere nei guai, non sapevo di cosa si trattasse ma sapevo che era grave. Poi abbiamo strapuggiato cercando di arrotolare il gennaker. Ci siamo sdraiati con le vele in acqua, avevamo la chiglia basculata dalla parte sbagliata e anche tutti i pesi”. Sanderson ha detto che pur non essendo chiara la dinamica dell’incidente ci potrebbero essere cause diverse: “Le barche vanno veloci, potrebbero essere state due cose, un’onda che è ritornata oppure potremmo aver urtato un’altra volta un oggetto galleggiante. Non sono sicuro, tutto ciò che so che abbiamo un brutto buco nella barca”.

Ovviamente l’equipaggio ha subito un forte contraccolpo emotivo: “Siamo devastati, davvero. Eravamo così felici di come avevamo navigato, vinto la Pro-Am e guidato la partenza della tappa quindi è molto, molto triste. Ora abbiamo una corsa contro il tempo da affrontare solo per arrivare in Brasile. La cosa più importante è che stiamo tutti bene”.

Questo è il terzo stop per Sanya dall’inizio della regata. Il team era stato vittima di un grave problema allo scafo poco dopo la partenza della prima tappa da Alicante che lo aveva costretto al ritiro dalla frazione e a spedire la barca via nave a Città del Capo dove era stata riparata. Nella seconda tappa un problema al sartiame aveva obbligato Team Sanya a far scalo in Madagascar per le riparazioni.

Intanto, superata la zona di transizione, il resto della flotta è entrata la scorsa notte nel Pacifico meridionale e in un flusso di venti portanti che si prevede possa portarla fino a Capo Horn, nelle ultime dodici ore le barche hanno ripreso a volare con andature in poppa a velocità superiori ai 20 nodi.

Al rilevamento delle ore 14 i francesi di Groupama erano ancora in testa con un vantaggio di sole 3,9 miglia su Camper ETNZ. Stu Bannatyne, co-skipper della barca bianca e rossa, alla sua sesta Volvo Ocean Race ha detto che: “Sicuramente la migliore navigazione al mondo è questa, è quello che stavamo aspettando. Ce la godremo per un po’. La nostra tattica è semplicemente di andare veloci verso capo Horn, in sicurezza”. A conferma delle previsioni meteo, Franck Cammas skipper di Groupama ha spiegato che il vento si è tenuto costantemente oltre i 30 nodi sulla raffica e che il suo team si stava preparando a un aumento: ”Abbiamo ridotto la superficie velica e ci stiamo preparando per un periodo duro per. Però quando abbiamo costruito la barca pensavamo proprio a questo tipo di condizioni e ci siamo allenati per affrontarle. Sembra che ci sarà più vento del previsto e l’attesa è un po’ stressante. Non so se sarà divertente timonare e navigare fra le onde o se sarà sopravvivenza, tenere stretto il timone per non cadere. Dovremo trovare un compromesso fra prestazioni e sicurezza”.

Anche il navigatore di Puma Berg, Will Oxley, ritiene che i prossimi giorni saranno una questione di sopravvivenza: “Al momento cerchiamo di andare il più velocemente possibile, non ci preoccupiamo troppo della classifica, ma piuttosto di non rompere nulla”.

Alle spalle degli americani, i leader della classifica gli spagnoli di Team Telefónica sono quarti, seguiti da Team Sanya quinto mentre Abu Dhabi continua a chiudere la flotta e a rincorrere, cercando di riavvicinarsi ma ha ancora un distacco superiore alle 380 miglia.

Ieri sera lo scafo guidato da Iker Martínez è stato il primo a scendere a sud per cercare di agganciare il nuovo vento prima degli avversari. Tuttavia la scelta è costata cara agli iberici che all’ultimo rilevamento accusano un ritardo di 50,7 miglia da Groupama: “Non posso nascondere il fatto che sono furioso per la situazione nella quale siamo – ha detto lo skipper basco Iker Martínez – E’ successa una cosa che non ci aspettavamo, non avremmo potuto immaginare che al nord avrebbero preso la stessa aria e un giro a favore. Una separazione laterale di poche miglia ce ne è costata più di 30 da Groupama, un distacco che probabilmente aumenterà nelle prossime 24 ore, speriamo non tanto. Ci aspettano dei giorni complicati, con alte velocità che rendono le manovre e la navigazione molto importanti. Spero riusciremo a tenere tutto sotto controllo e al tempo stesso a essere veloci”.

La flotta avanza con venti da ovest fra i 22 e i 28 nodi, con raffiche superiori ai 40 nodi a una latitudine inferiore ai 47° sud, dove si trova il limite della zona di esclusione dalla navigazione, stabilita per evitare il pericolo di iceberg, distante circa 500 miglia dalla prua dei francesi. Il meteorologo della regata, Gonzalo Infante, analizza così le prossime ore: “La flotta è un vento da sud-ovest collegato a un sistema depressionario del Pacifico. Non si tratta di un sistema che si muove molto velocemente, quindi i team si ritroveranno nella bassa pressione per i prossimi giorni. La bassa crea venti molto forti, violenti e molto freddi perché provengono da sud, che potrebbero raggiungere una forza di tempesta. Le barche raggiungeranno velocità molto alte, che dipendono comunque dallo stato del mare, e potenzialmente nei prossimi due giorni potrebbero stabilire il nuovo record di percorrenza sulle 24 ore”. Come si ricorderà il primato è stato stabilito da Ericsson 4 nell’edizione 2008/09 della regata con 596,6 miglia, ovvero con una media di 24,85 nodi.

