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mercoledì 17 agosto 2011

Croazia: morti due italiani in collisione in mare





MASLINOVIK (SEBENICO). Tragica vacanza per una coppia appassionata di vela. Ieri intorno a mezzogiorno l'ingegnere Francesco Salpietro e la moglie Marinelda Patella, entrambi di 60 anni, sono stati speronati mentre si trovavano a bordo della loro barca a vela, un Grand Soleil 39 denominato «Santa Pazienza». Violentissimo il colpo. Uno squarcio si è aperto sulla fiancata laterale sinistra e i due, uccisi all'istante, sono stati scagliati in mare.


A investire i coniugi (lui lavorava in un'azienda che produce scarpe a Santa Maria di Sala nel Veneziano, lei era dietologa all'Usl 16) un motoscafo lungo 12 metri guidato, a forte velocità, dal più noto costruttore edile della Croazia, il discusso Tomislav Horvatincic, 63 anni di Zagabria, che si trovava in compagnia dell'amica 35enne Anica Derde, tutti e due rimasti illesi. L'imprenditore ha cercato di giustificarsi: «C'è stata un'avaria al sistema di pilotaggio... Ho cercato di segnalare agli occupanti della barca a vela che non potevo far cambiare direzione ma è stato tutto inutile».


Secondo indiscrezioni Horvatincic - che viaggiava sul motoscafo intestato a una delle sue numerose società - sarebbe risultato positivo al test alcolemico. Sul caso l'autorità giudiziaria croata ha aperto un'inchiesta, sollecitata con forza dall'ambasciatore italiano nella Repubblica Croata, Alessandro Pignatti Morano di Custoza, come conferma la Farnesina. Horvatincic dovrà restare a disposizione della polizia e, nei prossimi giorni, sarà interrogato dal giudice.


L'incidente è avvenuto nelle acque di fronte all'isolotto di Maslinovik, due miglia a sud di Primosten (Capocesto), noto porto della regione di Sebenico (Sibenik) nella Dalmazia centrale. Un porto frequentatissimo e in voga. Anzi, la coppia padovana faceva tappa da anni in quella località che amava molto. Sembra che a bordo della «Santa Pazienza», lunga 13 metri, ci fossero pure due skipper croati usciti incolumi dallo scontro: il particolare, tuttavia, pur riportato da qualche fonte di informazione, non è ancora stato confermato dagli investigatori e dalle autorità diplomatiche. L'impatto con il motoscafo «impazzito» avrebbe fatto rimbalzare Salpietro e la moglie contro la loro stessa barca, prima di farli finire in mare dove sono stati ripescati due ore più tardi dagli «uomini rana» della polizia sebenzana. I corpi sono stati trasferiti prima della marina di Kremik, successivamente nell'Istituto di medicina legale dell'ospedale maggiore di Sebenico a disposizione della magistratura: le vittime presentavano gravi ferite alla testa. Per tutto il pomeriggio c'è stato il «giallo» sulla loro identità. La portavoce della questura di Sebenico, Marica Kosor, si limitava a confermare che la «Santa Pazienza» risultava di proprietà di F.S. con residenza a Padova. Intanto si attivava il Consolato italiano a Spalato che aveva appreso dell'incidente tramite i giornali online e la tivù. Incidente il cui eco è arrivato fino alla città del Santo dove, in una casa in via Ferrari, si trovava la figlia della coppia, Gaia. La ragazza ha avvertito il fratello Federico, in vacanza in Francia: solo verso le 19.30, dopo aver ricevuto la conferma ufficiale dalla polizia croata, il Ministero degli Esteri ha avvertito il giovane che i due velisti morti erano i suoi genitori, titolari dell'imbarcazione immatricolata a Ravenna e custodita durante l'anno in un cantiere nautico nella marina di San Giorgio di Nogaro. 


Il «Santa Pazienza» è stato trainato nel porticciolo di Primosten, dove era già ormeggiato il motoscafo di Horvatincic. Il ministro del mare e dei trasporti croato, Bozidar Kalmeta, ha nominato una commissione d'inchiesta. La Farnesina promette: «Sul caso vigileremo».
www.corriere.it

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