mercoledì 21 marzo 2012

VOR Solo cinque miglia dividono cinque team


Auckland - 21 marzo 2012 - Rallentati da una zona di vento leggero e instabile, i cinque team di testa sono racchiusi in un fazzoletto di sole sei miglia. In testa i francesi di Groupama, tallonati da Team Sanya che da ieri ha recuperato tre posizioni e quasi quaranta miglia. Poi PUMA, CAMPER e Telefónica mentre anche Abu Dhabi si riavvicina. Tutti hanno approfittato del momento di calma per riparare i danni e fare un check-up completo a barche e attrezzature in vista delle condizioni impegnative che li attendono oltre il sistema di alta pressione.

Un sistema meteo di alta pressione ha intrappolato gran parte della flotta in una zona di vento debole e, durante la notte quando la brezza superava a malapena i quattro nodi, le distanze fra i cinque team di testa si sono ulteriormente ridotte, dando nel contempo agli inseguitori di Abu Dhabi qualche speranza di poter recuperare sul gruppo che si sta preparando per l'arrivo di un fronte che si muove verso est e una corsa veloce verso Capo Horn. Sebbene a bordo di quasi tutte le barche si siano registrati danni di diversa entità, prontamente riparati nelle ore di calma, la flotta è uscita praticamente intatta dalle prime terribili giornate di regata. E anche gli uomini hanno avuto la chance di riposare e di rimettersi in forma.

Secondo lo skipper di CAMPER Chris Nicholson, sono state le cadute rovinose sulle onde a provocare la delaminazione nella paratia prodiera della barca. Pur non essendo una parte vitale, si tratta sempre di una componente importante per la struttura longitudinale dello scafo, che non deve avere problemi o debolezze di sorta. Nicholson stamattina ha informato che la riparazione era stata portata a termine con successo e che la barca era al 100% del suo potenziale e pronta per la prossima fase cruciale della tappa.

Anche Mike Sanderson su team Sanya ha avuto la sua dose di rotture e preoccupazioni dovute alla pompa del desalinatore che ha smesso di funzionare, un danno che avrebbe potuto avere conseguenze catastrofiche se Richard Mason non fosse riuscito a sostituirla e a fermare una via d'acqua dal cilindro, che si era staccato dal supporto a causa del continuo sbattere sulle onde. Inoltre il team cinese ha rischiato di dover navigare privo di informazioni meteo perché entrambe le parabole satellitari hanno smesso di trasmettere nel corso della prima notte. Fortunatamente il problema è stato relativamente facile da risolvere, sostituendo i cavi, e ora i sistemi di comunicazione funzionano correttamente.

Durante la notte la graduatoria è cambiata, Telefónica che aveva la leadership si è visto costretto a cederla ai francesi di Groupama. Da notare che il team di Iker Martínez con un bordo, a metà mattinata, si è portato più a sud, scendendo di 13 miglia, alla stessa latitudine a cui si trova anche CAMPER. Al rilevamento delle ore 14 il team di Mike Sanderson ha recuperato ulteriormente, portandosi in seconda piazza scavalcando PUMA. "Stiamo tutti aspettando la stessa cosa, cioè una strada per passare attraverso questa linea di alta pressione che ci ha inghiottito." Scrive oggi il Media Crew Member di PUMA Amory Ross. "La prima barca che riuscirà a uscire potrà far rotta a est e a cominciare la discesa veloce di poppa, ma non si può dire chi ce la farà. C'è anche la possibilità che questo fronte passi via e che si debba tornare a nord per prendere il prossimo, che arriverà dalla Nuova Zelanda." Intanto da bordo della barca americana arrivano buone notizie: i due velisti feriti, Johanson e Smith stanno meglio, stanno riprendendo le forze e sono tornati nel ritmo dei turni di bordo.

In una brezza inferiore ai 10 nodi, sono stati i francesi di Groupama 4 stamattina a emergere come nuovi leader mentre CAMPER e Team Telefónica si sono spinti più a sud alla ricerca di una via d'uscita dalla bolla di altra pressione e hanno perso posizioni, ma la loro sembra essere una strategia sul medio periodo. "C'è questa alta pressione che ci ha bloccato e i software di navigazione sono sempre troppo ottimisti sulle possibilità di passare oltre, perciò abbiamo deciso di andare a sud per cercare di evitarla dal basso e prendere più vento." Ha spiegato il navigatore di CAMPER Will Oxley. "Credo che siamo in una fase iniziale al momento, speriamo di essere in un bel vento fra una dozzina di ore."

Secondo il navigatore francese Jean-Luc Nélias ci sono due opzioni, che comportano diverse soluzioni per i team. "Una è più lenta ma più facile, l'altra è più veloce ma non si presenta molto bene, anzi sembra proprio infernale, con un sacco di vento freddo e instabile e molto mare. Saremmo in una bassa fino a Capo Horn, con aria sempre superiore ai 30 nodi. D'altra parte se stanotte saremo troppo lenti, non arriveremmo ad agganciare quella bassa e saremmo di nuovo in una transizione con vento leggero. Stiamo cercando di trovare una via di mezzo fra le due opzioni: prendere la depressione e avere condizioni terribili o perderla e navigare in un Pacifico più "pacifico". Siamo in regata e quindi credo che cercheremo la soluzione più veloce pur provando a non rompere."

In sesta posizione Abu Dhabi sta ancora lottando con una situazione che impedisce al team di recuperare sul plotone quanto si aspettava. Tuttavia, Azzam è ora a meno di 300 miglia dai battistrada e lo skipper Ian Walker ritiene che ci sia un'opportunità per il suo team di riavvicinarsi se il sistema di alta pressione che sta costringendo i leader verso sud si dovesse muovere a nord-est. "Abbiamo già ridotto il distacco di un centinaio di miglia. Non è stato facile con l'aria leggera, e forse avremmo potuto avvicinarci di più con un po' più di vento. Nelle prossime 12 ore dovrebbe andare meglio ma forse loro saranno già oltre la parte peggiore. Prevedo che la alta si muova a nord est e allora potremo recuperare della strada." Walker ha anche dichiarato che spera di poter vedere presto le navigazioni veloci che ci si aspettano da questa tappa. "Fra 12 o 24 ore dovremmo poter dare lo spinnaker e navigare veloci. Lo scenario meteo per il resto della tappa però è complicato e quindi il bello potrebbe durare poco e potremmo ritrovarci presto di bolina."

Nelle ultime ore il vento ha cominciato a risalire gradualmente, superando i 10 nodi, e secondo le previsioni dovrebbe continuare ad aumentare e girare provenendo da ovest e permettendo quindi alla flotta un'andatura più larga e veloce verso la zona di esclusione dalla navigazione, che si trova a 49°sud, ossia ad appena 480 miglia più a sud della latitudine in cui si trova ora il gruppo di testa.

Al rilevamento delle 14, la flotta è racchiusa in un fazzoletto, Groupama 4 è primo con un margine leggerissimo, 0,6 miglia su Team Sanya, PUMA è terzo con 2 miglia di distacco, 2,5 ne ha CAMPER e solo 6 Team Telefónica, quinto. Chiude il gruppo Abu Dhabi, a 289,7 miglia che è però il più veloce della flotta con 17,5 nodi contro i 12/14 degli avversari.

martedì 20 marzo 2012

Telefonica passa al comando


Auckland 19 marzo 2012 - Nella quinta tappa della Volvo Ocean Race le condizioni meteo complesse hanno costretto, ieri, Abu Dhabi a tornare ad Auckland per riparare una paratia.
Prime 36 ore durissime, quindi, per la flotta della Volvo Ocean Race, impegnata nella quinta tappa, da Auckland a Itajaì. Poco dopo aver lasciato Auckland le barche hanno incontrato temporali molto forti con venti intorno ai 40 nodi e onde fino a cinque metri, che hanno provocato i primi danni. I sei team navigano direzione sud-est in un'andatura al traverso molto faticosa. La leadership è stata presa da Telefónica, che guida su CAMPER, Groupama, PUMA, Team Sanya e Abu Dhabi, tornato in gara questa mattina dopo un pitstop tecnico e qualche ora d'attesa per le condizioni meteo brutali. Intanto la direzione di regata modifica la zona di esclusione, per evitare il rischio iceberg.

"Senza ombra di dubbio è stata la prima notte più difficile che io abbia mai vissuto." Sono state le parole di Stu Bannatyne di CAMPER, che di Volvo Ocean Race ne ha già corse cinque ed è quindi un testimone più che attendibile, per descrivere la notte scorsa nelle acque del Pacifico. Sopravvissuta a 36 ore di vento molto forte e di onde enormi, la flotta continua ad avanzare, ora con un'andatura più larga e veloce.

Le condizioni meteo durissime avevano costretto Abu Dhabi a far ritorno ad Auckland per riparare una paratia prodiera danneggiata. Malgrado lo shore team abbia completato i lavori a tempo di record, l'equipaggio guidato da Ian Walker ha potuto riprendere il mare e la regata solo questa mattina, dopo aver dovuto attendere qualche ora a causa di venti intorno ai 60 nodi. I cinque avversari di Abu Dhabi sono ora circa 650 miglia avanti e continuano a combattere contro una meteo terribile, causata da un'intensa depressione tropicale, che li ha costretti a fare rotta verso nord prima di potersi dirigere con la prua a sud est con andature più larghe, che hanno fatto superare loro i 20 nodi di velocità. I primi ad adottare questa strategia sono stati gli spagnoli di Team Telefónica che al rilevamento di oggi hanno preso la testa della flotta, con un vantaggio di poco più di 14 miglia sui secondi, CAMPER with Emirates Team New Zealand. Groupama è terzo, distaccato di altre 14 miglia mentre gli americani di PUMA si trovano in quarta posizione a quasi 32 miglia dai leader, Sanya è quinto e Abu Dhabi sesto a oltre 654 miglia. Anche i francesi durante la notte hanno informato di aver avuto un problema al J4, la vela di prua utilizzata nelle andature di bolina con vento forte, che ha fatto perdere loro alcune miglia e ha costretto l'equipaggio a un duro lavoro per recuperare, portare sottocoperta e aggiustare la vela.

Chris Nicholson skipper di CAMPER, in un collegamento con il quartier generale di Alicante questa mattina si è detto sorpreso da quanto difficili possono essere le condizioni di navigazione a bordo di un Volvo Open 70. "Prendiamo colpi fin dalla partenza. La notte scorsa abbiamo avuto 45 nodi per un po'. Era buio quindi posso solo immaginare che le onde fossero superiori ai tre metri, ma il mare era confuso e per niente semplice fare degli atterraggi morbidi. Si fa fatica a stare in piedi, più che altro si avanza a quattro zampe. Tutto quello che sarebbe normale, diventa più difficile. Se il trimmer deve andare sottovento per mollare un po' di scotta, il timoniere è costretto a poggiare un po' o si rischia che la persona venga trascinata in coperta dall'acqua." Nicholson ha detto che è sorprendente come a bordo non abbiano avuto alcuna rottura. "Fino a ora non abbiamo rotto nulla, strano che siamo usciti indenni dalle cadute nel cavo dell'onda. Quando c'è vento sui quarantacinque nodi, comunque sopra i 35, dobbiamo cercare di rallentare la barca per passare. Credo che stanotte il vento rimarrà intorno ai 25/30 nodi per poi scendere lentamente verso i 20. Quindi dobbiamo cercare di passare le prossime ore restando in un pezzo solo." E tuttavia i velisti di CAMPER stanno spingendo a fondo. "Non siamo in modalità di sopravvivenza, è un assaggio di quello che ci aspetta. Se siamo invelati giusti, spingiamo al 100%. "

Intanto ad Alicante, il Race Control sta tenendo sotto stretta osservazione la presenza di iceberg sulla rotta che la flotta deve percorrere fino a doppiare Capo Horn. Poiché nelle immagini satellitari ricevute durante la notte si sono riscontrate ampie zone di ghiacci nella zona di esclusione, il limite di sicurezza è stato spostato di due gradi (120 miglia) più a nord rispetto alla posizione precedente. Questo spostamento varia la distanza totale alla meta, ma non ha avuto un effetto sulla graduatoria provvisoria. Con la definizione del nuovo waypoint il leader Telefónica ha già passato la barriera delle 6.000 miglia al traguardo.

Tuttavia, secondo il navigatore di CAMPER Will Oxley questa variazione, che è stata comunicata immediatamente alla flotta, avrà delle ripercussioni sulla strategia della tappa. "Le cose cambieranno parecchio. L'alta pressione si trova proprio a quella latitudine, quindi la tappa è diversa, con meno vento e più bolina. Dovremo vedere come affrontare la situazione."

Al rilevamento delle ore 14, quando i leader sono scesi sotto le 6.000 miglia alla meta e la flotta naviga con velocità dagli 11 ai 21 nodi la prima posizione è occupata da Team Telefónica, CAMPER è secondo a 14,19 miglia, Groupama terzo a 28,5, PUMA quarto a 31,9 Team Sanya quinto a 54,6 e chiude la flotta Abu Dhabi a 654,4 miglia.

La quinta tappa è la più lunga della Volvo Ocean Race con le sue 6.700 miglia attraverso gli oceani del sud, oltre Capo Horn e fino a Itajaí, in Brasile dove si prevede che la flotta possa arrivare la prima settimana di aprile. L'andamento della tappa si può seguire con le notizie e la cartografia elettronica aggiornata ogni tre ore sul sito www.volvooceanrace.com

sabato 17 marzo 2012

Auckland regata nella città delle vele



I sei team della Volvo Ocean Race si preparano alla regata costiera per la Auckland In-Port Race, in programma sabato. Domenica partenza della quinta tappa, da Auckland a Itajaì in Brasile.
Saranno diverse centinaia le barche in mare e molte migliaia gli spettatori al Race Village quelli che si daranno appuntamento alle 14 ora locale (le due della notte in Italia).
Il team di casa CAMPER cercherà di ottenere una vittoria davanti al suo pubblico. “E’ una regata importantissima” ha detto lo skipper Chris Nicholson il cui team ha come base proprio la capitale neozelandese oltre a Palma, in Spagna. “Per noi è un momento clou. Se il benvenuto che abbiamo ricevuto lo scorso sabato è un segnale, allora è certo che sarà una giornata incredibile e il campo di regata è molto interessante.”
Malgrado un terzo posto nella quarta tappa, gli spagnoli di Team Telefónica restano in testa alla classifica generale con un margine di 18 punti e quando il giro del mondo si avvicina a metà, restano i favoriti della vigilia.
Saliti in seconda posizione sul tabellone grazie alla vittoria nella quarta tappa, i francesi di Groupama sono ora gli unici, insieme agli spagnoli, ad aver colto il successo in una frazione oceanica ma potrebbero perdere punti preziosi e ritornare alle spalle di CAMPER se questi dovesse vincere e loro chiudere all’ultimo posto.
Sebbene abbia finito al quinto posto e non abbia potuto disputare la Pro-Am per effettuare ulteriori controlli all’albero, Abu Dhabi si presenta come un altro dei pretendenti avendo già vinto le In-port di Alicante e Abu Dhabi.

Il pubblico di Auckland farà certamente il tifo anche per uno dei suoi più noti concittadini, lo skipper di Team Sanya, Mike Sanderson che guida l’unico team a non disporre di una barca dell’ultima generazione.

Per gli americani di PUMA, brillanti secondi nell’ultima tappa, la Auckland In-port sarà anche la prima occasione per accogliere a bordo il finlandese Thomas Johanson velista oceanico e olimpico, che sostituirà per la quinta frazione l’infortunato Kelvin Harrap.

Gli organizzatori hanno disegnato un percorso interessante e complesso al tempo stesso nel Waitemata Harbour, a solo mezzo miglio dal Race Village con molti ostacoli e possibili trappole, come rocce sommerse, zone di ridosso del vento, una corrente molto forte e quattro boe in punti strategici. Due i possibili percorsi, uno che si sviluppa all’interno del porto in caso di vento leggero e un secondo che invece porterebbe le barche fino al largo e a a Rough Rock se il vento dovesse essere più sostenuto. Se le previsioni, che parlano di una brezza da est intorno ai 15/20 nodi dovessero essere confermate lo spettacolo sarà garantito, data la velocità che possono sviluppare i Volvo Open 70. Al vincitore andranno sei punti e punti a scalare fino a 1 al sesto classificato e si prevede che la regata possa durare circa un’ora.

venerdì 16 marzo 2012

Volvo Ocean Race la tappa più difficile

Trieste - Italy - 15 marzo 2012 - Navigare nelle acque e nelle condizioni più dure del pianeta è una fonte di ispirazione e di timore per i sei team della Volvo Ocean Race, che conoscono bene i pericoli dei mari del sud e che pure non vedono l'ora di confrontarsi con la tappa "mitica" del giro del mondo a vela.

La quinta tappa, che partirà domenica alle due della notte (ora italiana) vedrà uomini e barche spinti al limite, spesso oltre il limite, quando i team affronteranno onde enormi, venti fortissimi sulla rotta da Auckland a Itajaì, in Brasile. "Sono luoghi che meritano molto rispetto" ha detto Neal McDonald watch captain di Team Telefónica "Scalare l'Everest non è una cosa priva di rischi o particolarmente divertente ma per le persone è una sfida irresistibile, per noi i mari del sud sono lo stesso."

I sei team saranno lontani da ogni forma di civiltà, navigheranno nei famosi quaranta ruggenti e cinquanta urlanti dove il vento soffia per giorni interi oltre i 40 nodi e le condizioni sono davvero "cattive". Questa tappa segnerà anche il ritorno alla rotta tradizionale, che ha fatto la storia di tante Whitbread Round the World Race. "Ci si spinge all'estremo, e navigare in quei posti è incredibile" dice Rob Salthouse, timoniere di CAMPER with Emirates Team New Zealand. "È come ritornare allo spirito avventuroso della Whitbread." E Ian Walker skipper di Abu Dhabi Ocean Racing aggiunge: "Stiamo tutti pensando alla prossima tappa, è un classico della Volvo Ocean Race. Bisogna stare allerta, può essere pericoloso ma allo stesso tempo un'esperienza incredibile."

Stu Bannatyne co-skipper di CAMPER non è certo inesperto di questi mari, avendo corso non meno di cinque edizioni della regata. "È la parte più estrema della regata. Si va veloci e ci sono delle belle onde su cui surfare. È quello che i velisti amano fare di più. È un richiamo fortissimo." Malgrado la sua esperienza Bannatybe è convinto che la navigazione oggi presenta pericoli maggiori che in passato. "Oggi è più pericoloso perché le barche sono più veloci. Quando ci si ingavona o ci sono masse enormi d'acqua in coperta, il rischio di farsi male c'è. Dobbiamo preoccuparci della sicurezza degli uomini e delle barche."

Durante le 6.700 miglia della quinta tappa, gli skipper affronteranno onde altissime, superiori ai 10 metri e venti fino ai 60 nodi, passando anche Point Nemo, il luogo più remoto del pianeta, distante oltre 2.000 miglia da qualsiasi terra abitata. Il veterano della regata Tony Rae timoniere di CAMPER ha già quattro "giri" sulle spalle e ritiene che questa che la aspetta sia la sfida maggiore per la flotta della Volvo Ocean Race. "Si naviga in posti dove il rispetto per le condizioni meteo è imperativo. L'aria è fredda, il vento più forte e anche la temperatura dell'acqua è molto bassa. Ci si veste più pesante e quindi è più difficile muoversi, ci si mette di più a vestirsi, a entrare e uscire dalla cuccetta. Sono tutte cose che hanno un peso sul fisico."

Il potenziale pericolo di masse di ghiaccio che si staccano dalla banchisa dell'Antartide hanno costretto gli organizzatori a definire una linea dei ghiacci che impedisce ai team di spingersi troppo a sud, navigando in acque molto pericolose. "Ho visto aree con ghiaccio molto estese, e il limite ci preserva dal pericolo. Bisogna sempre tenere conto del tempo che può essere imprevedibile. Ho navigato in tempeste di neve nel buio più completo, è abbastanza dura..."

Dopo la navigazione negli oceani meridionali, la flotta dovrà doppiare il famoso e famigerato Capo Horn, uno dei luoghi più pericolosi del mondo, dove milioni di tonnellate d'acqua vengono spinte a forza in uno stretto canale fra l'Antartide e il sud America. "Per chi passa per la prima volta, Capo Horn sarà un momento topico" ha detto Ian Walker "per un velista è come scalare l'Everest."

La quinta tappa partirà domenica 18 marzo alle 14 locali, le due della notte in Europa. Prima della partenza i team si affronteranno con la Pro-am domani e sabato per la Auckland In-port race, valida ai fini della classifica in quanto prova puntabile.


domenica 11 marzo 2012

Timone rotto e in balia del mare e del vento forza 7

Sabato 10 marzo 2012 pericoloso incidente causato dalle avverse condizioni meteo in mare, due velisti feriti davanti ad Alassio con il timone rotto ed in balia del mare e del vento forza 7. Questa la disavventura di due velisti a bordo di una barca di 16 metri.
Nel tardo pomeriggio di sabato la Capitaneria di Porto di Genova ha ricevuto un may day da parte di un’unità a vela di 16 metri che si trovava 35 miglia al largo di Alassio. Entrambi i membri dell’equipaggio erano feriti (uno presentava la frattura di un braccio, l’altro una vistosa ferita in testa) e hanno denunciato la rottura del timone: le condimeteo, caratterizzate da mare molto messo e vento con raffiche fino a forza 7, non hanno facilitato i soccorsi. Un elicottero, una motovedetta e anche due navi mercantili che sono state dirottate sul luogo per partecipare alle operazioni di soccorso hanno raggiunto la barca, in balia del mare, in serata. I due velisti sono stati prelevati dall’elicottero e portati all’ospedale San Martino di Genova
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Volvo Ocean Race - Conclusa la IVa tappa

Auckland - Domenica, 11 marzo 2012 - In una mattinata grigia e piovosa, accolti dal calore di migliaia di fan, gli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG hanno conquistato un meritato secondo posto per cui hanno lottato senza risparmiarsi per le quasi tre settimane di regata, ottenendo il loro primo podio nella Volvo Ocean Race 2011/12.
Meno di un'ora più tardi è stata la volta di Team Telefónica, che taglia la linea del traguardo al termine di un incredibile match race con CAMPER with Emirates Team New Zealand che lo segue solo 93 secondi dopo.
Abu Dhabi è arrivato dopo 34 minuti, chiudendo al quinto posto, risultato che lascia un po' di amaro in bocca allo skipper Ian Walker, comunque autore di una bella rimonta "Veramente non so cosa avremmo potuto fare di più per migliorare la nostra posizione.
A un certo punto eravamo terzi. E deludente arrivare quinti, ora è arrivato il momento di un po' di navigazione al lasco." Ha detto l'olimpionico britannico al suo arrivo.
Sesto Team Sanya guidato dal neozelandese Mike Sanderson, che ha chiuso l'arrivo della flotta nella City of Sails 35 minuti dopo.  Migliaia di fan si sono dati appuntamento per dare il benvenuto alle barche in mare, e altre migliaia hanno affollato il noto Viaduct Harbour di Auckland per seguire da vicino gli ultimi momenti di una tappa quanto mai appassionante, che ritorna nella capitale neozelandese dopo dieci anni di assenza ma che qui trova sempre un'accoglienza straordinaria.
I sei team al termine di una tappa che è stata più lunga e impegnativa del previsto, non avranno molto tempo per riposare, e soprattutto gli shore team hanno davanti quattro giorni di lavoro intenso. Già ieri, poco dopo l'arrivo Groupama 4 è stato alato e sono iniziate le operazioni per riparare la delaminazione nella zona di prua, che aveva fatto temere conseguenze gravi. Il primo appuntamento è fissato per il prossimo giovedì 15 con la regata di prova. Il programma prevede la Pro-am il giorno seguente e la Auckland In-port race, valida ai fini della classifica in quanto prova puntabile, sabato. La partenza della quinta tappa, da Auckland a Itajaì in Brasile, la più lunga della Volvo Ocean Race 2011/12 con oltre 6.700 miglia, avverrà la prossima domenica 18 marzo.

Ordine di arrivo tappa 4 Sanya/Auckland
1. Groupama sailing team, 019d 15h 35m 54s
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 020d 03h 57m 50s
3. Team Telefónica, 020d 04h 45m 22s
4. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 020d 04h 46m 55s
5. Abu Dhabi Ocean Racing, 020d 05h 20m 35s
6. Team Sanya, 020d 05h 55m 43s

Classifica generale provvisoria Volvo Ocean Race 2011-12
1. Team Telefónica, 101 punti
2. CAMPER with Emirates Team New Zealand, 83
3. Groupama sailing team, 73
4. PUMA Ocean Racing powered by BERG, 53
5. Abu Dhabi Ocean Racing, 43
6. Team Sanya, 17

sabato 10 marzo 2012

Groupama vittoria storica ad Auckland


Auckland, Nuova Zelanda - 11 marzo 2012 - I francesi di Groupama 4 ottengono una smagliante e meritata vittoria nelle acque di Auckland, aggiudicandosi la quarta tappa e trenta punti preziosi ai fini della graduatoria. Momenti di tensione nell'ultimo tratto quando i transalpini scoprono un'importante via d'acqua nello scafo. Continua la lotta all'ultimo bordo per il secondo e il terzo posto sul podio con la flotta racchiusa in meno di quaranta miglia. PUMA è in testa, seguito da vicino da Telefonica e CAMPER e anche Abu Dhabi e Team Sanya si sono riavvicinati. Stanotte gli arrivi, con il computo della classifica generale.
Sono state ore ad altissima tensione a bordo di Groupama 4 e non solo perché il team si stava avviando a una storica vittoria della quarta tappa nelle acque neozelandesi, ponendo una battuta d'arresto alla striscia vincente degli spagnoli di Team Telefónica e regalando all'unico kiwi di bordo, il prodiere Brad Marsh un ritorno a casa da ricordare per tutta la vita.
Poche ore prima dell'arrivo, infatti, hanno vissuto momenti intensi quando a circa 70 miglia dall'arrivo hanno scoperto una via d'acqua nella parte prodiera della loro barca, probabilmente dovuta a una delaminazione per le condizioni dure incontrate anche negli ultimi giorni, che ha causato l'entrata di un'enorme massa d'acqua di circa una tonnellata e mezzo. Grazie alla prontezza dell'equipaggio, che si è messo subito all'opera, si è evitato un disastro potenziale e i francesi hanno potuto continuare la loro corsa verso una meritata vittoria nella City of Sails.
I francesi hanno tagliato la linea del traguardo alle 10:33:47 GMT (le 11:33:47 italiane) fra moltissime barche spettatori e gli applausi dell'appassionato pubblico neozelandese. Il tempo totale impiegato da Groupama per coprire le oltre 5.200 miglia teoriche della tappa è stato di 19 giorni, 15 ore, 35 minuti e 54 secondi e con questa vittoria i francesi hanno confermato di essere seri pretendenti al titolo overall.
"Sono molto emozionato. È un grande giorno per Groupama 4 ed è bellissimo vincere ad Auckland. Sono sicuro che sarà una tappa fantastica con tutti i fan della vela neozelandesi. È sicuramente un bel posto per vincere." Sono state le prime parole dello skipper di Groupama Franck Cammas dopo che l'equipaggio francese è stato accolto e festeggiato da due Waka Hourua, le tradizionali canoe a due scafi polinesiane all'ingresso del celeberrimo Viaduct Harbour di Auckland, palcoscenico di molte storiche battaglie veliche del passato. "La chiave della tappa era velocità e prendere buone decisioni. Sapevamo di dover essere veloci e di dover scegliere bene e lo abbiamo fatto. Ed è andata a finire così. Il momento cruciale è stato quando abbiamo preso l'opzione di andare a nord insieme a PUMA, una mossa che ha pagato."
Certamente la persona più felice a bordo dello scafo verde e arancio è il giovane prodiere Brad Marsh, che è nato proprio ad Auckland ed è stato il primo dei 20 velisti neozelandesi a rimettere piede nella sua nazione. "È incredibile" ha detto euforico Marsh "per me è un sogno di bambino che diventa realtà. Fino ad oggi ho cercato di non pensarci. Ma, man mano che ci avvicinavamo alla costa l'emozione aumentava e mi sono reso conto che stava succedendo davvero." Brad Marsh ha condiviso con i suoi compagni un momento storico per la vela oceanica transalpina, dato che Groupama con questa vittoria diventa la prima barca francese ad ottenere i line honours ad Auckland nella storia della Whitbread/Volvo Ocean Race. Prima di loro ci riuscì solo 33 Export, dello skipper Alain Gabbay, che vinse la tappa nel 1977/78 ma quando la flotta era suddivisa in classi e si correva in tempo compensato.
La quarta tappa della Volvo Ocean Race 2011/2012 di oltre 5.200 miglia teoriche, in realtà le barche ne hanno coperte molto di più a causa della strategia meteo che li ha costretti a distanziarsi molto dalla rotta ortodromica (la più corta fra due punti), era iniziata lo scorso 19 febbraio con un percorso costiero nella baia di Sanya, pensato per evitare che la flotta incontrasse le durissime condizioni meteo presenti nel mar cinese meridionale al momento. Dopo un'attesa di qualche ora i sei Volvo Open 70 avevano ripreso il mare con una partenza scaglionata, secondo i tempi ottenuti il giorno precedente.
Dopo aver concluso in terza posizione la prima frazione, Groupama 4 era in testa alla flotta nell'ingresso nel mar cinese meridionale, uno dei tratti più pericolosi e duri dell'intera tappa. Il secondo giorno, lo skipper Franck Cammas e il suo navigatore Jean-Luc Nèlias hanno preso la decisione di andare a sud, una opzione che ha fatto prendere la leadership agli ispano/neozelandesi di CAMPER. Se il vento andava progressivamente diminuendo, in questa prima fase l'ostacolo maggiore che hanno dovuto affrontare i team è stato un mare molto formato, con onde molto ripide e pericolose, fino all'uscita dal mar cinese meridionale.
Il quarto giorno di regata, un cambio di waypoint faceva scendere il team francese in quarta posizione ma il giorno successivo Groupama riprendeva la testa, mentre la flotta continuava a far rotta nord con la prua verso il Giappone. La mossa vincente per Franck Cammas e i suoi avviene il settimo giorno, quando i francesi optano per una rotta molto più settentrionale degli avversari, che li riporta a coprire il ruolo di battistrada e li mette in una posizione di controllo tattico della flotta, potendosi muovere a nord o a sud a seconda delle variazioni del vento. Da quel momento, Groupama, guida oltre il cosiddetto Cerchio di Fuoco del Pacifico e rimane leader fino a oggi, tagliando in prima posizione il traguardo di Auckland e ottenendo una meritata vittoria e trenta punti sul tabellone.
Al secondo posto Puma, terza Telefonica che stacca di soli 93 secondi Camper  che si piazza al quarto posto dopo un finale combattutissimo.

venerdì 9 marzo 2012

Lotta per la piazza d'onore

Continua la marcia di Groupama verso il traguardo della quarta tappa della Volvo Ocean race, dopo che la flotta ha passato una nottata molto dura, con venti forti e onde enormi.

Alle spalle dei francesi infuria la battaglia per il secondo e terzo gradino del podio fra CAMPER, PUMA e Telefónica, ma anche Abu Dhabi e Sanya hanno recuperato molto e potrebbero rientrare in gioco, nella nuova transizione meteo che attende la flotta. I francesi potrebbero cogliere la loro prima vittoria in una tappa oceanica, nella mattinata di domani.

La notte passata la flotta ha incontrato condizioni fra le più dure di questa undicesima edizione della Volvo Ocean Race, con onde di sei metri e 25/30 nodi di vento contrario. Tuttavia, malgrado uno scenario di quasi sopravvivenza, il team francese di Groupama 4 guidato da Franck Cammas è riuscito a mantenere la leadership e addirittura a consolidare il suo vantaggio, portandolo a più di 110 miglia al rilevamento delle 14, quando per i transalpini sono ormai solo 226 le miglia di distanza da Auckland e da una prima affermazione in una tappa oceanica.

Sebbene alla flotta manchino ormai poche centinaia di miglia all’arrivo, queste ore finali stanno dimostrando di essere fra le più dure vissute dagli equipaggi, anche perché alle condizioni meteo difficili si aggiunge anche la naturale stanchezza degli uomini, dopo quasi tre settimane di navigazione.

Tutti e sei i Volvo Open 70 stanno navigando di bolina, contro un mare molto formato, in avvicinamento a Cape Reinga dove la situazione è resa peggiore da una forte corrente e a bordo si lavora in continuazione, dando mani di terzaroli, cambiando vele e spostando varie tonnellate di materiale quando si vira. Facendo particolare attenzione a non rompere nulla, vista anche la breve sosta che attende i team ad Auckland, dove il tempo per le riparazioni prima della prossima, impegnativa tappa sarà molto limitato.

"La barca pesta violentemente sulle onde, ricorda quello che è successo nel mar cinese meridionale." Ha spiegato Yann Riou da bordo di Groupama. A fargli eco le parole del timoniere Charles Caudrelier, registrate nel corso di un collegamento audio con Alicante. "C'è stanchezza e tensione, ovviamente, per cercare di non rompere e di non perdere la regata proprio adesso. Dobbiamo passare la punta, di cui non so molto, ma Franck (Cammas) e Jean-Luc (Nèlias) hanno detto che è simile a quello che in Bretagna di chiama "raz", cioè un posto dove c'è un sacco di corrente e molta onda per diverse ore. Dovremo passare senza fare danni." Chiaramente la prima posizione motiva molto gli uomini di Groupama. "C'è dell'euforia a bordo! Siamo abbastanza avanti e abbiamo fatto una bella regata. C'è sempre un po' di paura di perdere all'ultimo momento ma è normale. L'euforia per l'arrivo ci dà molta carica." E, a bordo della barca francese c'è un velista che è particolarmente e giustamente euforico, l'unico Kiwi Brad Marsh. "Brad è felicissimo. Era il suo sogno arrivare a casa prima degli altri, sarà una bella rivincita per lui. Sarà la sua e la nostra prima vittoria e non vediamo l'ora di arrivare. Però finché non tagliamo quella dannata linea, tutto è possibile." Ha concluso Caudrelier.

Alle spalle dei leader, è una lotta senza quartiere quella che si sta combattendo per gli altri gradini del podio fra CAMPER, PUMA e Telefónica. Che non si gioca solo sulle distanze all’arrivo ma anche sul posizionamento rispetto a una nuova transizione di vento, con arie leggere a cui dovrebbero sfuggire i francesi ma non gli inseguitori. Fiutando l’opportunità di un piazzamento importante, CAMPER with Emirates team New Zealand si è spinto più a ovest, forse anche nella speranza di trovare meno onda sottovento all’isola.

Il duo formato da Team Telefónica e PUMA Ocean Racing powered by BERG e che si trova più a ovest sta dando vita a un duello serratissimo con la barca spagnola a sole due miglia da quella americana. Lo skipper di PUMA Ken Read ha descritto le condizioni brutali dell’ultima giornata e ha spiegato il dubbio tattico della lotta con CAMPER e Telefónica.

Intanto, poco più dietro Team Sanya e Abu Dhabi Ocean Racing sono impegnati in un altro duello, per non essere fanalini di coda ma anche per cercare di rientrare sul terzetto davanti. Entrambi stamattina si sono portati sulla stessa rotta di Telefónica e PUMA, virando per prendere sopravento e cercare una rotta più diretta. All’ultimo rilevamento Abu Dhabi è a 46 miglia dalla quarta posizione, cioè 30 meno rispetto a ieri e Sanya lo insegue a una ventina di miglia.

Gonzalo Infante prevede che i leader di Groupama possano evitare gli effetti peggiori della transizione fra i due sistemi meteo, che dovrebbe far girare il vento a nord dopo la mezzanotte di oggi. “Groupama dovrebbe rimanere nel vento, ma gli inseguitori dovranno far fornte a arie più leggere nella zona di transizione e gestire il moto ondoso residuo.”

Le ultime stime dicono che i francesi potrebbero tagliare la linea del traguardo di Auckland verso le 9 GMT (le 10 ora italiana) di domani mattina e il secondo intorno alla mezzanotte. Abu Dhabi e Team Sanya si prevede possano arrivare verso le due della notte di domenica 11 marzo.

Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 9 marzo 2012:
1. Groupama sailing team, a 460 miglia da Auckland
2. CAMPER con Emirates Team New Zealand, a 110,6
3. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +131,7
4. Team Telefónica, +133,6
5. Abu Dhabi Ocean Racing, +179,9
6. Team Sanya, +198,1